martedì 16 marzo 2010

Il quartier generale racconta/3

Questo articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.


Devo confessare che, pur potendo contare su una discreta conoscenza della lingua italiana, ho dovuto consultare il dizionario perché non sapevo cosa fosse l'"abigeato". Quindi, secondo Il Giornale, al povero Silvio manca solo l'aver razziato del bestiame e poi è stato accusato di tutto. Naturalmente, al titolone di prima pagina segue il consueto editoriale dell'arguto Feltri. Vediamone qualche passaggio.

"Non importa se Santoro e Floris, i conduttori invisi al presidente del Consiglio, non sono stati cacciati, il che significa inequivocabilmente: quando Berlusconi parla di televisione e dei suoi problemi è come se parlasse Pinco; nessuno alla fine dà retta alle sue minacce e le sue concussioni restano una pia aspirazione. Quindi di che cosa stiamo discutendo?". Qui Feltri si incammina sulla linea difensiva maggiormente utilizzata dai media in generale per tentare di minimizzare la portata della vicenda. E questa linea è: Santoro e Floris sono ancora al loro posto e quindi il premier ha fatto cilecca. Dove sarebbero allora i presunti reati che gli vengono contestati? Ora, Feltri sa benissimo che se un rapinatore entra in banca con l'intenzione di fare una rapina e per qualche imprevisto il piano gli va a monte, i poliziotti che lo aspettano di fuori lo arrestano comunque. Non è che dicono: siccome ti è andata male, il reato non esiste. Beh, Feltri e gli altri pare invece che sia proprio questo che stanno cercando di far passare: siccome il cavaliere non è riuscito a censurare Annozero, "di che cosa stiamo discutendo"? Certo che Feltri pare avere ben poca considerazione dell'intelligenza dei lettori del Giornale.

Il pregevole scritto prosegue prendendo le difese del povero Brachino, sanzionato dall'ordine dei gionalisti - "scribi" li apostrofa, dimenticando forse che pure lui ne fa parte - per via del famoso servizio mandato in onda tempo fa da Canale 5 sul giudice Mesiano, quello che quantificò il risarcimento di Fininvest nei confronti di De Benedetti in 750 milioni di euro per via del famoso lodo Mondadori. Naturalmente per Feltri la cosa è scandalosa, e si chiede quindi (per par condicio?) come mai nessuno abbia pensato di sanzionare chi pubblicò le foto di Topolanek con l'uccellone al vento mentre si gettava su una graziosa fanciulla in una festa a Villa Certosa. Sarà mica perché Berlusconi è capo del governo, un personaggio pubblico quindi, e Mesiano no? Non lo so, è un'ipotesi, bisognerebbe leggersi le motivazioni dell'ordine dei giornalisti o comunque chiedere a loro. Naturalmente Feltri evita accuratamente di ricordare che il Giornale pubblicò nella stessa maniera, a suo tempo, le foto private di Sircana (tra l'altro neppure indagato), portavoce di Prodi, mentre contrattava dall'auto con un trans. Evita accuratamente di menzionare che il Giornale "pubblicò testualmente quelle segrete (neppure trascritte) tra Fassino e Consorte prima delle elezioni del 2006, conservate in cassaforte dalla Procura in attesa di inviarle al gip e di lì alla Camera". Ma si sa com'è, per Feltri lo scandalo c'è solo quando le intercettazioni danno fastidio al "principale", altrimenti va tutto bene.

E adesso uno sguardo veloce a Libero.


Come vedete, qui la buttano sul ridere - contenti loro - paragonando l'indagine su Silvio a una barzelletta da raccontare agli amici a cena. E in effetti l'editoriale di Belpietro - "Il cavaliere deve temere più il Pdl dei pm" - classifica la vicenda come qualcosa destinato al dimenticatoio e che si risolverà con un nulla di fatto. Naturalmente Belpietro si guarda bene dal far notare che la gravità della vicenda non sta tanto nel fatto se Berlusconi sia indagato o meno, quanto nel fatto che un capo di governo che un giorno sì e l'altro pure si sciacqua la bocca con parola democrazia si adoperi in ogni modo per far chiudere trasmissioni scomode.

E quindi, per Libero, il pericolo maggiore per il cavaliere non arriverebbe dall'"esterno" ma dall'"interno". Voi sapete che il primo di aprile verrà ufficialmente inaugurato una specie di nuovo movimento, Generazione Italia - a Berlusconi è già venuta l'orticaria -, una sorta di "corrente" tutta interna al Pdl che farà capo a Gianfranco Fini. In pratica una ufficializzazione di quella corrente finiana (ex An) che finora è sempre rimasta sottotraccia pur mostrando una certa vitalità. Belpietro, e non solo lui per la verità, teme che sia un ulteriore passo di Fini verso quell'emancipazione dal cavaliere (spodestamento?) di cui molti presagiscono l'imminenza. Questo, aggiunto al probabile e temuto fiasco del Pdl alle prossime regionali (Berlusconi è terrorizzato da quanto è successo a Sarkozy) e ai dissidi interni al partito, che ormai non è più possibile nascondere, costituisce per Belpietro il vero motivo per cui Berlusconi dovrebbe dormire poco tranquillo.

Anche Fini, però, almeno a giudicare da quello che pensano di lui i berluscones (consiglio la lettura di un po' di questi commenti), dovrebbe avere qualche motivo di inquietudine. O di soddisfazione?


Aggiornamento 15,26.

Niente meglio di un'immagine spiega cos'è l'abigeato. :-)

(via facebook)

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