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domenica 31 maggio 2015
(...)
Benissimo. Sulla stessa falsa riga, l'ora di religione sia data fuori dell'orario scolastico e solo a chi ne faccia richiesta. Semplice, no?
sabato 30 maggio 2015
Tfr in busta? No, grazie
"Sarebbe bello che il Tfr finisca in busta paga dal prossimo anno. [...] Il Tfr, la liquidazione, sono soldi dei lavoratori, che però vengono dati tutti insieme alla fine del rapporto di lavor. La filosofia sembra essere protettiva: te li metto da parte, per evitare che tu li “bruci” tutti insieme. Uno Stato-mamma, dunque, che sottilmente fa passare il messaggio di non fidarsi dei lavoratori-figli."
(Matteo Renzi, 6 gennaio 2014)
No, è diverso. Sono i lavoratori-figli che non si fidano di chi li prende per i fondelli. Perché se tu, stato-mamma-truffatore, quei soldi dati come elemosina li metti subito in busta paga a tassazione normale, invece che agevolata come accade col normale tfr, fai cassa sulle persone meno abbienti e più in difficoltà che di quel tfr anticipato fanno richiesta. Siccome, in generale, i lavoratori non sono cretini, ecco spiegato il fallimento totale di questa bella boutade.
(Matteo Renzi, 6 gennaio 2014)
No, è diverso. Sono i lavoratori-figli che non si fidano di chi li prende per i fondelli. Perché se tu, stato-mamma-truffatore, quei soldi dati come elemosina li metti subito in busta paga a tassazione normale, invece che agevolata come accade col normale tfr, fai cassa sulle persone meno abbienti e più in difficoltà che di quel tfr anticipato fanno richiesta. Siccome, in generale, i lavoratori non sono cretini, ecco spiegato il fallimento totale di questa bella boutade.
Il fuoco amico del Fatto Quotidiano
Ignoro i motivi per cui quelli de Il Fatto Quotidiano stiano mandando in questi giorni mail di diffida ai blog che ripubblicano i loro articoli. Mi pare di aver capito, leggendo i commenti in calce al post di Triskell, che il problema sia di tipo economico - la ripubblicazione degli articoli del Fatto nei blog si fa da quando esiste il giornale, perché partono le diffide solo adesso?
Se il Fatto ha raggiunto il successo, sia in edicola che sul web, buona parte del merito, assieme ovviamente alla qualità dell'informazione, va a tutti quelli che sui loro blog o sulle loro pagine fb hanno ripubblicato i suoi articoli. Perché adesso questo voltafaccia?
Se il Fatto ha raggiunto il successo, sia in edicola che sul web, buona parte del merito, assieme ovviamente alla qualità dell'informazione, va a tutti quelli che sui loro blog o sulle loro pagine fb hanno ripubblicato i suoi articoli. Perché adesso questo voltafaccia?
venerdì 29 maggio 2015
Ci siamo giocati il molleggiato
Se ho inteso correttamente il Celentano-pensiero, vergato di suo pugno dalle prestigiose pagine del suo blog (http://tinyurl.com/nzz3oy7), la ripresa dei consumi, quindi dell'economia, è conseguenza esclusiva del sorriso della gente, che non è che non consuma perché non ha più un franco in tasca, scherziamo?, ma perché ha paura di uscire di casa. E perché ha paura di uscire di casa? Perché come metti il becco fuori dall'uscio puoi essere investito da una ragazza rom di 17 anni che sfreccia in pieno centro a 180 all'ora, e il circolo si chiude.
Quindi, secondo il noto economista di 'sta cepp... ehm, volevo dire della via Gluck, l'economia ripartirà alla grande solo quando nel nostro paese ci sarà la certezza della pena, non prima, così la gente, col suo bel sorriso (e pazienza se il portafoglio piange: dettagli), si precipiterà in massa a fare spesa. E come si fa a ottenere la certezza della pena? Non si sa. Celentano si limita a chiudere il pregevolissimo scritto con "Sto pensando a Salvini."
Ecco, io sto pensando invece che anche Celentano ce lo siamo giocato.
Quindi, secondo il noto economista di 'sta cepp... ehm, volevo dire della via Gluck, l'economia ripartirà alla grande solo quando nel nostro paese ci sarà la certezza della pena, non prima, così la gente, col suo bel sorriso (e pazienza se il portafoglio piange: dettagli), si precipiterà in massa a fare spesa. E come si fa a ottenere la certezza della pena? Non si sa. Celentano si limita a chiudere il pregevolissimo scritto con "Sto pensando a Salvini."
