Dice Guccini che le sue canzoni sono sempre nate per caso e l'ispirazione che ne ha generato la creazione nasceva da qualsiasi cosa e in qualsiasi momento: una frase letta in un libro, un fatto accaduto, una chiacchierata con un conoscente, una situazione in cui si è venuto a trovare. Ogni sua canzone è sempre stata la risposta a uno stimolo di dire qualcosa perché da quel qualcosa è stato colpito o sollecitato, non ha mai scritto canzoni su commissione o come obbligo contrattuale: se venivano, bene, altrimenti, niente. E infatti, tra un suo album e il successivo (o precedente) si trovano intervalli temporali spesso anche di anni.
Questa cosa di scrivere solo quando si ha l'ispirazione o la necessità (o voglia) di dire qualcosa, credo si possa applicare anche ai blog, pensavo stamattina mentre ascoltavo il maestrone su Youtube raccontare queste cose. Mi accorgo, ad esempio, che spesso tra un post e l'altro che vergo su queste pagine, trascorrono anche giorni, in alcuni periodi è passato anche un mese o più, mentre altre volte ne butto giù due o tre in un giorno. Non credo che questo modus operandi dipenda però dalla necessità di dire qualcosa quanto, almeno nel mio caso, dalla voglia di farlo.
A volte, ad esempio, può succedere che un certo fatto mi faccia incazzare ma non abbia voglia di scriverci su un post, e allora passo oltre; viceversa, può capitare che abbia voglia di scrivere qualcosa ma non abbia niente che mi stimoli a farlo, e allora magari mi butto su qualche racconto (nelle bozze del blog ne ho parecchi iniziati, la cui ignobiltà mi impedisce però di rendere pubblici, e poi sono appunto iniziati e lasciati lì, per cui...).
Tenere un blog per un certo numero di anni, poi, mette in rilievo l'evolversi degli interessi riguardo alle cose di cui si vuole scrivere. Tredici anni fa, quando ho aperto il mio, mi interessavo di informatica, in particolare dei primi sistemi GNU/Linux ai quali mi avvicinavo (e tribolavo) per emanciparmi dalle moltitudini di magagne che affliggevano i vari Windows, e quindi molti articoli riguardavano questo argomento. Poi ha cominciato a interessarmi maggiormente la politica, l'attualità, e di riflesso i post sono stati improntati a questi argomenti. Oggi, che la politica mi fa quasi schifo e l'attualità non offre spunti apprezzabili, mi limito per la maggior parte a brevi considerazioni passeggere sui libri che leggo o su cose che mi capitano, anche banali, come il giramento di cabasisi provocato dalla falciatrice del vicino di cui parlavo ieri.
Il fatto di non avere vincoli, di gestire un blog letto da poche decine di coraggiosi, di poter scrivere ciò che voglio, quando voglio, o al limite di non scrivere niente se non ho voglia di farlo, mi dà l'impressione, pur con le tutte le innegabili e macroscopiche differenze, di provare ciò che provava Guccini durante i suoi lunghi anni in cui ha sempre scritto ciò che gli pareva quando gli pareva. E tutto sommato è una bella sensazione.