martedì 19 luglio 2011

E' riuscito anche in questo

Qualcuno di voi conosceva per caso Mario Cal prima che si suicidasse nel suo studio al San Raffaele? L'aveva mai sentito nominare? Penso che la risposta della maggioranza dei 23 lettori di questo blog - mi metto dentro anch'io - sia no. E anche adesso, se ci fate caso, la maggioranza dei media scrive ancora "il braccio destro di don Verzé", omettendo di fare nome e cognome.

Il motivo è semplice: questo Cal era un perfetto sconosciuto, a differenza del celeberrimo don Verzé. Qualche giorno fa, ad esempio, era stato sentito dai pm come persona informata sui fatti (nessuna indagine a suo carico) in relazione al buco del San Raffaele. Qualche giornale ne ha parlato? Qualche telegiornale? A me non risulta. Eppure, pur essendo un perfetto sconosciuto, aveva paura della gogna mediatica. Chi lo dice?

Lui no di certo, almeno in nessuna delle due lettere lasciate prima di spararsi. E anche il suo avvocato, e amico di vecchissima data, smentisce in tutta tranquillità "l'ipotesi di un collegamento tra l'audizione in procura avvenuta una settimana prima e il suicidio".

Ecco che quindi entra in campo Sallusti, che evidentemente conosce Cai meglio di tutti, col suo fantastico editoriale odierno: "Meglio la morte che il linciaggio". Linciaggio? E da parte di chi? Ma Sallusti è sicuro del fatto suo: "quello che è certo è che uscito dal tribunale il manager ave­va confessato agli am­ici la sua ango­scia per un possibile e probabile lin­ciaggio mediatico". Chissà se qualcuno di questi amici si farà mai vivo per confermare? No, perché altrimenti ci dobbiamo fidare di quello che scrive Sallusti - sapete com'è...

Ma, andando avanti, si capisce benissimo dove il prode editorialista vuole andare a parare quando saltano fuori cose come "giustizia cinica e feroce", "vento giustizialista", "clima fetido" e via dicendo. L'apoteosi dell'abisso (giornalistico) viene toccato da Sallusti quando salta fuori il paragone coi drammi di Raul Gardini e Gabriele Cagliari. Ecco, come al solito, a questo punto la reazione dovrebbe essere una sonora risata, quella che viene spontanea a ogni scritto del tipo. Peccato in questo caso ci sia ben poco da ridere.

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