Non mi riferisco, con questo titolo, al celebre film di Dino Risi del '62 (anche se ovviamente preferirei farlo), ma a qualcosa di più tragico: e cioè al numero dei marines americani morti in Iraq. Associated Press, infatti, che si occupa da tempo di tenere aggiornato questo triste conteggio, ha comunicato che il numero di marines deceduti sul fronte iraqeno ha superato, proprio in questo periodo natalizio, il numero delle vittime degli attentati alle torri gemelle del settembre 2001: 2978 contro 2973.
Ora, al di là delle fredde cifre, che bene o male lasciano il tempo che trovano, penso che non sbaglino tutti quelli che dicono che questa guerra sia stata totalmente sbagliata (ma esistono guerre giuste?), e la cosa comincia anche a essere percepita dall'opinione pubblica americana (vedi la sonora sconfitta di Bush alle recenti elezioni di medio termine, che ha avuto come immediata conseguenza il siluramento del Ministro della Difesa americano Donald Rumsfeld).
L'unico che sembra non aver ancora capito la gravità della situazione pare essere proprio lui, George Bush, che solo qualche giorno fa auspicava l'invio di ancora più truppe in quella specie di inferno a cielo aperto chiamato Iraq. Quand'è che si deciderà a capire quello che ormai ha capito tutto il mondo? Quando sarà morto il marines numero 3000? O pensa di arrivare a 4000? Non sarebbe ora di cominciare ad ammettere che è stato tutto uno sbaglio e riportare a casa i superstiti nel modo più dignitoso possibile?
Oppure, come sembra, il Vietnam non gli ha insegnato niente?
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