Ecco, io sto pensando invece che anche Celentano ce lo siamo giocato.
giovedì 28 maggio 2015
La poltrona lunga di Blatter
Stavo leggendo qualcosa sulla vicenda Blatter, ma giusto qualcosa, perché a me del calcio non è mai fregato granché, e notavo che il signore in questione è presidente della Fifa dal 1998, cioè da ben 17 anni. Ora, io non so niente dei meccanismi che regolano le elezioni dei presidenti dell'istituzione massima del calcio mondiale, né mi schiero pro o contro Blatter - c'è un'inchiesta in corso e alla fine un tribunale lo giudicherà - ma quello che so con un certo margine di sicurezza è che più tempo ci si incancrenisce su una poltrona e più aumentano le probabilità che ci si lasci andare o si avallino comportamenti che esulano dalle leggi e dalle regole.
Succede la stessa cosa in politica, se ci pensate: se non c'è un regolare ricambio dirigenziale a tutti i livelli, e in generale da noi ce n'è purtroppo ben poco, l'instaurarsi di circoli viziosi tutt'altro che virtuosi è quasi la regola, ed è probabilissimo che Blatter non faccia eccezione.
Succede la stessa cosa in politica, se ci pensate: se non c'è un regolare ricambio dirigenziale a tutti i livelli, e in generale da noi ce n'è purtroppo ben poco, l'instaurarsi di circoli viziosi tutt'altro che virtuosi è quasi la regola, ed è probabilissimo che Blatter non faccia eccezione.
mercoledì 27 maggio 2015
Appigli teologici
Che poi pensavo: perché la chiesa cattolica ce l'ha tanto con gli omosessuali? Quali sono gli appigli dottrinali a cui si aggrappa per giustificare questa repulsione nei confronti dell'omosessualità? Io non sono un esperto, e del vangelo ho solo vaghe reminescenze di quando, da ragazzino, frequentavo la parrocchia, e pur sforzandomi non riesco a trovarne. Non mi viene in mente neppure un episodio, di quelli narrati nei vangeli, in cui Gesù si scagli contro gli omosessuali. Ricordo gli strali lanciati contro i farisei, i pubblicani, gli ipocriti, contro i duri di cuore, i cinici, i potenti, i pedofili nel celebre invito a legarsi la macina al collo e buttarsi in acqua (a proposito, in vaticano riguardo a questa cosa che dicono?), ma contro gli omosessuali non mi sovviene niente.
In generale mi pare che, sintetizzando brutalmente, tutto il messaggio di Cristo sia improntato all'amore verso gli altri, alla fratellanza universale e al divieto di giudicare chiunque. L'unico richiamo alla condanna verso l'omosessualità, sempre se la memoria non m'inganna, credo sia in quel passo dell'antico testamento - non ricordo né il libro né l'autore - in cui si legge che è abominevole per un uomo giacere con un altro uomo. Poi vabbe', c'è tutta la faccenda della creazione ("maschio e femmina li creò") nel Genesi, ma altro non ricordo. Antico testamento a parte, comunque, nel nuovo, come dicevo, mi pare non ci sia niente che giustifichi questa sorta di maccartismo nei confronti degli omosessuali.
Ma forse mi sono perso qualcosa.
In generale mi pare che, sintetizzando brutalmente, tutto il messaggio di Cristo sia improntato all'amore verso gli altri, alla fratellanza universale e al divieto di giudicare chiunque. L'unico richiamo alla condanna verso l'omosessualità, sempre se la memoria non m'inganna, credo sia in quel passo dell'antico testamento - non ricordo né il libro né l'autore - in cui si legge che è abominevole per un uomo giacere con un altro uomo. Poi vabbe', c'è tutta la faccenda della creazione ("maschio e femmina li creò") nel Genesi, ma altro non ricordo. Antico testamento a parte, comunque, nel nuovo, come dicevo, mi pare non ci sia niente che giustifichi questa sorta di maccartismo nei confronti degli omosessuali.
Ma forse mi sono perso qualcosa.
martedì 26 maggio 2015
Senza speranza
"La Chiesa in #Irlanda deve fare i conti con la realtà."
[...]
"Ci dobbiamo fermare, guardare ai fatti e metterci in ascolto dei giovani. Non si può negare l'evidenza."
(Diarmuind Martin, arcivescovo di Dublino)
"Sì a nozze gay, una sconfitta per l'umanità."
(Pietro Parolin, segretario di stato Vaticano)
Non c'è speranza. Ottusi fino alla fine, qua.
[...]
"Ci dobbiamo fermare, guardare ai fatti e metterci in ascolto dei giovani. Non si può negare l'evidenza."
(Diarmuind Martin, arcivescovo di Dublino)
"Sì a nozze gay, una sconfitta per l'umanità."
(Pietro Parolin, segretario di stato Vaticano)
Non c'è speranza. Ottusi fino alla fine, qua.
lunedì 25 maggio 2015
Gasparri vs Puglisi
A me non stupisce che Gasparri vada davanti al giudice per ingiurie a causa di un tweet, mi stupisce che il destinatario delle ingiurie sia Riccardo Puglisi.
