venerdì 28 ottobre 2011

Licenziamenti facili per cosa?

Sto cercando di capire - senza pregiudizi, come chiede lui - il ragionamento di Sacconi in merito alla questione dei licenziamenti facili, uno dei provvedimenti che l'esecutivo si appresta a mettere nero su bianco per accontentare l'UE.

In pratica, se non ho inteso male, Sacconi dice: se le imprese potranno licenziare liberamente in caso di crisi, saranno più incentivate ad assumere personale con contratti di tipo indeterminato.

Adesso provate voi, sempre senza pregiudizi, a trovare la coerenza in questo ragionamento. Mentre ci pensate, provate a farvi anche un'altra domanda, del tipo: siamo sicuri che questo accanimento verso i lavoratori come reazione alla crisi serva ad aumentare la credibilità del nostro paese agli occhi degli investitori e dell'Europa? Sacconi - ovviamente confindustria sorride compiaciuta sotto i baffi - lamenta una eccessiva rigidità del mercato del lavoro, che non esisterebbe in nessuna altra parte d'Europa.

Facciamo finta che sia vero. Ma questa rigidità, come la chiama lui, c'è da decenni, e mi risulta che la nostra economia, almeno fino alla fine degli anni '80, viaggiasse ai livelli con cui oggi viaggia quella cinese. E allora? E' veramente questo il problema? O forse si è voluto ancora una volta colpire i lavoratori e i pensionati per mancanza assoluta di idee? O magari per evitare di andare a mettere le mani in qualche settore (evasione, per esempio) dove qualcuno avrebbe potuto fare ben più rumore?

Tutta questa vicenda, però, alla fine un lato positivo l'ha avuto. Ha ricordato a Bonanni di essere un sindacalista. E non è poco.

2 commenti:

andynaz ha detto...

io sono leggermente confuso sui termini. così, a pelle:che vuol dire "contratti di tipo indeterminato" se poi posso licenziare? a questo punto non è più logico assumere direttamente con contratti a tempo determinato?

sbaglio o mi manca qualche passaggio logico??

Andrea Sacchini ha detto...

sbaglio o mi manca qualche passaggio logico??

Non sbagli.

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