domenica 27 settembre 2020

Questo bacio vada al mondo intero

 


Questo romanzo, che ho letteralmente divorato, è la dimostrazione della fondatezza di una vecchia teoria molto nota agli appassionati di libri: quando si va in biblioteca o in libreria, ma anche quando si gira per bancarelle di libri usati, e io lo faccio spesso, non è mai il lettore che è in cerca di un libro ma è il libro che cerca il lettore. 

Non conoscevo Colum McCann né avevo mai sentito parlare di questo libro, mi è capitato in mano per caso e l'ho preso solo perché incuriosito dal titolo e dall'immagine di quella figura stilizzata che cammina in equilibrio tra due palazzi. Immagine che non è casuale, perché McCann ha scritto questo romanzo ispirandosi alla camminata che Philippe Petit, nell'agosto del 1974, fece realmente su un cavo teso tra le torri gemelle del (fu) World Trade Center di New York, a oltre 400 metri di altezza dal suolo.

Il filo di questo funambolo passa attraverso le storie narrate nel romanzo. Ogni capitolo è una storia che solo apparentemente è slegata dalle altre, mentre in realtà tutte sono in qualche modo connesse tra loro non solo dal filo del funambolo ma anche dai medesimi personaggi che, inaspettatamente, capita che facciano capolino in capitoli diversi. È un romanzo corale, scritto in una prosa a tratti molto poetica, in cui i personaggi sono caratterizzati da una intensa umanità. È un libro che parla di vita, di amore, di dolore, di tristezza, ma anche di morte e delle modalità con cui essa si può palesare e in un momento cambiare le carte sulla tavola dei programmi e delle pianificazioni che tanto si ama fare.

Quel filo teso sull'abisso, dal quale in un attimo si può perdere l'equilibrio e cadere, credo sia la metafora perfetta con cui l'autore ha voluto rappresentare tutto questo. Uno dei romanzi più belli che mi sia capitato di leggere quest'anno.

6 commenti:

Angela ha detto...

è un titolo di cui ho sentito parlare, ma che non ho mai letto. Mi pare meriti!!

Gwendalyne ha detto...

Ero all'oscuro dell'esistenza di Philippe Petit finché non ho letto questo post di Riccardo Gazzaniga, e ne sono rimasta affascinata. So che alla sua vicenda è stato dedicato un documentario e, più di recente, un film diretto da Robert Zemeckis, ma questo libro si aggiunge prepotentemente alla lista delle cose a cui intendo dedicarmi!

Andrea Sacchini ha detto...

A mio parere, sì.

Andrea Sacchini ha detto...

Sì, è uscito anche un film ispirato alla vicenda. Tra l'altro anche molto bello.

Pino ha detto...

Non conosco questo autore. Sono d'accordo quando dici che è il libro a cercare il lettore. Capita anche a me e quando mi trovo in libreria o tra le bancarelle dei libri usati, spesso è una bella copertina o un bel titolo che mi fanno l'occhiolino ;)

Andrea Sacchini ha detto...

Verissimo. In fondo farsi catturare da un titolo è un po' come fare... un salto nel vuoto. Non come quello di Petit, ma è un salto anche quello :-)

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