giovedì 29 aprile 2010

Stefano Cucchi, rianimato tre ore dopo la morte

Ricordate la vicenda di Stefano Cucchi? Gli atti dell'inchiesta sono da ieri pubblici. Leggete cosa dice Ignazio Marino, senatore del Pd e presidente della commissione parlamentare d'inchiesta che indaga sul decesso del giovane:

Dal punto di vista personale [...] è evidente, e lo dico senza alcun sarcasmo perchè si tratta di qualcosa di drammatico, il fatto che Cucchi ha subito dei traumi senza i quali non si sarebbe in qualche modo avviata la sequenza di eventi che ha determinato il ricovero, il suo rifiutare cibo e acqua, e il determinarsi di quella condizione clinica che ha portato al decesso, a quel punto che i nostri periti hanno definito 'di non ritornò presumibilmente il 21 di ottobre.

Ma sentite questa, sempre dall'articolo del Gazzettino:

intorno alle 6,05 del 22 ottobre», mostrava «una rigidità dei muscoli del collo e una incipiente rigidità dell'articolazione temporo-mandibolare», segni «di un incipiente rigor mortis» che «secondo l'esperienza comune, si manifestano nel corso di due o tre ore rispetto al momento in cui il soggetto è morto. Pertanto pensiamo che il paziente fu rianimato per precauzione e non perchè ancora vivo e che probabilmente la sua morte si deve a due o tre ore prima» e «probabilmente anche il medico che amministrava queste misure sapeva già che il paziente era morto e da tempo.

Scusate, vado con metilparaben a vomitare.

2 commenti:

Maurizio ha detto...

Come è possibile rianimare un morto tre ore dopo!!!!

Chi parla in questo modo va ELIMINATO e dopo tre ore RIANIMATO,così sicuramente non fa più danni di sicuro.

INCREDIBILE.
Maurizio San Leo

Anonimo ha detto...

frankenstein a questi gli fa un baffo..

che schifo

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