Cioè, cavolo, sei un ricercatore di economia in una prestigiosa università e ti metti a discutere con Gasparri? Eddai, su.
domenica 24 maggio 2015
Parallelismi tra morti
Trovo che ci sia più di una analogia tra il modus operandi di Mario Adinolfi e quello di Matteo Salvini, e una di quelle che saltano più all'occhio è senz'altro il vittimismo. Dico, non crederete mica che al segretario della Lega piaccia farsi riempire di uova, ortaggi e insulti ogni volta che mette piede in un paese per fare un comizio? Certo che no. Però gli ortaggi aiutano, perché cinque minuti dopo aver ricevuto l'ultima costa di sedano in faccia lui può aprire il suo bel tablet e strillare di essere ostaggio di chi vuole zittirlo, può evocare climi di intimidazioni e minacce di cui essere vittima e guadagnarsi di conseguenza i tantissimi "vai avanti!" e "non ti fermare!" nei commenti ai suoi post. Salvini sa perfettamente di sparare montagne di cazzate e corbellerie, sull'immigrazione, però se quelle cazzate e corbellerie le spara da vittima ecco che l'effetto edulcorante le rende agli occhi dei suoi miopi seguaci più digeribili, quasi accettabili.
Mario Adinolfi fa la stessa identica cosa di Salvini. Siccome sa che le argomentazioni ridicole che ogni giorno propala a piene mani a supporto delle sue posizioni omofobiche non stanno né in cielo né in terra e crollano miseramente davanti a ogni evidenza storica, umana e scientifica, per cercare di restare a galla cala la carta della vittima, che ovviamente non è solo lui, ma tutti quelli che si ostinano cocciutamente a condividere certe posizioni, e tutto questo sapendo benissimo che invece le vere vittime sono tutte le persone a cui vengono negati i più elementari diritti a causa delle loro preferenze sessuali. Ecco quindi che, secondo lui, in Irlanda "I contrari al matrimonio gay sono stati irrisi, insultati, fatti sentire omofobi e retrogradi", quindi vittime, ovviamente. "Ci beccheremo gli insulti, pazienza", quindi di nuovo vittime. Il vittimismo è l'ultima arma rimasta a questa gente, se glielo togliete sono politicamente e ideologicamente morti.
Loro ovviamente lo sanno benissimo, ma non mollano la presa perché sanno che è l'ultima spiaggia per riuscire a sopravvivere evitando di fare qualcosa di serio e concreto, come ad esempio cercarsi un lavoro. Un lavoro? E che sono, scemi? Lavorare è faticoso, campare sul populismo e l'ottusità della plebe è molto più remunerativo e molto meno faticoso. Solo un cervello come quello di Salvini, infatti, può pensare di fermare un fenomeno come l'immigrazione e lo spostamento dei popoli con gli slogan e le felpe con su scritto "non passa lo straniero". La storia insegna che da quando esiste l'uomo esistono i flussi migratori, ed è un problema (ammesso che lo sia) a cui si fa fronte con la coscienza, la serietà e la ragione, altrimenti si viene travolti. La stessa cosa vale per Adinolfi e il suo ancorarsi ostinatamente e pateticamente a una qualche forma di resistenza all'avanzare della storia e della civiltà.
A Salvini e Adinolfi la storia li ha già sepolti, solo che ancora non lo sanno.
Mario Adinolfi fa la stessa identica cosa di Salvini. Siccome sa che le argomentazioni ridicole che ogni giorno propala a piene mani a supporto delle sue posizioni omofobiche non stanno né in cielo né in terra e crollano miseramente davanti a ogni evidenza storica, umana e scientifica, per cercare di restare a galla cala la carta della vittima, che ovviamente non è solo lui, ma tutti quelli che si ostinano cocciutamente a condividere certe posizioni, e tutto questo sapendo benissimo che invece le vere vittime sono tutte le persone a cui vengono negati i più elementari diritti a causa delle loro preferenze sessuali. Ecco quindi che, secondo lui, in Irlanda "I contrari al matrimonio gay sono stati irrisi, insultati, fatti sentire omofobi e retrogradi", quindi vittime, ovviamente. "Ci beccheremo gli insulti, pazienza", quindi di nuovo vittime. Il vittimismo è l'ultima arma rimasta a questa gente, se glielo togliete sono politicamente e ideologicamente morti.
Loro ovviamente lo sanno benissimo, ma non mollano la presa perché sanno che è l'ultima spiaggia per riuscire a sopravvivere evitando di fare qualcosa di serio e concreto, come ad esempio cercarsi un lavoro. Un lavoro? E che sono, scemi? Lavorare è faticoso, campare sul populismo e l'ottusità della plebe è molto più remunerativo e molto meno faticoso. Solo un cervello come quello di Salvini, infatti, può pensare di fermare un fenomeno come l'immigrazione e lo spostamento dei popoli con gli slogan e le felpe con su scritto "non passa lo straniero". La storia insegna che da quando esiste l'uomo esistono i flussi migratori, ed è un problema (ammesso che lo sia) a cui si fa fronte con la coscienza, la serietà e la ragione, altrimenti si viene travolti. La stessa cosa vale per Adinolfi e il suo ancorarsi ostinatamente e pateticamente a una qualche forma di resistenza all'avanzare della storia e della civiltà.
