giovedì 24 settembre 2009

Riflessioni su come si fa certa tv

Come sapete - avevo già scritto qualcosa qui - quest'anno alcuni dei maggiori programmi di informazione delle reti Rai hanno avuto grossi problemi a partire con la normale programmazione invernale (i casi più eclatanti Annozero e Report). La querelle sul programma di Santoro, ad esempio, è già da un bel po' che si trascina e francamente comincia anche a stufare. Inizialmente si parlava di strani ritardi nella definizione dei contratti di collaborazione di molti addetti allo staff tecnico, e non solo, della trasmissione. Poi via via la cosa pare essersi ristretta al solo contratto di Travaglio, il quale contratto avrebbe dei problemi a causa delle sanzioni in cui potrebbe incorrere la Rai qualora si ravvisassero nelle "performance" del giornalista elementi in contrasto con la definizione di servizio pubblico, soprattutto per quanto riguarda la completezza e l’imparizialità dell’informazione.

Alla fine, comunque, stasera la trasmissione pare che si faccia, e con la partecipazione del giornalista, anche se probabilmente solo in qualità di ospite visto che alla definizione di questo bendetto contratto ancora non si è arrivati.

Quello che lascia un po' perplessi, alla fine, sono comunque le parole del direttore generale della Rai, Mauro Masi, dette in commissione vigilanza Rai sul caso Annozero. Vale la pena riportarle.

"...il servizio pubblico deve essere un servizio plurale, deve rispettare la pluralità dei cittadini. Nel corso della mia vita professionale, osservando la situazione sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna, non ho mai visto che reti del servizio pubblico facciano programmi contro. Le inchieste si devono fare trasparenti e secondo le regole. Non si fanno trasmissioni politiche contro. L'apriori va contro il servizio pubblico. Se c'è un'evasione del canone Rai al 30% vuol dire che, oltre alle cause tecniche, c'è una parte del Paese che non si riconosce nel prodotto Rai. E questo è un fatto".

Visto che queste parole le ha pronunciate a margine della discussione sul caso Annozero, è fuor di dubbio che abbia voluto riferirsi proprio a questa trasmissione. Due cose mi lasciano perplesso: la definizione di "programmi contro" (con evidente riferimento al governo) invece di programmi di informazione; l'evasione del canone valutata attorno al 30% anche a causa di "una parte del Paese che non si riconosce nel prodotto Rai". Anche qui il riferimento è evidentemente ad Annozero. Chissà se Masi ha mai preso in considerazione l'idea che in quel 30% ci sia magari qualcuno che non ne vuole sapere di pagare lo stipendio a Bruno Vespa...

2 commenti:

Michele de Cerbo ha detto...

magicamente e 'chirurgicamente' centrato il concetto del mio 'non pagare' il canone rai!!!!

Andrea Sacchini ha detto...

Anche tu in quel 30% quindi...

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