sabato 12 marzo 2016

I libri sono vivi

Sono al riparo dal rischio descritto dal sempre attento Attivissimo perché non ho mai fatto uso di libri digitali, né ho intenzione di farne in futuro. Sono ghiotto di libri, ne "mangio" una media di 40/50 ogni anno, ma sempre e solo libri cartacei. Forse è snobismo, il mio, non lo escludo, e non escludo neppure che se ne provassi a leggere uno in formato elettronico non mi piacerebbe, ma non lo faccio perché i libri sono qualcosa di vivo, e temo che questa "vita" andrebbe persa nei freddi circuiti elettronici di un e-reader. So perfettamente che i moderni lettori di libri elettronici sono congegnati in modo da dare l'impressione di avere in mano un libro vero (stessa sensazione di sfogliare manualmente le pagine, possibilità di inserire note a margine, sottolineature, evidenziazioni ecc.), ma non riesco a farmi affascinare dall'idea.
Quando prendo in mano un libro non prendo in mano un oggetto ma una cosa che sento essere viva, e seguo sempre precisi rituali: butto un occhio alla trama e alle note biografiche dell'autore nei risvolti di copertina, "assaggio" il tipo di carta di cui è fatto (l'ultimo libro di Hawking che ho preso in mano, ad esempio, era stampato su carta lucida, tipo patinata, manco fosse Novella2000, e la cosa devo dire che mi ha fatto un po' senso), prendo confidenza con lo stile grafico usato dalla casa editrice (ognuna ne ha uno suo) per gestire la punteggiatura, i virgolettati ecc. Insomma, un libro è una cosa viva e la vita vive su carta, non su serie di bit, e una volta che si avrà in casa un libro di carta nessuno potrà mai revocare alcuna licenza. Non si revocano licenze alla vita.

3 commenti:

Dagmara Bastianelli ha detto...

Quanta verità in poche righe. Io penso questo: un vero lettore (di quelli da 50/80 libri l'anno) non può che scegliere la carta. Perché chi ama i libri davvero, ama anche la loro forma e aspira ad avere una casa piena di librerie. Ma se vogliamo tralasciare il lato romantico e parlare di scienza, studi su studi dimostrano che la lettura digitale è poco profonda. Chi legge su schermo non è realmente immerso nella storia e fa più fatica, per esempio, a ricostruire l’ordine degli eventi. In ogni caso, questo è il mio pensiero. Tuttavia, essendo per la libertà di scelta e per il rispetto, non imporrò mai il mio punto di vista a un altro. Non voglio essere come i nativi digitali che non fanno altro che sbraitare "basta carta!".

Andrea Sacchini ha detto...

Il lato romantico, se così vogliamo chiamarlo, a me comunque piace, e avere una libreria in casa si inserisce appunto, come dici anche tu, in questo "romanticismo". Non sapevo degli studi che dimostravano la differenza tra leggere su carta e su e-reader, mi ha fatto piacere sapere questa cosa.

andynaz ha detto...

io sono un di quelli che da poco (approfittando di uno sconto) si è preso un eBook reader... ma mi reputo anche io al sicuro dai pericoli descritti da Attivissimo!!! :-D

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