A Salvini e Adinolfi la storia li ha già sepolti, solo che ancora non lo sanno.
L'Irlanda e noi
Uno legge le dichiarazioni di Sacconi di stamattina e capisce che l'Irlanda, rispetto a noi, non è un altro pianeta, è un'altra galassia. E quelli del Pd che già dicono di voler cogliere gli effetti del vento d'Irlanda, si diano una calmata e non illudano troppo la gente, dal momento che il partito di Sacconi, NCD, è alleato stretto di Renzi.
Ah, nel 1993 l'omosessualità in Irlanda era ancora un reato, nel 2010 hanno fatto la legge sulle coppie di fatto e nel 2015 i matrimoni sono legge. Ma è inutile fare paragoni: là mica hanno i Sacconi, i Giovanardi e il vaticanistan in casa. Anzi, ce li hanno pure loro, ma gli irlandesi hanno avuto la maturità e l'intelligenza di metterli in grado di non nuocere.
Ah, nel 1993 l'omosessualità in Irlanda era ancora un reato, nel 2010 hanno fatto la legge sulle coppie di fatto e nel 2015 i matrimoni sono legge. Ma è inutile fare paragoni: là mica hanno i Sacconi, i Giovanardi e il vaticanistan in casa. Anzi, ce li hanno pure loro, ma gli irlandesi hanno avuto la maturità e l'intelligenza di metterli in grado di non nuocere.
sabato 23 maggio 2015
Codici etici in soffitta
È molto tenera l'immagine del bacio tra Renzi e De Luca, vero? "Per lui impegno totale", slinguetta beatamente il tipo di Rignano tra gli abbracci e le effusioni. Pochi notano che l'impegno profuso nel sostegno al candidato (condannato) campano per il Pd, è intenso tanto quanto quello profuso per cercare di far dimenticare quanto prevedeva il Codice etico in allegato al programma che, sempre il Pd, sbandierava alla vigilia delle elezioni politiche del febbraio 2013.
L'ha scovato il sempre attento Malvino, che ha pubblicato sul suo blog (http://tinyurl.com/nzjya6y) una schermata (la vedete nell'immagine) del famoso codice etico di cui sopra. "Neanche candidarli, quelli condannati. Via dalle liste, a ogni tipo di elezione. Anche se condannati solo in primo grado? Sì, anche quella era condizione ostativa. Valeva solo per le liste del Pd? No, il Pd lo pretendeva anche per le liste dei partiti della coalizione che guidava."
Non è passata una vita, ma appena due anni, sufficienti per rimangiarsi i dettami di un codice etico e sperare che nessuno se ne accorga.
giovedì 21 maggio 2015
Testa di bip
Mi è passato per caso, nella home di Youtube, il video ripreso da un passeggero della sclerata di Formigoni all'aereoporto. Utilizzando il medesimo metro usato da lui nei confronti degli incolpevoli addetti Alitalia, mi sento di poter affermare in tutta tranquillità che pure lui è una testa di cazzo.
E neppure di quelle più piccole.
E neppure di quelle più piccole.
martedì 19 maggio 2015
Renzi e la scuola delle suorine
Qualcuno, oggi, ha chiesto a Renzi se i foraggiamenti alle scuole private resteranno nel ddl scuola. Risposta:
"Assolutamente sì. Se c'è la scuola delle suorine, diciamo, che ti fa un servizio pubblico non è che la facciamo chiudere come accaduto negli anni passati. Quella scuola è un risparmio per lo Stato." (Repubblica, 19/05/2015)
A mio avviso una tale risposta non sta né in cielo né in terra, per almeno un paio di motivi. Il primo è che non esiste che una scuola privata faccia le veci o sostituisca una scuola pubblica. Una scuola privata è una scuola privata, ha un'impostazione programmatica e di indirizzo improntati a una certa autonomia e si regge - dovrebbe reggersi - sulle rette di chi vi si iscrive; una scuola pubblica è una scuola pubblica, è improntata a linee guida e programmi dettati dal ministero e si regge sulle sovvenzioni dello stato. Consentire che una scuola privata eserciti una funzione pubblica lo vedo un po' come una forma di abdicazione dello stato ai suoi doveri e obblighi, cosa che peraltro ha già fatto in tanti altri campi. Ormai indietro non si torna, intendiamoci, dal momento che questa commistione è stata da sempre liberamente permessa se non addirittura avallata (e il governo Renzi non fa certo eccezione. Anzi).
