mercoledì 1 novembre 2017

Giustizia a orologeria (di nuovo)

Da queste parti non si è mai creduto alla tesi complottista della giustizia a orologeria, tesi nata dalla fertile e inesauribile fantasia del giornalame di destra all'indomani della infausta discesa in campo del tipo delle cene eleganti, nell'ormai lontano 1993. Per un motivo molto semplice: in Italia tra elezioni comunali, regionali, politiche ecc. si vota molto frequentemente e se un tipo ha sul groppone un certo numero di procedimenti giudiziari, e lui ne ha a vagonate, è abbastanza probabile che le due cose si incrocino. Certo, la tempistica con cui la procura di Firenze ha, a pochi giorni dalle regionali in Sicilia, riaperto i fascicoli a carico di Berlusconi e Dell'Utri, dove si ipotizza un loro coinvolgimento in veste di mandanti occulti delle stragi mafiose del '92 e '93, può far sospettare che la tesi della giustizia a orologeria abbia un qualche fondamento, tesi che nei lettori assidui di Libero e Giornale è una certezza.

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