domenica 20 marzo 2016

Basta bufale (sul Jobs Act)

È comprensibile l'irritazione di Renzi dopo gli sfottò di Brunetta e altri, sfottò seguiti ai dati Inps che certificano ciò che sapevano già tutti, Renzi compreso, e cioè che gli aumenti dei posti di lavoro registrati nel 2015 sono stati causati dagli incentivi economici alle aziende che assumevano, non dalle norme del Jobs Act. Finiti gli incentivi, crollo delle assunzioni. Fine della storia. Certo, la questione è più complessa - qui si sintetizza - ed è raccontata molto bene dal sempre ottimo Gilioli, ma il dato di fondo è quello: il Jobs Act è servito unicamente a indebolire i lavoratori sul piano contrattuale e delle tutele, nella (errata) convinzione che una maggiore flessibilità significasse aumento di posti di lavoro, il resto sono chiacchiere al vento e tweet demagogici e populisti, buoni solo ad irretire gli allocchi di turno, che ovviamente non mancano mai (altrimenti Renzi non sarebbe dov'è).

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