martedì 7 settembre 2010

Pulizia etnica in Amazzonia

Al centro dell'attenzione, in questi giorni, c'è la pulizia etnica che Sarkozy sta facendo in Francia per risollevarsi un po' nei sondaggi. Ma c'è un'altra pulizia etnica, ben più grave, in corso già da un po' di tempo. Solo che è molto lontana da noi, e quindi, logicamente (si fa per dire), se ne parla meno.

Si tratta delle uccisioni di massa degli indios dell'Amazzonia ad opera dei trafficanti di cocaina. Ne ha parlato ieri, tra gli scazzi Berlusconi-Fini e la formazione della nazionale di stasera, il Corriere, che cita un rapporto ufficiale dell'ONU.

Omicidi mirati, minacce, reclutamento forzato dei giovani nei gruppi armati della guerriglia, colonizzazione delle terre da parte dei coltivatori di coca e dei grandi latifondisti. In Colombia, nel fitto della foresta amazzonica, è in atto uno sterminio delle tribù indigene. Questa pulizia etnica avviene, salvo eccezioni, lontano dall'attenzione dell'opinione pubblica mondiale e in mezzo al decennale conflitto tra esercito e guerriglieri.
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Secondo un rapporto dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), almeno 34 tribù colombiane stanno rischiando l'estinzione per le continue violenze cui sono sottoposte nelle loro terre. Le deportazioni sono citate come uno dei principali problemi che colpisce i popoli tribali della Colombia.
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Secondo il rapporto, gli Awa richiedono «un'attenzione speciale» così come una delle ultime tribù nomadi dell'Amazzonia, i Nukak. Da quando i coltivatori di coca hanno colonizzato le loro terre, più della metà dei Nukak sono stati sterminati.

Enzo Di Frenna, sul suo blog, in maniera molto poco diplomatica devo dire, lancia un appello al "titolare della creazione".

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