sabato 14 febbraio 2015

Schedato

Se io scrivo un post con cui faccio notare una mancata promessa di Renzi, non significa che sono grillino. Se io scrivo un post con cui faccio notare una incoerenza di Grillo, non significa che sono del Pd. Questa mania di schedare, catalogare, inserire in una determinata cerchia solo in base a preconcette e miopi deduzioni, che sostanzialmente si richiamano all'assunto molto in voga "chi critica qualcuno vuol dire che appartiene a chi gli si oppone", è quanto di più patetico ci sia, ed è oltretutto indice di scarsissima intelligenza e ancora minore onestà intellettuale. Ancora più patetici - e mi è capitato spesso di sentire dire questa cosa - sono quelli del "che male c'è se prendo le difese del mio partito?".
C'è il male, c'è eccome. Un partito va votato, se si crede che sia cosa buona votarlo, non difeso; poi, una volta che è andato al governo, gli si fanno le pulci, senza sconti. Le pulci, prima ancora che alla concorrenza si fanno in casa propria. E invece no. Si è votato un partito? Perfetto, quello è il partito migliore del mondo, anche se si macchia di porcate talmente immonde che per giustificarle occorre ingoiare quintali di guano. Si ingoia. Perché? Perché in quel voto si è messo, sbagliando, qualcosa di se stessi, e quindi è come se chi lo critica criticasse chi lo ha votato. Sacrilegio! Se ci pensate, la politica è diventata come la religione; provate a criticare qualche aspetto del cattolicesimo: moltitudini di adepti vi si rivolteranno contro come se aveste fatto loro un affronto personale.
Guardate che questa cosa i politici la sanno benissimo, e fanno tutto il possibile per incentivarla, agevolarla, perché persone che litigano tra loro sono molto più manovrabili e molto meno "pericolose" di persone coalizzate nel fare le pulci a 360 gradi. Per come la vedo io, in questo paese cambierà qualcosa solo quando tutti avremo acquisito maggiore onestà intellettuale e più ampio senso critico.
Cioè, mai.

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