Ci è andato giù pesantino, stamattina, il Sallusti su Aldo Grasso, il noto critico televisivo del Corriere della Sera. Alcuni epiteti con cui è stato apostrofato: egocentrico, privo di autorevolezza (da che pulpito, verrebbe da dire), rancoroso, frustrato, codardo, ecc.
Ma cosa avrà mai fatto il povero Grasso per meritarsi una fila di complimenti così lunga? Beh, diciamo che ieri ha pubblicato sul Corriere un breve articoletto in cui commentava la sostituzione di Minzolini ai vertici del Tg1. "Addio al re del più brutto Tg1 della storia di tutta la Rai", titola l'articolo incriminato (il resto, quindi, potete immaginarlo da soli).
Ora, è storia nota (e triste) che i direttori del principale tiggì della tv di stato vengono messi lì da chi vince le elezioni politiche. Minzolini non è stato da meno, essendo stato "nominato" da Berlusconi dopo le politiche del 2008 (il copyright dell'appellativo "direttorissimo" è suo). Ma, a memoria, mi pare sia difficile, andando indietro nel tempo, trovare il livello di servilismo che ha contraddistinto l'era minzoliniana del Tg1 nei confronti dell'esecutivo del tipo delle cene eleganti. E pure gli ascoltatori se ne sono accorti (vedi la caporetto dell'audience).
Grasso, nel suo articolo ha solo evidenziato tutto ciò. Troppo anche per chi del servilismo ha fatto una ragione di vita.
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