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sabato 3 febbraio 2007
La vittoria dei cretini
Sono convinto che questo sia un post sprecato. Sì, perché dedicare un seppur breve articolo a Pancalli, che dopo quello che è successo ieri sera a Catania vuole chiudere il calcio, è solo uno spreco di tempo. Il calcio al massimo si fermerà questo weekend, per riprendere come niente fosse la prossima settimana. In fondo è morto un poliziotto, cosa vuoi che sia? E cosa importa se aveva 38 anni e un paio di figli (potrei essere io)? Gli sponsor faranno un pò di casino e tutto tornerà come prima: riprenderanno le partite col loro massiccio afflusso di delinquenti (molti) mischiati ai normali tifosi (ormai pochi, e come dar loro torto?). Purtroppo i precedenti insegnano.
Il bello è che prima della partita è stato osservato un minuto di silenzio in memoria di Ermanno Licursi, il dirigente sportivo ucciso da un gruppo di tifosi incazzati perché la squadra di cui era dirigente aveva vinto contro la loro.
Questo, signori, è il nostro calcio, che di sportivo non ha più niente: né le motivazioni, né le aspirazioni, né la passione, niente. Sta in piedi sorretto dagli sponsor, dal doping, dalla televisione, dal vuoto più assoluto. E puntuale arriva lo spettacolo ipocrita del cordoglio delle autorità: Prodi, la Melandri, Amato, tutti costernati, tutti pronti a chiudere a tempo indefinito il calcio, fino a domenica prossima quando saranno regolarmente in tribuna come niente fosse.
Ho paura che se si è veramente intenzionati a fermare questa specie di delirio collettivo (ma a questo punto ne dubito) ci vorrà ben altro che un weekend di pausa.
Aggiornamento 12,30
Ho letto un pò di roba in giro riguardo a questi fatti, e mi pare che le proposte più condivisibili per tentare di porre un rimedio a questa situazione (sempre che sia ancora possibile) siano quelle di Severgnini.
incominciamo a non dare la colpa al calcio ma alla giustizia italiana che non sa punire certa gentaglia. NOn è il calcio a dover soccombere ma questi delinquenti.
RispondiEliminaIn italia non c'è la possibilità di autodifesa da parte della polizia. E? questo il grave.
> "incominciamo a non dare la colpa al calcio ma alla giustizia italiana che non sa punire certa gentaglia."
RispondiEliminaMi dispiace Nad, ma il calcio (insieme ai delinquenti che frequentano gli stadi, si intende), volenti o nolenti, ha le sue belle responsabilità. Il marcio di cui è impregnato fino al midollo è una delle principale cause di quello che è successo. Dov'erano le società calcistiche quando c'erano le prime avvisaglie di quello che ormai oggi è totalmente fuori controllo?
Invece di sprecare milioni di euro per acquistare bidoni, invece di litigare per le poltrone o per accapparrarsi i soldi di sky perché non si sono impegnate seriamente a combattere questa situazione, al fianco degli organi di polizia, quando ancora era possibile?
La polizia fa quello che può (cioè ormai niente, visto che se osi toccare qualcuno di questi signori passi dalla parte del torto). E non potrebbe essere diversamente, visto la situazione in cui versano le nostre forze dell'ordine (specie dopo i recenti ulteriori tagli anche loro). Se può essere di conforto leggetevi questa inchiesta del Resto del Carlino.
Mi dispiace, ma il calcio (insieme ai delinquenti) ha le sue colpe, e sono dell'avviso che si dovrebbe fermare non per un weekend, ma per anno, se serve anche due, finché insomma non si sarà in grado di riprendere il controllo della situazione.
A Perticara c'è una miniera di zolfo da riaprire.
RispondiEliminaSe mi danno tutti i giocatori delle squadre di calcio,i dirigenti-manager-intrallazzati vari
ci penso io a fargli passare la voglia di rovinare il calcio.
Punto2
Le società si facciano DA SOLE l'ordine pubblico negli stadi e dintorni.
Punto3
Niente calcio per 10 anni.
E invece di andare allo stadio tutti a fare l'AMORE in camporella.
Maurizio San Leo
Quando ero fidanzato venivo spesso a Perticara e dintorni (Monte Aquilone e zone limitrofe) per andare... in camporella, come dici tu. Ah, che bei posti e che bei ricordi...
