domenica 1 maggio 2011

La distanza che separa il ricordo dall'idolatria

Anche io tengo sul computer la foto di mio nonno, morto esattamente un anno fa. Mi strappa un sorriso o qualche lacrima: E' un ricordo, un momento per pensare a una persona che nella mia vita è stata importante. Ciò che non faccio con la foto di mio nonno però è utilizzarla come un amuleto, come un oggetto di venerazione, e soprattutto non rivolgo le mie preghiere a lei (e quindi a lui), non ritengo che per una qualche misteriosa forza egli sia in grado di compiere miracoli dall'oltre tomba, e cose di questo tipo.

Il ricordo è lecito e giusto. Ciò che contesto è che se sei Cristiano, se ti attieni a ciò che dice il testo di riferimento (canone biblico), se leggi quello che lì c'è scritto e ti attieni alle parole del Fondatore, non esiste né il concetto di beatificazione né quello di "santo subito" (se non in un senso molto più diciamo "democratico", nel senso che tutti i Cristiani, indistintamente, sono chiamati "santi", ma non per il loro merito, bensì per ciò che Cristo ha compiuto per loro; questo concetto si trova nelle lettere di Paolo), così come non esiste preghiera che non sia rivolta alla Trinità.

Ecco perché io oggi sono arrabbiato. Per questioni di coerenza e onestà.


(commento pubblicato su Facebook dal mio amico Jonathan Benatti, e ripubblicato qui col suo consenso).

4 commenti:

lucy ha detto...

avevo scritto un messaggio non so se ti è arrivato.

mi è comparso un messaggio di errore. fammi sapere se è arrivato semmai lo riscrivo.

Andrea Sacchini ha detto...

Mi è arrivato solo questo qui sopra.

lucy ha detto...

..allora

tempo fa frequentavo un'amica che faceva parte di un gruppo religioso facente parte dell'azione cattolica. Quando gli chiesi cosa pensasse del Papa (che era morto da un paio di mesi) mi disse che era una persona straordinaria, eccezionale e che lei era interessata solo alla sua figura e che la sua vita valeva molto di più di "quei pezzenti" (per usare le sue parole) che non valgono nulla e sono improduttivi,vale a dire i bambini del terzo mondo africani. Secondo lei bisogna aiutarli per andare in paradiso e lei avrebbe anche devoluto qualcosa - a malincuore - verso queste persone che, a suo dire, servono a poco e non compaiono in tv, come il nostro beneamato ex Papa ora beato.

Mi sono domandata se questo modo di pensare fosse patologico di questa mia amica o fosse in qualche modo condiviso anche da altri.
Non era l'unica a pensarlo.
ti risparmio il resto.
questo penso sia l'idolatria a cui ti riferisci...

Andrea Sacchini ha detto...

>questo penso sia l'idolatria a cui ti riferisci...

Sì, è una delle tante sfaccettature.

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