martedì 12 ottobre 2010

I tranquilli pestaggi nei tranquilli sobborghi delle nostre città

Mi pare che siano interessanti (si fa per dire) gli sviluppi della vicenda che ha visto coinvolto, ieri, il tassista a Milano. In un primo momento, infatti, sembrava che l'aggressione nei suoi confronti fosse opera del padrone del cane che il tassista stesso ha inavvertitamente investito. Già l'episodio in sé, se anche si fosse fermato a questo, mi pare avrebbe avuto ben poche giustificazioni. Oggi, in più, si scopre, almeno stando agli sviluppi dell'inchiesta, che l'aggressore non avrebbe agito da solo, ma il pestaggio sarebbe stato opera di più persone intervenute a dare "manforte" all'amico.

Scrive il Corriere:

Delle decine di persone che hanno assistito al pestaggio, solo quattro o cinque sono i testimoni che hanno accettato di ricostruire i fatti davanti agli inquirenti; a uno di loro è stata bruciata l’auto, ad altri sono state rivolte minacce, di persona, per telefono, al citofono di casa. E per aver scattato alcune foto all'auto incendiata il fotoreporter Maurizio Maule dell'agenzia Fotogramma è stato a sua volta aggredito lunedì pomeriggio. E’ successo in via Luca Ghini alle 15. Secondo il racconto del fotografo, uno sconosciuto l’ha colpito con il manico di una scopa, facendogli cadere l'aparecchio fotografico, mentre stava scattando alcune immagini della vettura bruciata. La vittima ha riportato una sospetta frattura al setto nasale ed è stata soccorsa dal personale del 118. Ci sono stati altri momenti di tensione nel corso della giornata: due ragazzi di 21 e 24 anni sono stati indagati a piede libero con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale dopo aver minacciato gli agenti delle Volanti intervenuti dopo l'aggressione al fotografo. I due giovani sono stati avvicinati dagli agenti per un controllo e invitati a salire sulla volante, ma hanno minacciato i poliziotti rifiutandosi di seguirli. Sono stati accompagnati in questura e identificati.

Omertà allo stato puro, insomma. E questa volta non si possono neppure incolpare gli stranieri o i clandestini, visto che si tratta di appartenenti alla tranquilla e brava gioventù di un tranquillo sobborgo milanese. Infatti quelli della Lega non hanno strillato e inveito, come sono soliti fare, contro i criminali clandestini, ma si sono limitati ad auspicare che ai tassisti vengano forniti strumenti di difesa (per difendersi dai tranquilli mascalzoni milanesi).

Nel frattempo, il povero e incolpevole tassista continua a ballare tra la vita e la morte. Con il suo aguzzino che agli investigatori che l'hanno interrogato ha dichiarato: "Mi ha fatto venire i nervi e allora l'ho picchiato". Mi pare un'ottima giustificazione.

6 commenti:

andynaz ha detto...

quelli della Lega non hanno strillato e inveito, come sono soliti fare

strano, persone come loro di saldi principi morali e per niente razzisti...

lucy ha detto...

Ancora è possibile vedere un articolo sul televideo della rai (alla pag 143 mi pare) che parla di questo fatto. Siccome l'aggressore è italiano (un puro padano) probabilmente già oggi i riflettori verranno spenti (se di riflettori si può parlare).
Interessante anche questo articolo

http://www.ilpost.it/2010/10/11/condannato-allergastolo-il-poliziotto-greco-che-uccise-un-15enne-nel-2008/

non c'entra nulla con il tassista milanese ma ti fa capire come, all'estero, non vige il sistema dei due pesi e delle due misure.
Da noi se un puro padano uccide un italiano se ne parla pochissimo; se un poliziotto uccide o ferisce un uomo idem (mi ricordo il tiro al bersaglio di Mentana di qualche anno fa ad opera di un ex carabiniere). Mentre in Grecia i poliziotti finiscono realmente in galera (ergastolo)se uccidono un uomo.
Chissà se daranno l'ergastolo a chi uccise Giuliani a Genova, o se daranno una pena esemplare a quest'altro figuro che ha tentato di uccidere per futilissimi motivi un tassista a Milano.
io ne dubito.

già immagino invece cosa avrebbero potuto dire se l'aggressore fosse stato rumeno!

