martedì 10 aprile 2012

Capire la transustanziazione

Nella parrocchia di Porto Garibaldi il parroco non dà la prima comunione a un bambino con un ritardo mentale. Don Piergiorgio, però, si affretta a precisare che la sua decisione non ha un intento discriminatorio, ma dipende unicamente dal fatto che il bambino non sarebbe in grado di capire il significato del sacramento. Ora, senza voler polemizzare più di tanto, faccio due brevi considerazioni.
La prima è che il bambino col ritardo mentale frequenta la quarta elementare, e siccome gli altri della medesima età la comunione l'hanno ricevuta tutti, è logico pensare che per il parroco tutti i bambini "normali" hanno capito alla perfezione il significato del suddetto sacramento. A me piacerebbe prendere uno per uno tutti questi bambini e provare a chiederglielo.

Seconda considerazione. La dottrina cattolica, sempre che non ricordi male (sapete com'è, non frequento da un po'), dice che nell'ostia consacrata c'è effettivamente Gesù. In pratica il pane si trasforma nel corpo di Cristo. Senza entrare in complessi discorsi su transustanziazione e consustanziazione, vorrei far presente che su questa faccenda si sono scannati i teologi per secoli, e ancora oggi non c'è un accordo su questo punto neppure tra gli stessi cristiani (i protestanti ad esempio la vedono diversamente dai cattolici e via di seguito).
Il prete però si preoccupa se il bambino col ritardo mentale non capisce.

4 commenti:

Sbronzo di Riace ha detto...

Ostia, che fine teologo che sei diventato!

:-)

Maurizio Antonelli ha detto...

Io sono contento di una cosa: che se ne sia parlato.
Il Vaticano non ci fa sicuramente bella figura, almeno dal punto di vista sociale. Sembra rimasto indietro di diversi decenni.
Vediamo come pensano di rimediare...

Andrea Sacchini ha detto...

La giustificazione addotta dal prete non regge, da qualsiasi parte la si guardi. Il battesimo, ad esempio, sacramento che non mi risulta essere meno importante della comunione, viene impartito ai nascituri dopo pochi giorni che sono venuti al mondo. Cosa facciamo? proviamo a chiedere anche a loro se hanno capito il senso di quello che hanno ricevuto?

Maurizio Antonelli ha detto...

Ottima osservazione. ;)

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