Il secondo punto, che Renzi, come tutti, fa finta di scordarsi, è che la "scuola delle suorine", come la chiama lui, deve reggersi sulle proprie gambe, altrimenti ciao. E non perché lo dica io o chissà chi altri, ma perché è scritto nella nostra Costituzione.
A mio avviso una tale risposta non sta né in cielo né in terra, per almeno un paio di motivi. Il primo è che non esiste che una scuola privata faccia le veci o sostituisca una scuola pubblica. Una scuola privata è una scuola privata, ha un'impostazione programmatica e di indirizzo improntati a una certa autonomia e si regge - dovrebbe reggersi - sulle rette di chi vi si iscrive; una scuola pubblica è una scuola pubblica, è improntata a linee guida e programmi dettati dal ministero e si regge sulle sovvenzioni dello stato. Consentire che una scuola privata eserciti una funzione pubblica lo vedo un po' come una forma di abdicazione dello stato ai suoi doveri e obblighi, cosa che peraltro ha già fatto in tanti altri campi. Ormai indietro non si torna, intendiamoci, dal momento che questa commistione è stata da sempre liberamente permessa se non addirittura avallata (e il governo Renzi non fa certo eccezione. Anzi).
Il secondo punto, che Renzi, come tutti, fa finta di scordarsi, è che la "scuola delle suorine", come la chiama lui, deve reggersi sulle proprie gambe, altrimenti ciao. E non perché lo dica io o chissà chi altri, ma perché è scritto nella nostra Costituzione.
lunedì 18 maggio 2015
Chiude La Croce. Nessun rimpianto
Quando uscì in edicola, nel gennaio scorso, pronosticai che la colomba l'avrebbe mangiata ma ferragosto non l'avrebbe visto. Ci indovinai.
I rigurgiti omofobi di un giornale di matrice ultracattolica, che dell'omofobia ha fatto la sua bandiera, rimangono per ora solo sul web.
Basta e avanza.
I rigurgiti omofobi di un giornale di matrice ultracattolica, che dell'omofobia ha fatto la sua bandiera, rimangono per ora solo sul web.
Basta e avanza.
domenica 17 maggio 2015
sabato 16 maggio 2015
Come si cambia
Quindi, quando il nostro buon Borghezio si trova in un bello studio radiofonico è sicuro di sé, aggressivo, tronfio e sprezzante, quasi un leone. Quando invece si trova in un'aula di tribunale, davanti a un giudice a cui deve rispondere di discriminazione razziale e diffamazione aggravata, si trasforma in un timido agnellino, pronto a profondersi in mille scuse e a promettere azioni risarcitorie.
Vile e patetico.
Vile e patetico.
giovedì 14 maggio 2015
(...)
«Cultura umanista» invece che «cultura umanistica». «Parliamoci chiari» invece che «parliamoci chiaro». La riforma della scuola spiegata da un piazzista semianalfabeta.
(Luigi Castaldi)
(Luigi Castaldi)
mercoledì 13 maggio 2015
martedì 12 maggio 2015
Prima della mammografia
Solo per ricordare, prima della mammografia, i prededenti bufalari del tipo: dalla negazione dell'Aids alla inutilità dei vaccini passando per l'appoggio a Vannoni, la biowashball e cretinate varie assortite.
Non si scherza con la salute delle persone, non si prendono alla leggera questioni simili, è da sciagurati, tanto più se chi propala bufale scientifiche ha grossi seguiti di pubblico.
Non si scherza con la salute delle persone, non si prendono alla leggera questioni simili, è da sciagurati, tanto più se chi propala bufale scientifiche ha grossi seguiti di pubblico.
lunedì 11 maggio 2015
Tutele crescenti e mutui
Domandina al raccontaballe: se un contratto a tutele crescenti significa sicurezza di accedere a un mutuo, come scrivi tu, perché il ministro Poletti, appena una ventina di giorni fa, ha caldamente invitato le banche a non fare storie e a concedere mutui anche ai nuovi assunti con quel tipo di contratto?
Così, giusto per chiedere.
Così, giusto per chiedere.
sabato 9 maggio 2015
I saluti a Milliband e soci
Leggo che chi ha perso le elezioni in Inghilterra si è dimesso. Una scelta condivisibile, perché quella di Miliband e soci non è stata una sconfitta di misura, di quelle che autorizzino a pensare che si possa ancora salvare qualcosa, no, è stata una botta di quelle che indicano che la gente non vuole più saperne di te, e allora tutti a casa.
Ecco, vedi queste cose e pensi, qui da noi, ai Gasparri, ai D'Alema, a tutta quella pletora di personaggi squallidi e insignificanti che stanno da 20 o 30 anni barricati là dentro. Ma chi rappresenta uno che sta da sei lustri in parlamento? Quale cittadino può sentirsi rappresentato da un dinosauro? (Lui e D'Alema sono due nomi a caso, il parlamento pullula di gente che ha messo su casa là dentro.)
