giovedì 6 novembre 2025

Bias cognitivi

Ho scoperto casualmente che i cosiddetti "bias cognitivi" sono molti di più di quelli che pensavo. Quelli che oggi chiamiamo in questo modo sono in realtà errori del cervello che esistono da sempre e che hanno accompagnato la nostra storia evolutiva. La loro funzione primaria era quella di consentire al cervello di prendere decisioni rapide (un rumore poteva ad esempio essere stato provocato da un predatore?) in contesti in cui non c'era tempo di analizzare ogni dettaglio di una situazione. 

Erano in pratica delle scorciatoie mentali (euristiche) e dei meccanismi evolutivi che ci hanno permesso di essere qua oggi. Il problema è che il contesto sociale attuale è molto diverso da quello dei nostri antenati cacciatori-raccoglitori di 300.000 anni fa - è difficile ad esempio imbattersi in un predatore uscendo dal portone del nostro palazzo per andare al lavoro. Ma questi meccanismi mentali sono rimasti e credo non ci sia nessuno in grado di poter affermare di non esserne mai stato vittima.

Il linguista Paolo Borzachiello è riuscito in 15 minuti ad elencare e spiegare sommariamente i principali. Veramente interessante.

(Quando tornavo a casa da scuola con un 4, cosa che capitava con frequenza, non dicevo mai ai miei "mi hanno dato 4" ma "ho preso 4", quindi da quel bias lì sono sempre stato immune.) :-)

8 commenti:

  1. Secondo me anche oggi ci sono "predatori" come quando si viveva nelle caverne, sia quando vai a lavorare, a fare una passeggiata o anche quando siamo "chiusi nella nostra caverna". Hanno "pellicce" e "denti, artigli" diversi dall'ora. E menomale che abbiamo ancora un piccolo pezzo del nostro cervello "rettiliano" che in alcuni frangenti, ci può fare salvare da un attacco. Ciao

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    1. Certo che ci sono anche oggi i predatori. A differenza però di quelli che potevano incontrare i nostri antichi antenati, oggi hanno giacca e cravatta :-)

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  2. Molti casi ricordano gli eventi descritti in qualsiasi volume de La legge di Murphy (Bias: non piove mai a Settembre. Murphy: se prendo l'ombrello, piove). Siamo condizionati, e più passano i secoli più lo saremo, ma dare un nome esotico alla cosa farà assai trend. ;)

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    1. Certo, d'altra parte noi siamo genericamente predisposti appunto per farci condizionare :-)

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  3. Arrivata alla fine del video mi sono chiesta se c'è una sola cosa che io pensi, faccia o dica nel corso di una giornata che non sia frutto di un bias ;-)) Davvero interessante.

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    1. Dillo a me. A parte il bias del 4 a scuola, gli altri li ho praticamente passati tutti XD

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  4. Anni fa segui un bellissimo corso (gratuito) di psicosociologia che, in effetti, mi aprì un mondo. Ovviamente un elemento importante, anzi forse fondamentale, sono proprio i bias. Più recentemente mi sono perfino comprato (e letto) il libro di testo del corso (bello)...

    Molti dei bias del video in effetti già li conoscevo altri no (fra cui quello dello "status quo" che ritengo particolarmente interessante). Il problema è che noon è un campo ancora molto sistemizzato e quindi ogni ricerca che dimostra un anomalia nel comportamento umano crea dà il nome a un nuovo bias.

    Da questo punto di vista mi ha stupito che il video non abbia menzionato i bias classici ma, mi pare, abbia pescato qua e là senza seguire una particolare logica (o forse mi sfugge). Per esempio fondamentale è il bias dell'obbedienza all'autorità (con una sua storia affascinante) o quelli sulla depersonalizzazione perché sono stati i primi a essere studiati e per la loro influenza sulla società.

    https://www.youtube.com/watch?v=vuMt8b4UrcI
    https://www.youtube.com/watch?v=9bVRHmudzR8
    (dell'esperimento di Zimbardo trovi su Youtube anche i video originali!)
    Ah! dimenticavo un altro bias fondamentale (sul conformismo):
    https://www.youtube.com/watch?v=WkK5eA_qhFk

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    1. Molto interessante, grazie dei link.
      Per quanto riguarda il video postato da me, no, non mi pare abbia una logica, l'autore dice di aver descritto quelli che (secondo lui) sono più frequenti.

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