giovedì 16 febbraio 2017

E

Capita ancora che m'imbatta in discussioni grammaticali che non dovrebbero neppure esistere. Se poi la tipa la mena affermando, con una sicumera degna di miglior causa, che, caschi il mondo, virgola ed e non possono stare insieme, o si mette l'una o si mette l'altra, perché la sua insegnante delle elementari - presumo si parli del Pleistocene inferiore o giù di lì - era categorica su questo, allora davvero avrei dovuto mollarla subito. E invece mi sono lasciato trascinare, cavolo. 
Intendiamoci, è vero, pure la signora Silvana delle mie elementari in presenza di una virgola e una e schiaffava vistosi segnacci rossi, ma si parla appunto di quarant'anni fa. La lingua non è una roba statica, granitica, immodificabile, ma cambia, evolve, si modifica, come tutto del resto, e oggi (ho appena messo la e dopo la virgola, sta così male?) è quasi la regola accoppiare la congiunzione per eccellenza col segno di interpunzione, del resto basta prendere in mano un qualsiasi libro per rendersene conto - evidentemente la tipa non ne legge molti. Pure quei duri e puri dei cruschiani non lo classificano più come errore, quindi di che stiamo a parlare?
Niente, quella là dovevo mollarla subito, dài.

4 commenti:

Romina ha detto...

Andrea, sì, è meglio lasciar perdere queste discussioni, tanto è tutto inutile.
La tipa ha torto, ovviamente, perché la virgola ha una molteplicità di usi, tra i quali evidenziare determinate frasi o parole e scandire il ritmo di un testo.
Quando io voglio scrivere poesia in prosa (o prosa poetica), cosa che faccio spesso, uso volontariamente la virgola seguita dalla congiunzione "e" per rallentare il ritmo delle frasi e produrre così sul lettore un effetto "ipnotico".
Le regolette scolastiche servono per far imparare alcune nozioni di base, che però spesso sono superate nel momento stesso in cui vengono insegnate.

Una volta, mi capitò una tizio che mi contestò l'uso del "cosa" interrogativo. Con l'aria da professore del ciufolo, mi disse che bisogna sempre scrivere "che cosa" seguito dal segno interrogativo, senza omettere l'indispensabile "che". Io gli citai un dizionario di fine Ottocento in cui il "cosa" interrogativo figurava già come corretto. Del resto, era stato usato anche da Manzoni, che non era proprio l'ultimo arrivato. :D
E lo impiegano tutti, anche i docenti universitari.

Un saluto!

Andrea Sacchini ha detto...

Niente, bisogna che impari a impiegare meglio il mio tempo.
Ciao, Romina :)

Anonimo ha detto...

virgola e articolo possono stare insieme in alcuni casi.

Per esempio: "ho mangiato pane e prosciutto" qui la virgola non va.

oppure: "Sono stato al mare e, guardandomi intorno, ho visto una tipa niente male"

in questo caso la virgola va. NOn è complicato in fondo, se ci sono frasi subordinate la virgola si può usare negli altri casi no.

non posso scrivere, per esempio, "mi sono fatto servire del vino, e dell'acqua al mio tavolo.

su questo siamo d'accordo. Spero...

Andrea Sacchini ha detto...

>NOn è complicato in fondo

No, per chi sa come usarle, 'ste benedette virgole, non è complicato. Ma siamo sempre lì: se non si ha dimestichezza c'è poco da fare. C'è da aggiungere, poi, che le regole che ne codificano l'uso non sono così rigide, inflessibili, ma suscettibili di essere adattate alla sensibilità di chi scrive.

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