sabato 21 settembre 2019

Guerra al contante

Alcune settimane fa ho trascorso un paio di giorni in Austria. Ho portato da casa un po' di contante, ovviamente, ma ne ho utilizzato una piccolissima parte, per il grosso degli acquisti mi sono servito della normale carta di credito. Non per fare chissà quali acquisti, ma anche per i semplici caffé nei bar o per saldare il conto della pizzeria. Una cosa semplice e velocissima (sotto i 25 euro di spesa non occorre il codice, è sufficiente che il barista la avvicini a un apposito lettore ottico e un bip certifica l'avvenuta transazione). Semplicissimo e soprattutto comodissimo, questo sistema, tra l'altro utilizzato praticamente da tutti, là.

Questo è il motivo per cui fatico a comprendere i malumori, specie di una certa destra, ogni volta che un governo propone di mettere qualche paletto all'uso del contante per agevolare i pagamenti elettronici. Alla fine credo sia solo questione di cambiare abitudine. E se, oltre alla comodità, i pagamenti elettronici contribuiscono almeno un po' ad arginare il fiume di evasione fiscale in cui annega il nostro paese, perché no?

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