Dopo che Renzi, qualche giorno fa, l'aveva definito "totem ideologico", è tornato alla carica, per l'ennesima volta, Alfano, quello dallo sguardo penetrante e il cervello fino. E niente, per lui l'art. 18 dello statuto dei lavoratori è da abrogare. Stop. Renzi naturalmente non s'è buttato via (scherziamo?), tranquillizzando l'illustre collega e assicurando che la riscrittura dello statuto dei lavoratori partirà a settembre.
Per quei pochi che ancora non lo sapessero, l'art. 18 dello statuto dei lavoratori è il cardine della disciplina limitativa dei licenziamenti e quello che assicura le più ampie garanzie ai diritti di chi lavora, compreso quello di non venire licenziati solo perché si sta sulle balle al datore di lavoro, ad esempio. Già l'efficacia di questo articolo era stata ampiamente ridimensionata dalla famigerata legge Fornero, che il Pd, notoriamente sempre dalla parte di chi lavora, aveva votato senza battere ciglio, adesso arriva Renzi in combutta con Alfano: provano a dargli il colpo di grazia.
Mi girano leggermente le balle.
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Non in mio nome.
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