sabato 19 ottobre 2019

La migliore risposta sui vaccini

Sul femminile di Repubblica c'è una interessante rubrica settimanale in cui Umberto Galimberti risponde alle domande che gli rivolgono i lettori su temi di attualità. Questa settimana (19.10.2019) si parla degli immancabili vaccini e a interpellarlo è tale Daniele Gambi. Ecco il testo della sua domanda.

Sono un ingegnere e parte di un movimento di genitori che lottano per la libera scelta vaccinale. Non siamo contro i vaccini ma, evidenziando la mancanza di unanimità nel pensiero scientifico sui rischi legati alle vaccinazioni, non vediamo di buon'occhio una legge che viola il diritto alla libertà di cura e il principio di precauzione. Nel contempo i nostri figli rischiano emarginazione ed esclusione scolastica per via di una scelta presa in modo responsabile. Mi piacerebbe avere un confronto con lei sul tema.

La risposta di Umberto Galimberti.

La vita è incerta e, per quante precauzioni si prendono, nessuno ce la può garantire. La scienza è ipotetica e non ha mai preteso di dire la verità, semplicemente fornisce risposte esatte, ossia ottenute dalle ipotesi che anticipa, e che poi verifica con l'esperimento, riproducibile ovunque, da chiunque, con i medesimi risultati. Se non seguisse questa procedura rigorosa le sue affermazioni non sarebbero scientifiche, ma opinabili. E in base alle opinioni, a nessun legislatore verrebbe in mente di prescrivere alla popolazione pratiche di medicina preventiva, quali sono appunto le vaccinazioni. La scienza è ipotetica, ma non opinabile, mentre è opinabile la sua opinione che si è formata a prescindere dal metodo scientifico, dal momento che non è stata sottoposta a verifica sperimentale come poco sopra l'ho descritta, e di conseguenza, al pari di tutte le opinioni, vale tanto quanto l'opinione contraria. 

Il principio di precauzione a cui lei fa riferimento ci riporterebbe all'età della pietra, perché non c'è farmaco che non abbia i suoi effetti secondari, il cui danno comunque è decisamente inferiore ai benefici che il farmaco arreca. Si conferma così che il principio di precauzione risponde al bisogno di disporre di certezze assolute nel decidere le proprie scelte, quando una certezza assoluta non gliela può dare neanche un risotto con i funghi o una pastasciutta alle vongole, nei cui confronti non si sollevano particolari obiezioni nei movimenti di protesta. 

Da parte mia penso che il principio di precauzione risponda più a un nostro bisogno d'ansia generalizzata che a un'autentica tutela dai mali che nella vita possiamo incontrare. Quanto poi al diritto alla libertà di cura, che lei sente violato da una legge che impone le vaccinazioni, è un diritto che lei ritiene di poter esercitare a partire dalla sua opinione che le vaccinazioni fanno male. Ma che ne sarebbe di una società dove ciascuno esercita la propria libertà a partire dalle proprie personali opinioni? Opinioni che, per giunta, non si fondano su verifiche sperimentate come tutte le conclusioni scientifiche, ma sul "sentito dire", o peggio ancora su quelle pseudo- religioni che, per seguire la natura e non alterarla, aborrono i farmaci, quando non addirittura gli interventi medici, anche nel caso di interventi, questa volta si precauzionali, per evitare situazioni epidemiche da cui ci difende la medicina preventiva. 

Ritengo che l'esercizio della libertà sia consentito solo all'interno della legge. Per questo, come ho scritto in più occasioni, sono contro l'obiezione di coscienza, perché che cos'è la nostra coscienza se non un insieme di convinzioni dovute alla nostra educazione, ai maestri che abbiamo avuto, ai libri che abbiamo letto, agli incontri che abbiamo fatto, quindi qualcosa del tutto personale che può confliggere con la nostra responsabilità sociale? Non è raro infatti il caso che l'etica della responsabilità sociale possa dare ordini diversi dall'etica individuale. E privilegiare quest'ultima alla prima significa diventare irresponsabili, nel nostro caso nei confronti di quanti possono essere infettati da malattie (penso ad esempio agli immunodepressi che hanno difese immunitarie ridotte) da bambini che non accedono alla vaccinazione perché i loro genitori hanno adottato il principio di precauzione e tutelato il loro diritto alla libertà, dove i presunti rischi che non si vogliono far correre ai propri figli li si fanno correre con molta probabilità ai figli degli altri. 

Lei è una persona molto gentile e mi scuso se le mie considerazioni sono state espresse in modo troppo apodittico. Ma quando si tratta di responsabilità collettiva, la libertà personale è bene che faccia un passo indietro.

4 commenti:

Sara ha detto...

Purtroppo è un tema complesso, affrontato con un approccio gordiano dalle istituzioni.

Andrea Sacchini ha detto...

È un tema complesso? Può darsi, ma è anche vero che viviamo da tempo in una società che presenta problemi estremamente complessi o che comunque esulano per gran parte dalle competenze medie di gran parte delle persone. E per questo motivo, mai come oggi, credo che per riuscire a venirne a capo sia necessario ascoltare chi ha competenza.

Insonne ha detto...

Ma secondo voi questa evidenza scientifica è veramente tale o presunta perchè siccome i medici vengono pagati per ogni vaccinazione che fanno ed al raggiungimento degli obiettivi sono bei soldini ...non c'è un palese conflitto d'interessi? Cioè se loro svolgono il loro lavoro perchè devono essere incentivati ( pagati in più) solo quando vaccinano..ah poi questi soldi in più chi li mette le case farmaceutiche o noi con le nostre tasse? Questo è un bel business altrochè...tutti a libro paga e via...ah ah Qui sotto i link ufficiali con le cifre ...ne ho trovati alcuni ma è evidente che è una prassi consolidata...

http://www.mednat.org/vaccini/medici_pagati_per_vaccinare.pdf
https://www.fimptoscana.org/sites/fimptoscana.org/files/Accordo%20Regionale%20Vaccinazioni_09.04.2015.pdf
https://www.fimmgcagliari.org/modules/GestNews/allegati/rvh1ncf2ygtx84kpsdzj.pdf




Andrea Sacchini ha detto...

Le evidenze scientifiche circa l'utilità dei vaccini sono ammesse perfino da molti cosiddetti "novax", perlomeno da quelli con meno prosciutto sugli occhi. Naturalmente, tali evidenze è difficile trovarle su siti come mednat.org.

Per quanto riguarda i presunti conflitti di interesse, invece, c'è da dire che viviamo da tempo in una società in cui il denaro è diventato il primo scopo di ogni attività umana, comprese quelle che lavorano per la nostra salute. Ciò è dimostrato, ad esempio, dal fatto che tantissime patologie che qua in Occidente sono curabili da decenni, in molti paesi africani sono ancora causa di morte semplicemente perché là non ce le si può permettere.

Ora, io non so se esista questo problema del conflitto di interesse nel campo delle vaccinazioni, e tendo a non escluderlo a priori, ma se anche esistesse, non vedo come questo argomentazione potrebbe essere utilizzata per contestare l'evidenza storica dell'utilità dei vaccini.

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