sabato 11 maggio 2019

Armi di distrazione di massa

I grembiuli, la cannabis, la legittima difesa, e aggiungete pure quello che volete all'elenco degli annunci con cui promette di risolvere emergenze che non esistono. Ogni giorno un'arma di distrazione di massa. D'altra parte a chi non piacciono le distrazioni? Siamo il popolo che consuma più televisione e legge meno libri d'Europa, forse del mondo, e non è che si guarda la televisione per documentarsi su qualcosa, ma per distrarsi. Prova ne è il fatto che i programmi che insegnano qualcosa li trasmettono dalle due di notte in poi, mica in prima serata.

Quando la televisione nacque e cominciò a occupare le case degli italiani, fine anni cinquanta inizio sessanta, alle otto e mezza di sera, in prima serata, c'erano trasmissioni su Pirandello, Manzoni. Oggi c'è Ciao Darwin. Ci abbiamo perso o guadagnato? Ci abbiamo perso, perlomeno in capacità e abitudine al pensiero, specialmente quello critico.

Se una popolazione non legge, non pensa, e se non pensa è normale che poi si innamori di personaggi come Salvini e altri prima di lui. Se il fideismo, i pregiudizi, l'emotività, l'incultura, la suggestione, l'appartenenza acritica a una fede politica in tutto simile a quella calcistica, se questi sono i presupposti con cui si entra in una cabina elettorale, non ci si può sorprendere del livello politico a cui si può scendere.

Queste cose, che senza cultura non ci può essere democrazia, le aveva già capite 2400 anni fa Platone, quello che la democrazia l'ha inventata, il quale sosteneva che siccome gli ateniesi erano ancora troppo ignoranti, bisognava aspettare. Prima si doveva fare opera di educazione, di insegnamento, e poi si sarebbe potuto cominciare ad applicare la democrazia, lasciando nel frattempo che fossero gli aristocratici a gestire la cosa pubblica.

È inutile, oggi, pretendere che un paese come il nostro, agli ultimi posti in Europa per la comprensione di un testo scritto, sia democratico. Può solo essere un paese dove prosperano i Berlusconi, i Renzi, i Salvini e i Di Maio. Difficile che ci sposteremo di lì, perlomeno nel breve periodo.

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