lunedì 17 dicembre 2018

Bonus libri

Il governo ha confermato per il prossimo anno il bonus cultura, restringendo però il campo ai soli libri ed escludendo concerti, CD, DVD ecc.

Primo pensiero: è curioso che un governo come quello attuale, la cui fortuna è dovuta a una base elettorale che con la cultura non è che vada proprio a nozze, si preoccupi di valorizzarla. Vabbe'.

Secondo pensiero: il bonus cultura, cinquecento euro per i diciottenni da spendere in libri, è stato se non ricordo male un'invenzione di Renzi. Dal momento che Salvini e soci l'hanno riconfermato, se ne deduce che non era in fondo in fondo un'idea così malvagia.

Se poi si va a spulciare il contenuto della famosa manovra economica, si scopre che oltre al bonus cultura sono stati riconfermati anche gli ottanta euro, su cui sia la Lega che i Cinquestelle all'epoca dell'introduzione dissero peste e corna, il bonus bebè (seppure parzialmente riveduto) e, dulcis in fundo, il bonus dei cinquecento euro per i docenti, tutte misure introdotte dall'esecutivo del tipo dall'ipertrofico io.

Sarà anche il governo del cambiamento, come si definiscono loro, ma è un cambiamento che forse sta più nelle chiacchiere che nei fatti.

3 commenti:

  1. Ciao Andrea.
    Premetto di essere un tuo affezionato lettore e di leggerti sempre con grande interesse. Permettimi però di farti notare un eccesso di ideologia in alcuni tuoi post che, per effetto di un sovradosaggio di vis polemica e di idiosincrasia nei confronti di questo governo, rischia di replicare la stessa sterilità che ha tenuto a galla Berlusconi per tanto tempo, proprio grazie ai suoi detrattori.
    Intervengo proprio sul post relativo al bonus libri perché coglie proprio la parte pregiudiziale dei tuoi post.
    Sebbene, come scrivi tu stesso, sia paradossale, quando non ridicolo, che le misure osteggiate in prima battuta da un governo antagonista vengano poi accolte senza batter ciglio quanto i ruoli tra governo e opposizione si invertono, non mi sembra che il caso della refrattarietà alla cultura da parte di questo governo possa essere letto così apoditticamente. Purtroppo siamo entrati ormai da tempo in un clima di campagna elettorale perenne, giocata costantemente sulla delegittimazione dell’avversario, che – come chiariva uno studioso di razza come Murray Edelman già trent’anni fa –è la strada più breve per definire la propria identità per carenza di confini ideali.
    Venendo al bonus libri, tu scrivi che “è curioso che un governo come quello attuale, la cui fortuna è dovuta a una base elettorale che con la cultura non è che vada proprio a nozze, si preoccupi di valorizzarla”. Mi sembra che affermazioni del genere siano arbitrarie, perché il governo è composto da due anime radicalmente diverse tra loro e il problema dell’elettorato bue non è da restringersi solo a quello di M5S o Lega, pur nelle loro evidenti differenze (https://youmedia.fanpage.it/video/aa/W87vpeSw7dcHxkv0). È un governo di compromesso che, al di là delle ignobili e indigeribili pagliacciate di Salvini, sta varando una serie di politiche di tipo socialista che invece dovresti apprezzare, tutte di marca pentastellata: abbattimento dei vitalizi parlamentari, tetto ai superstipendi e alle pensioni d’oro, monitoraggio degli stipendi per gli impiegati pubblici (compresi quelli della Rai), reddito di cittadinanza, ecotassa sui suv e le auto di maggiore cilindrata, aumento del salario minimo, superamento del jobs act, decreto anticorruzione, senza contare il fatto che il braccio di ferro con l’Unione Europea è un segno vibrante con cui l’Italia si smarca dall’ingerenza delle banche centrali, di cui l’UE non è che la versione mascherata. Vediamo se riusciamo ad evitare di finire come la Grecia.
    Quanto alla cultura, pur sottoscrivendo che né Salvini né la Taverna sono esempi fulgidi di conoscenza (ma l’elenco sarebbe lungo e comunque un’inchiesta dell’Espresso dimostra che sono i parlamentari 5S quelli col più alto titolo di studio: guarda qui http://espresso.repubblica.it/palazzo/2018/02/22/news/elezioni-abbiamo-passato-i-candidati-ai-raggi-x-il-titolo-di-studi-piu-alto-lo-hanno-i-5-stelle-1.318627), sappi che qui a Roma – dove abito e lavoro –sono state fatte due cose straordinarie: la prima è la messa a bando di gara di tutte le attività culturali – dalle iniziative per le biblioteche alla maratona cittadina, fino all’assegnazione delle arene estive – sottraendole a chi finora le aveva ottenute per “investitura”. L’altra è che da quando abbiamo Luca Bergamo assessore alla cultura io non ho mai visto una vita culturale così effervescente dai tempi di Nicolini (l’inventore dell’estate romana: ne avrai sentito parlare), peraltro con misure anch’esse nella direzione di una maggiore equità sociale, come la carta che dà diritto d’entrata nei musei a un prezzo simbolico.
    Insomma, ti invito a distinguere meglio tra cinque stelle e lega.
    Un caro saluto.

