domenica 27 gennaio 2019

Venticinque anni fa

All'epoca non seguivo granché la politica, ero più interessato a chitarre e tastiere, ma mi ricordo abbastanza bene la sceneggiata che passavano i telegiornali della famigerata discesa in campo: la calza a rete sulla telecamera, i libri finti sulla finta libreria alle sue spalle e la sua persona, finta pure essa già all'epoca.

Si celebra il venticinquennale del partito il cui fondatore e padrone è stato per più di un ventennio forse il maggior responsabile della spaventosa regressione morale e culturale che oggi flagella in nostro paese; un partito che doveva essere popolare - ci raccontavano - e che invece era la peggior declinazione del populismo più becero, intransigente e ottuso, di cui oggi vediamo gli epigoni al lavoro.

Non c'è niente da celebrare, c'è semmai molto da commemorare.

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