E, in ultima analisi, perché io devo continuare ad andare a votare con la certezza che non esiste nessun modo di farli schiodare da lì? Credo che la politica inglese, che è una politica con la P maiuscola, ci abbia dato una grande lezione, anche se a dare lezioni a noi non è che ci voglia granché.
Ecco, vedi queste cose e pensi, qui da noi, ai Gasparri, ai D'Alema, a tutta quella pletora di personaggi squallidi e insignificanti che stanno da 20 o 30 anni barricati là dentro. Ma chi rappresenta uno che sta da sei lustri in parlamento? Quale cittadino può sentirsi rappresentato da un dinosauro? (Lui e D'Alema sono due nomi a caso, il parlamento pullula di gente che ha messo su casa là dentro.)
E, in ultima analisi, perché io devo continuare ad andare a votare con la certezza che non esiste nessun modo di farli schiodare da lì? Credo che la politica inglese, che è una politica con la P maiuscola, ci abbia dato una grande lezione, anche se a dare lezioni a noi non è che ci voglia granché.
giovedì 7 maggio 2015
martedì 5 maggio 2015
Il ritornello (da cambiare) dei renziani
Il ritornello che va per la maggiore tra i filo-renziani è grosso modo sempre il seguente: finalmente arriva uno che non chiacchiera e fa. Seguono poi vari riferimenti all'immobilismo e alle paludi che hanno contraddistinto i periodi precedenti il suo rivoluzionario arrivo. Ora, intendiamoci, il fatto che ci sia a capo del governo un tizio propositivo, volitivo - a mio avviso anche parecchio arrogante e testa di cazzo, ma questa è una roba mia - che ha fatto del "fare" la sua missione di vita ("finché sarò al governo proverò a cambiare l'Italia" ha farfugliato qualche giorno fa), è senz'altro cosa lodevole, ma c'è un aspetto di tutto questo che a mio avviso sempre i famosi filo-renziani non hanno capito: tra fare e fare cose buone c'è di mezzo un mare, e l'iperattivismo non è automaticamente sinonimo di buon governo e di cose fatte bene.
Un esempio fra i tanti che si potrebbero fare: il famoso/famigerato Jobsact. Ricordate la gestazione, no? Casini, scioperi, sindacati in piazza e Renzi che sfotteva tutti e lanciava accuse a destra e a manca di non voler cambiare le cose. Adesso si scopre che la legge che doveva rappresentare la rivoluzione copernicana del lavoro è un bluff, almeno finora. Basta guardare i dati sull'occupazione: la legge è entrata in vigore i primi giorni di marzo e il picco delle nuove assunzioni c'è stato in gennaio, quando è partita la defiscalizzazione per chi assumeva, poi una costante parabola discendente fino appunto a marzo (ultimi dati disponibili), mese in cui è entrata in vigore la nuova legge. Pure Scalfari, che non può certo essere annoverato tra gli anti-renziani, né tantomeno assimilato ai famosi gufi e rosiconi, ha scritto domenica scorsa che il Jobsact non serve a niente ma è solo un bel giocattolino elettorale. Intanto, però, sull'altare delle fantasmagoriche nuove assunzioni Renzi ha sacrificato l'art. 18, ha istituzionalizzato il precariato con le tutele crescenti e riportato i diritti dei lavoratori agli anni '50 del secolo scorso. Bello, no? E adesso cosa credete che succederà con l'Italicum appena approvato? Esattamente ciò che è successo al Porcellum: sarà fatto a pezzi dalla Consulta perché incostituzionale (e poi siamo sinceri e usiamo per una volta il buon senso: cos'ha di democratico una legge che assegna a chi raggiunge il 40% il 55% dei seggi? Eddai, su).
Capito, cari amici renziani, perché il ritornello di cui parlavo all'inizio non sta in piedi? Guardate che non vi si chiede molto: un po' più di onestà intellettuale e un po' meno partigianeria acritica. In fondo non è così difficile.
Un esempio fra i tanti che si potrebbero fare: il famoso/famigerato Jobsact. Ricordate la gestazione, no? Casini, scioperi, sindacati in piazza e Renzi che sfotteva tutti e lanciava accuse a destra e a manca di non voler cambiare le cose. Adesso si scopre che la legge che doveva rappresentare la rivoluzione copernicana del lavoro è un bluff, almeno finora. Basta guardare i dati sull'occupazione: la legge è entrata in vigore i primi giorni di marzo e il picco delle nuove assunzioni c'è stato in gennaio, quando è partita la defiscalizzazione per chi assumeva, poi una costante parabola discendente fino appunto a marzo (ultimi dati disponibili), mese in cui è entrata in vigore la nuova legge. Pure Scalfari, che non può certo essere annoverato tra gli anti-renziani, né tantomeno assimilato ai famosi gufi e rosiconi, ha scritto domenica scorsa che il Jobsact non serve a niente ma è solo un bel giocattolino elettorale. Intanto, però, sull'altare delle fantasmagoriche nuove assunzioni Renzi ha sacrificato l'art. 18, ha istituzionalizzato il precariato con le tutele crescenti e riportato i diritti dei lavoratori agli anni '50 del secolo scorso. Bello, no? E adesso cosa credete che succederà con l'Italicum appena approvato? Esattamente ciò che è successo al Porcellum: sarà fatto a pezzi dalla Consulta perché incostituzionale (e poi siamo sinceri e usiamo per una volta il buon senso: cos'ha di democratico una legge che assegna a chi raggiunge il 40% il 55% dei seggi? Eddai, su).
