giovedì 8 febbraio 2018

Minniti e la resa

Forse è una resa tout court al fascismo, tra l'altro pure ammantata di una certa intrinseca coerenza, dal momento che i toni e i metodi usati ("Se questo non avverrà, ci penserà il ministro dell'Interno ad evitare tali manifestazioni") ricordano quelli in voga nel ventennio per silenziare il libero pensiero e la libertà di manifestare pubblicamente il dissenso.

Già ha lascito abbastanza basiti l'invito del sindaco di Macerata ad annullare la prevista manifestazione antifascista di sabato prossimo, sconcerto cresciuto dopo che l'Anpi ha incredibilmente accettato di raccoglierlo, poi il ministro dell'Interno che rincara la dose con quei toni intimidatori. La ridicola motivazione è sempre quella, buona per tutte le occasioni: il timore di scontri, tafferugli e casini.

Eh, certo, la tranquillità prima di tutto, scherziamo? Così, mentre il casino si lascia fare ai rigurgiti fascisti che ormai da tempo fanno paurosamente capolino in ogni parte dello stivale, gli antifascisti se ne stiano lì buoni e tranquilli, ché il silenzio è d'oro e la resa definitivamente firmata.

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