RispondiEliminaComunque, tornando alla nostra questione, è vero: alla sicurezza ci pensino le società calcistiche. Anche in inghilterra avevano il problema hooligans che è stato risolto in modo molto semplice:
- privatizzazione degli stadi
- vigilanza privata, ad affiancare gli organi di polizia, pagata dalle società
Finché non si prenderanno provvedimenti drastici al posto delle chiacchiere, il ritornello sarà sempre quello.
Il calcio ha davvero le sue colpe: pieno di intrallazzi, di subdoli interessi e di persone che amano aizzare e soffiare sul fuoco. E' una situazione che va avanti da anni.
RispondiEliminaPurtroppo nulla cambierà, anche se noi ovviamente lo speriamo.
Certi deputati del centrodestra hanno già detto che fermare il campionato non serve, ma occorrono altri rimedi. E ti credo! Il loro capo Berlusconi, padrone del Milan, non vuole certo perdere i bei soldini che ricava durante il campionato. E Berlusconi è solo un esempio, anche se un esempio che ha il suo peso in Parlamento.
Finirà a tarallucci e vino, come al solito.
Sì, ho sentito anch'io nei telegiornali qualcuno dichiarare che fermare il campionato equivale a una specie di resa, a considerare insomma il calcio ostaggio di questa gente. Sono cose che effettivamente lasciano l'amaro in bocca, ma purtroppo è la verità, non si può nascondere l'evidenza: il calcio e lo sport sono ostaggi della delinquenza. Poi si può discutere finché si vuole sulle cause (anche se molte sono note), ma la realtà è questa, è inutile far finta di niente.
RispondiEliminaChi dice che è sbagliato fermare il campionato cosa pretende? Che si continui come niente fosse fino al prossimo morto? Se questo è l'unico modo per fermare la spirale di violenza che si è innescata, pace e amen, anche se a malincuore. Poi, quando finalmente si saranno presi provvedimenti seri, si potrà parlare di ricominciare.
Questo naturalmente in teoria. Sono infatti pronto a scommettere, come ho già detto nel mio post, che domenica prossima sarà tutto dimenticato.
Qualunque misura a me va bene, purché sia efficace. Io sono nato tifoso, ma pur di vedere il calcio ripulito e riappacificato sarei disposto a rinunciarvi per due anni. Cosa fare? Qualcosa, a partire dal smetterla con i piagnistei di società e federazione, perché se anche non hanno favorito la violenza (e ho qualche dubbio) certo se ne sono sempre fregati. Ho letto Matarrese che ha definito il calcio una delle più grosse industrie italiane. Forse deve tornare a scuola per imparare il significato della parola industria.
RispondiEliminaChe ci sia gente che spende camionate di soldi per andare allo stadio e farsi l'abbonamento tv, che lo facesse, e che le società incassassero il dovuto. Ma non più del dovuto, non a spese della gente e a spese di vite umane.
Che questa "industria" debba sorreggersi sui soldi nostri per via degli spalmamenti dei debiti e degli eserciti di poliziotti e carabinieri che vengono mandati a presidiare gli stadi non mi va bene. Figuriamoci se poi tra quei giovani militari posso accettare che ci debba scappare il morto.
Non capisco perché in federazione e tra le squadre pretendano tutto e non si responsabilizzino di niente. Un'industria? Che produce calci? Ma per favore. Dopo aver letto le dichiarazioni di Matarrese che di fatto sembrava voler dire che il morto è il prezzo di questa industria ho capito che ci vuole una mano dura dall'alto, da governo e Coni, perché queste persone non sanno ragionare come persone normali e hanno avuto sempre troppo, o ora lo pretendono.
A fondo della pagina su questo link c'è quel che ha detto Matarrese. Mi permetto di postare:
http://www.repubblica.it/2007/02/sezioni/sport/calcio/serie_a/agente-morto-2/misure-coni/misure-coni.html
schrodcat, il link che hai inserito risulta spezzato, comunque l'articolo a cui ti riferivi dovrebbe essere questo, giusto?
RispondiEliminaEsatto, l'articolo era quello, me l'ha spezzato in automatico questo spazio di scrittura, forse perché era troppo lungo.
RispondiEliminaComunque oggi è uscita l'intervista integrale. Mi rincuora un po' aver letto che quelle dichiarazioni folli sono state prese come tali da chi di dovere.
Sì, in effetti lasciano senza parole. Ci sto giusto scrivendo un breve post che pubblicherò stasera o domattina.
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