domenica 8 gennaio 2017

La paranza dei bambini



Quando ho preso in mano questo libro, venerdì mattina, uno dei due che mi ha regalato Chiara per Natale, ho messo in conto che avrei anche potuto non terminarlo. Tale supposizione era giustificata dal fatto che Gomorra, uno dei due precedenti libri di Saviano, che lessi qualche anno fa, non mi piacque per niente e lo finii con fatica. In effetti, come avevo già accennato in uno dei post qui sotto, tutta la prima parte del libro l'ho trovata piuttosto pesantina e priva di mordente, solo da metà in poi tutta la storia ha acquistato un certo interesse, generato dalla capacità con cui l'autore ha saputo costruire le vicende relativa ai molti personaggi presenti e al modo in cui è riuscito a legarle tra loro. A generare qualche difficoltà supplementare hanno provveduto i dialoghi diretti tra i personaggi, dialoghi espressi in dialetto napoletano, in una forma comunque abbastanza "edulcorata" in modo da renderlo comprensibile a tutti i lettori, non solo a quelli campani, come spiega l'autore nella postfazione.
La trama è praticamente inesistente ed è limitata unicamente alla narrazione dei vari passaggi che portano un gruppo di amici ancora neppure adolescenti a intraprendere il cammino che li trasformerà in paranza, ossia uno degli innumerevoli bracci armati affiliati alla Camorra.
Non davo molto credito, all'inizio, a questo libro, ma alla fine devo dire che mi è piaciuto.

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