Andrea Sacchini ha detto...

Lucy, io farei una distinzione. Da noi è molto difficile che venga comminato l'ergastolo non solo a un poliziotto, ma anche a un normale cittadino. E, generalmente, non per motivi di "status", ma molto più semplicemente perché il nostro codice penale è probabilmente più "comprensivo" di quello greco.

Insomma, non penso che a parità di reato un normale cittadino si faccia il carcere a vita e un poliziotto no. Almeno fino a prova contraria.

lucy ha detto...

Insomma, non penso che a parità di reato un normale cittadino si faccia il carcere a vita e un poliziotto no. Almeno fino a prova contraria.

a parità di reato. Ma viene veramente riconosciuta una parità di reato?
se io uccido un uomo sparandogli con una beretta a distanza di 10 metri mi prendo senza ombra di dubbio omicidio volontario

se un poliziotto - come è accaduto tempo fa - spara ad un tifoso romano - in autostrada e lo uccide, si becca omicidio preterintezionale.

non c'è la parità di reato o forse si!
quello che voglio dire è che è difficile dimostrare che un poliziotto abbia ucciso volontariamente. mentre molto più facilmente si dimostra che un qualsiasi cittadino abbia ucciso volontariamente.
non sono forse due pesi e due misure?

e nel caso di Raciti? non erano forse scomparsi dei referti, tra cui i bossoli della pistola che uccise Giuliani?
una simile leggerezza quante volte accade se a commettere un omicidio è un semplice cittadino.
ancora un ultimo caso:
a Mentana l'ex carabiniere di cui forse avrai sentito parlare spara dalla finestra e uccide diverse persone. Da quello che so gli hanno dato l'infermità mentale.
Come mai questo signore aveva in casa armi militari? perché? come faceva a detenerle?
tutto finì poi nel dimenticatoio. pensa se fosse stato un rom a sparare!!

oggi sono logorroica: l'ultimo caso: un poliziotto ha investito un ragazzo vicino Subiaco di fronte a 5 testimoni, ne parlò la cronaca locale. Il poliziotto è stato promosso, il ragazzo è sulla sedia a rotelle!
ho provato a cercare questo caso su il messaggero ma non è stato archiviato in rete. risale al 1994 credo.

c'è poi da dire che i poliziotti sono abilissimi a spalleggiarsi e coprirsi a vicenda. un poliziotto che denunci il suo collega per abuso di potere è considerato tradimento nell'ambiente. In Italia non accade mai!

Andrea Sacchini ha detto...

Non so. Prendo per buoni gli episodi che hai raccontato perché non li conosco nel dettaglio, dovrei andarmeli a rileggere.


c'è poi da dire che i poliziotti sono abilissimi a spalleggiarsi e coprirsi a vicenda

Può darsi, ma spesso e volentieri dalle indagini questo si scopre. Basta guardare ad esempio la recente sentenza d'appello sui pestaggi alla scuola Diaz durante il G8 del 2001 - a proposito, il carabiniere che sparò a Giuliani si chiamava Placanica, non Raciti. Raciti è l'ispettore di Polizia ucciso da un "tifoso", a Catania, nel 2007.

lucy ha detto...

si hai ragione. Raciti era quello della partita di calcio che fu ucciso.

placanica era quello di giuliani che ebbe anche - se non ricordo male - un incidente dalle dinamiche non molto chiare.

Il fatto è che un pm sente le testimonianze e se ci sono dei testimoni attendibili il processo prende già una certa piega.

mi ero dimenticato anche che nel nostro ordinamento non c'è il reato di tortura per cui se un poliziotto o più poliziotti ci danno di brutto rischiano al massimo aggressione o lesioni volontarie con eventuali aggravanti.
ovviamente questo vale per chiunque non solo per i poliziotti.

Ritrovamenti

  Ho tr ovato, semisepolto nella libreria di mia mamma, questo libro. Non ho la più pallida idea di chi sia Gaspare Gozzi. Gliel'ho most...