martedì 24 settembre 2019

Il pianista sul Monte Bianco

Tra ieri e oggi mi è successo un fatto che credo meriti di essere raccontato. Ha a che fare con le coincidenze, e se non è una coincidenza questa... Ma vado con ordine.

Ieri ho visitato, per la prima volta in vita mia, il Monte Bianco. La salita verso la cima si effettua tramite Skyway, un sistema di funivie con base a Courmayeur. Nel tragitto tra la base e la cima c'è una stazione intermedia chiamata Pavillon, dove si scende da una linea della funivia e si sale su quella che porta a Cima Hellbroner, la sommità. Nelle sale panoramiche di questa fermata intermedia c'è un pianoforte a coda bianco Steinway & Sons (per chi non fosse pratico di pianoforti, si tratta della casa produttrice di questo strumento più blasonata al mondo). È lì a disposizione di chiunque lo voglia suonare. Siccome dovevo aspettare che arrivasse la funivia per la cima, ne ho approfittato per suonare qualcosa. Niente di che, un po' di improvvisazioni su un giro maggiore e un accenno della Marcia alla turca di Mozart.

A un certo punto si è avvicinato un signore, quello che vedete nella foto qui sotto, che ha cominciato a riprendere la mia modesta performance con la sua macchina fotografica.





Quando ho terminato di suonare e mi sono alzato, è venuto verso di me, mi ha salutato cordialmente e, in un inglese un po' stentato, mi ha fatto sentiti complimenti per il mio mini concerto (segno che non si intendeva molto di musica, dal momento che la composizione di Mozart l'avevo abbastanza storpiata, ma va bene lo stesso, i complimenti fanno sempre piacere). Poi sono salito sulla funivia per la vetta del Bianco e per me la cosa è finita lì.

Arriviamo a oggi. Questa mattina visito il castello di Fénis, vicino ad Aosta, e all'uscita mi fermo con mia moglie a pranzare in una trattoria lì nei paraggi. Entro, mi siedo a un tavolo e, mentre spulcio il menu, mi accorgo che un signore si avvicina al mio tavolo con una macchina fotografica in mano. Io non so chi sia, non lo riconosco, e lui, avvicinandola a me, mi mostra un'immagine sul display: sono io che suono il pianoforte sul monte Bianco. In quel momento realizzo che è il signore che il giorno prima mi aveva ripreso mentre suonavo. Rimango sbalordito, così come mia moglie. Mi dice, sempre nel suo inglese un po' stentato, di avermi riconosciuto appena sono entrato, e siccome sua moglie, nel frattempo rimasta al tavolo, non credeva fossi la stessa persona del giorno prima, è venuto da me per dimostrarglielo. Poi ci siamo salutati di nuovo e ognuno è andato per la sua strada.

È tutto il giorno che penso a questa cosa. Com'è possibile che due perfetti sconosciuti, di paesi diversi, incontratisi per caso un giorno, si incontrino sempre per caso, il giorno dopo, alla stessa ora e nello stesso posto? È possibile. Si chiamano coincidenze, sono belle, e quando succedono stupiscono e fanno un po' pensare.

4 commenti:

siu ha detto...

Che storia bella e incredibile! Davvero una di quelle che non si dimenticano...
(purtroppo da quelle parti ne stanno succedendo anche di altrettanto incredibili ma meno belle:
https://www.corriere.it/cronache/19_settembre_24/courmayeur-ghiacciaio-plancipiuex-minaccia-cadere-strade-chiuse-case-evacuate-e3ca94c6-dedb-11e9-a10b-ca7db0bcf850.shtml )

Andrea Sacchini ha detto...

Sì, ho letto. Pensa che la val Ferret avevo intenzione di visitarla ieri, poi invece si è fatto tardi e ho lasciato perdere.

Mariella ha detto...

Non ci credo che tu abbia storpiato Mozart. Anche noi italiani facciamo pianoforti meravigliosi.
Ad esempio Fazioli. Io mi incanto sempre quando passo accanto alle sue vertine.

Mariella ha detto...

*vetrine.

Ritrovamenti

  Ho tr ovato, semisepolto nella libreria di mia mamma, questo libro. Non ho la più pallida idea di chi sia Gaspare Gozzi. Gliel'ho most...