domenica 17 aprile 2011

Le ragioni degli altri spiegate a Panebianco

Una delle attività più divertenti della domenica mattina - veramente anche degli altri giorni, ma la domenica si ha più tempo - è quella di passare in rassegna gli editoriali di note firme del giornalismo nostrano che compaiono sulle prime pagine dei quotidiani. Uno dei più divertenti che ho trovato stamattina, a parte quelli di Belpietro e Ferrara, è quello di Angelo Panebianco sul Corriere. Titolo: Le ragioni degli altri.

Per farla breve, l'ispirato giornalista analizza un po' i motivi per cui berlusconiani e anti-berlusconiani sono da sempre ai ferri corti, due fazioni che non ne vogliono sapere assolutamente non solo di cercare di capire le rispettive posizioni e ragioni, ma neppure di parlarsi. "Il problema italiano sta al di là (o al di qua) delle regole. Consiste in un livello di inimicizia tra le fazioni superiore a quello che si riscontra nelle democrazie". Il turbamento di Panebianco per questa situazione è palpabile. E prosegue: "Credo si illudano quelli che pensano che quando uscirà di scena Berlusconi il livello di inimicizia che corrode la nostra vita pubblica crollerà".

Beh, tutto è possibile, ovviamente. Ma, a differenza di Panebianco, io credo invece che quando quella specie di capo del governo che malauguratamente ci ritroviamo sparirà dalla circolazione, tutto tornerà com'era prima. Certo, all'epoca io non mi interessavo granché di politica, ma non mi pare di ricordare che prima della sua famigerata discesa in campo ci fosse un clima simile. Tutto questo bailamme è cominciato esattamente dal '94. Lo scontro politico c'era anche prima, intendiamoci, ma era uno scontro di idee, non di persone. Gli attacchi personali e a ogni istituzione di questo paese (unico caso al mondo) sono stati inaugurati proprio da Berlusconi, e proseguono ancora oggi semmai qualcuno non se ne fosse ancora accorto.

Ma arriviamo alla domanda fatidica che si pone il Panebiano al termine del suo pistolotto: "perché l'ostilità per i leader dello schieramento avverso non si accompagna mai al riconoscimento che gli elettori dell'altra parte non sono sciocchi o, peggio, esseri spregevoli ma persone con valori diversi dai propri?". La domanda è interessante, perché sarebbe in effetti giusto e sacrosanto riconoscere i valori della parte politica avversaria. E infatti questo concetto Berlusconi l'ha già afferrato da anni, visto che appena ieri ha detto, referendosi appunto ai valori dell'opposizione, "è sempre la stessa, nasce dall'ideologia più disumana che c'è mai stata al mondo, il comunismo". Ovviamente, anche chi battezza il suo movimento "il partito dell'amore", presupponendo così che tutti gli altri siano dell'odio, contribuisce alla causa. E come non ricordare, poi, certe perle tipo "Ho troppa stima per gli italiani da pensare che ci siano in giro così tanti coglioni che voteranno contro i loro interessi".

Converrete con me che è difficile non ravvisare in queste dichiarazioni un rispetto e una deferenza verso i valori degli altri che commuovono. Belle "le ragioni degli altri", vero Panebianco?

2 commenti:

pat_etica ha detto...

Caro Andrea, ti rimando a una lettura più attenta dell'articolo:
"Che cosa pensano gli elettori di sinistra di quelli di destra? Ascoltatene le conversazioni: pensano, per lo più, che gli elettori di destra siano degli stupidi (rincretiniti dalle reti Mediaset) oppure dei corrotti. Gli elettori di destra, a loro volta, ritengono che quelli di sinistra appartengano essenzialmente a due categorie, entrambe spregevoli: o sono in evidente malafede o sono dei sempliciotti aizzati da demagoghi senza scrupoli. Nessuna delle due parti è disposta ad ammettere che «gli altri», forse, hanno, oltre che interessi, anche valori diversi dai propri. Ciascuna contrappone i propri valori ai «disvalori» altrui. Il disprezzo è reciproco."
Panebianco non intende per "gli altri" Berlusconi&Co, ma parla appunto di un disprezzo RECIPROCO, sia da destra che da sinistra. Non vi è nell'articolo, come vuoi lasciar intendere da quello che scrivi, un elogio della condotta dell'elettorato di destra. Panebianco si limita a una constatazione della realtà (scontro acceso con condanna BIPARTISAN della condotta) e a una previsione (che si può condividere o meno) sul post-berlusconi. Non gli si può però attribuire ciò che non ha detto!!!

Andrea Sacchini ha detto...

Non vi è nell'articolo, come vuoi lasciar intendere da quello che scrivi, un elogio della condotta dell'elettorato di destra

Beh, è probabile che nell'articolo mi sia espresso male, ma non era mia intenzione dare l'idea che Panebianco elogiasse la condotta del cdx.

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