Capito, cari amici renziani, perché il ritornello di cui parlavo all'inizio non sta in piedi? Guardate che non vi si chiede molto: un po' più di onestà intellettuale e un po' meno partigianeria acritica. In fondo non è così difficile.
Da scuola a caserma (senza ritorno)
Ho dato un'occhiata ai punti principali previsti nella riforma della scuola targata Renzi. Tra le tante, due sono le storture che saltano subito all'occhio: la prima è la balla dei 100.000 e rotti insegnanti che dal biennio 2015/2016 avranno, ci raccontano, un contratto a tempo indeterminato, ossia usciranno finalmente dal precariato. Innanzitutto, da questi 100.000 vanno tolti i 23.000 insegnanti dell'infanzia, che resteranno precari in quanto per loro non è prevista alcuna forma di stabilizzazione, in più i sindacati denunciano che altri 80.000 docenti, inseriti in seconda fascia, non saranno neppure loro toccati da alcuna stabilizzazione. Altro punto controverso, è quello della trasformazione dell'istituto scolastico in una caserma, come già hanno scritto molti. Il preside avrà praticamente diritto di vita e di morte, compresa la facoltà di aumentare lo stipendio agli insegnanti più meritevoli, ovviamente a suo insindacabile giudizio. Contemporaneamente, si avrà una notevole perdita di peso di altri organi, come il consiglio d'istituto e il collegio dei docenti, ai quali, in pratica, rimarrà solo il potere consultivo (in sostanza, si ascolterà all'occorrenza il loro parere, ovviamente non vincolante, ma la decisione finale sarà comunque del dirigente scolastico).
Credo che non sia un caso che agli scioperi di queste ore partecipino anche molti presidi, e mi pare che la paventata trasformazione della scuola in caserma abbia un certo non so che di eufemistico
Credo che non sia un caso che agli scioperi di queste ore partecipino anche molti presidi, e mi pare che la paventata trasformazione della scuola in caserma abbia un certo non so che di eufemistico
domenica 3 maggio 2015
Senza dogmi
Ogni volta che leggo saggi di questo genere (La prova matematica dell'inesistenza di Dio - J. A. Paulos), mi convinco sempre di più di essere fortunato di avere la mente sgombra da dogmi e pregiudizi, e soprattutto fortunato di non aver bisogno di credere all'esistenza di dèi o divinità varie per dare un senso alla mia vita.
Bello.
Bello.
Anche Scalfari, ogni tanto
Non capita spesso, eh, ma Scalfari ogni tanto scrive anche editoriali che condivido, tipo quello di stamattina.
"Comincio dal tema del lavoro. Le cifre diramate dall'Istat tre giorni fa danno un aumento della disoccupazione e in particolare di quella giovanile; una diminuzione dei consumi, una modifica in peggio delle aspettative che erano invece segnalate in aumento il mese scorso. Le cifre sono anche negative per quanto riguarda il fabbisogno del bilancio, a causa della recente sentenza della Corte costituzionale sulle pensioni al di sopra dei 1400 euro mensili, che dovranno essere rimborsate con il calcolo degli interessi. Si tratta di cinque miliardi di euro per l'esercizio in corso, che saliranno a undici nell'anno prossimo. In queste condizioni, l'erogazione di 1,7 miliardi destinati ai ceti più poveri non è più fattibile ed è rinviata "sine die". Ma chi ha commesso l'errore? Non la Fornero, che con quel taglio definito oggi incostituzionale salvò nel 2011 l'Italia dal default, ma il governo attuale che ha dissipato 10 miliardi l'anno e per i prossimi due anni con la regalia elettoralistica degli 80 euro mensili ai redditi superiori agli ottomila euro annui. Avrebbe dovuto destinare quella cifra al taglio del cuneo fiscale (Irap) e oggi - pur dopo la sentenza della Consulta - avrebbe ancora le risorse finanziarie per aiutare i non capienti e continuare ancora ad intervenire sull'Irap. Queste vicende mettono anche in evidenza che il Jobs Act, come ho già scritto più volte, è un prezioso oggetto esposto in vetrina ma con nessuna incidenza sull'occupazione. Non crea nuovi posti di lavoro. Li creerà quando finalmente una vera legge sul lavoro sarà presentata dal governo e votata dal Parlamento come chiede Draghi da mesi. Ma il governo è in tutt'altre faccende affaccendato."