    Stefano

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  2. Accolgo volentieri l'invito a distinguere meglio tra Cinquestelle e Lega, Stefano, ma permettimi di controbattere velocemente ad alcune cose che hai detto - di carne al fuoco ne hai messa tanta, impossibile sviscerare tutto.

    Cominciamo dalla faccenda dei bonus. Quando Renzi varò gli 80 euro e i vari bonus elencati nel mio post, fu fatto oggetto di strali e dileggio sia dai Cinquestelle che dalla Lega. Questo è innegabile, basta googlare un po' per averne riprova. Pure io, all'epoca, bollai come inutile e propagandistica la misura che secondo lui avrebbe dato uno slancio incredibile all'economia (poi s'è visto com'è andata a finire). Più in generale, 80 euro a parte, non sono mai stato tenero verso di lui, la sua politica e le sue enormi contraddizioni, come chiunque può rendersi conto leggendo i post che scrivevo quando c'era lui al governo. Adesso, gli stessi soggetti che crocifiggevano Renzi per quelle misure sono al governo e, guarda un po', legiferano allo stesso modo, riproponendo pedissequamente le medesime misure inizialmente oggetto di critica. Se io faccio notare questo, non credo di farlo in base a pregiudizi, ma in base a fatti oggettivi. Riconoscerei una valenza pregiudiziale nei miei scritti se le pulci le facessi a una parte politica e ignorassi tutte le altre. Ma non è così. Nel corso dei dodici anni di vita di questo piccolo blog di campagna, mi sono esercitato a mettere in luce le contraddizioni e le incoerenze di tutti gli esecutivi che mi è capitato di osservare, a partire da Prodi via via fino ad arrivare a oggi. Ecco perché respingo al mittente le accuse di pregiudizio nei confronti di questo esecutivo in generale e dei grillini in particolare.

    Tu dici che questo è un governo di compromesso e che oltre alle ignobili pagliacciate di Salvini c'è ben altro. Sarà anche vero, ma lasciando da parte la quota 100 voluta dalla Lega, una barzelletta che si rivelerà un boomerang enorme per la Lega quando il suo elettorato avrà mangiato la foglia, io non vedo niente di rivoluzionario nel reddito di cittadinanza. Come si può pensare che verranno elargiti 780 euro a chi è disoccupato in attesa che un lavoro gli caschi dalle nuvole? Ma chi mai si alzerà la mattina per andare a lavorare quando si può vivere di piccole occupazioni in nero? È evidente che si tratta di una presa per i fondelli, e non c'è nessun pregiudizio in questa osservazione. Poi magari sarò smentito, e sotto certi punti di vista ne sarei pure felice, ma conosco troppo bene gli italiani per profetizzare che il reddito di cittadinanza, se mai si farà, sarà un flop totale.

    Per quanto riguarda la questione delle attività culturali a Roma, non ho difficoltà a credere che siano state fatte le cose dici su iniziativa dei Cinquestelle, e sono contento che siano state fatte, ma io non conosco la realtà locale di Roma, i Cinquestelle che prendo in esame sono quelli che sono alla guida del governo nazionale, perché è lì che vengono prese le decisioni che poi impatteranno sulla vita di tutti. E, francamente, lo spettacolo offerto dai Cinquestelle è desolante sotto molti punti di vista. Non tutti ma parecchi.


    Ciao, Stefano.

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  3. In passato ho votato il movimento, oggi non lo rifarei.

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