Qui l'editoriale completo: http://tinyurl.com/mx7bhc9
"Comincio dal tema del lavoro. Le cifre diramate dall'Istat tre giorni fa danno un aumento della disoccupazione e in particolare di quella giovanile; una diminuzione dei consumi, una modifica in peggio delle aspettative che erano invece segnalate in aumento il mese scorso. Le cifre sono anche negative per quanto riguarda il fabbisogno del bilancio, a causa della recente sentenza della Corte costituzionale sulle pensioni al di sopra dei 1400 euro mensili, che dovranno essere rimborsate con il calcolo degli interessi. Si tratta di cinque miliardi di euro per l'esercizio in corso, che saliranno a undici nell'anno prossimo. In queste condizioni, l'erogazione di 1,7 miliardi destinati ai ceti più poveri non è più fattibile ed è rinviata "sine die". Ma chi ha commesso l'errore? Non la Fornero, che con quel taglio definito oggi incostituzionale salvò nel 2011 l'Italia dal default, ma il governo attuale che ha dissipato 10 miliardi l'anno e per i prossimi due anni con la regalia elettoralistica degli 80 euro mensili ai redditi superiori agli ottomila euro annui. Avrebbe dovuto destinare quella cifra al taglio del cuneo fiscale (Irap) e oggi - pur dopo la sentenza della Consulta - avrebbe ancora le risorse finanziarie per aiutare i non capienti e continuare ancora ad intervenire sull'Irap. Queste vicende mettono anche in evidenza che il Jobs Act, come ho già scritto più volte, è un prezioso oggetto esposto in vetrina ma con nessuna incidenza sull'occupazione. Non crea nuovi posti di lavoro. Li creerà quando finalmente una vera legge sul lavoro sarà presentata dal governo e votata dal Parlamento come chiede Draghi da mesi. Ma il governo è in tutt'altre faccende affaccendato."
Qui l'editoriale completo: http://tinyurl.com/mx7bhc9
sabato 2 maggio 2015
La pancia del tenero Angelino
Ehm, ci sarebbe da spiegare al risoluto Alfano, che per qualche inspiegabile motivo è stato messo a capo degli Interni, che la pancia è un conto, le regole e le procedure della giustizia un altro. Ora, assodato che i responsabili delle devastazioni è giusto e sacrosanto che rispondano di ciò che hanno combinato, c'è da far notare che la frase "nessuno si sogni di liberarli subito!" non può trovare posto in un paese in cui - almeno è quello che si dice - vige la democrazia e lo stato di diritto.
I signorini in questione, ad esempio, saranno processati e (ci si augura) condannati secondo quanto prevede il nostro codice penale, e non è da escludere che i giudici ravvisino nei loro confronti la non indispensabilità della carcerazione preventiva, in attesa del processo. È previsto dalle nostre leggi, che un ministro dell'Interno ci si augura conosca a menadito. Ecco perché quella frase è particolarmente sgraziata e fuori luogo, perché denota il classico ragionamento di pancia dei Salvini e delle Santanché, e il rispetto delle regole sta esattamente dalla parte opposta.
Schiaffoni tardivi
"Quattro schiaffoni glieli avrei anche dati, ma cosa avrei risolto così?" dice il padre della zucca vuota intervistato da un tiggi, quello che ha detto che godeva a distruggere tutto.
In effetti, su una zucca con tale quantità di vuoto pneumatico dubito pure io che quattro ceffoni avrebbero potuto sortire qualche effetto. Purtroppo, non avendogliene il padre mai dati, non possiamo avere conferma a questa ipotesi.
In effetti, su una zucca con tale quantità di vuoto pneumatico dubito pure io che quattro ceffoni avrebbero potuto sortire qualche effetto. Purtroppo, non avendogliene il padre mai dati, non possiamo avere conferma a questa ipotesi.
Paragoni del menga
Parere personale: quelli che scrivono che chi si scandalizza per qualche auto bruciata e qualche negozio devastato dovrebbe scandalizzarsi di più per i milioni di euro buttati nell'Expo, hanno un quoziente intellettivo molto vicino allo zero, e non credo serva che stia qui a spiegare perché.
E badate bene che a me dell'Expo non frega assolutamente niente.
E badate bene che a me dell'Expo non frega assolutamente niente.
venerdì 1 maggio 2015
Con la Polizia
Giusto per chiarezza, quando succedono 'ste cose qua io sto dalla parte della Polizia. Sempre. Perché l'immensa testa di cazzo incappucciato che pensa che questo sia un modo di manifestare, che dà fuoco a una macchina qualsiasi che potrebbe essere la mia macchina, che distrugge il negozio a uno che magari dell'Expo non frega neppure niente, ecco, una testa di cazzo così merita solo dosi massicce di manganelli, di idranti e di tutto quello che serve.