lunedì 24 agosto 2009

Ma quant'è affascinante l'ingenuità?


Ho sempre avuto un debole per l'ingenuità, la faciloneria, la credenza acritica alle cose più inverosimili. Non un debole specificamente per questi argomenti, intendiamoci, ma semmai per i meccanismi psicologici che si celano dietro a questi atteggiamenti. Perché, ad esempio, c'è ancora un sacco di gente che abbocca alle e-mail truffaldine che chiedono di inserire i dati personali? Perché c'è gente che crede ai complotti di qualsiasi tipo (11 settembre, scie chimiche, ecc...)? Perché Wanna Marchi è riuscita a fare un sacco di soldi (e a finire in galera) truffando un così elevato numero di persone? E si potrebbe continuare.

I motivi, da quello che ho potuto capire dalla mia esperienza e leggendo un po' in giro, sono principalmente due: la mancanza di spirito critico e l'ignoranza - ignoranza, ovviamente, intesa nel senso di non conoscenza. Per quanto riguarda internet, ad esempio, molti utenti - e questo l'ho notato personalmente - tendono a sopravvalutare l'importanza e la portata del mezzo. E questo accade in particolar modo quando si tende a dar credito aprioristicamente a qualsiasi cosa o si contribuisce ad alimentare via e-mail certe catene di S.Antonio senza farsi il minimo scrupolo. Recentemente, per fare un esempio, aveva ricominciato a circolare su Facebook un appello che chiedeva sangue per un bambino malato di leucemia ricoverato al Meyer di Firenze. Molti, appena letto, l'hanno condiviso coi rispettivi contatti i quali a loro volta hanno fatto altrettanto. E nessuno a cui sia venuto il minimo dubbio circa la bontà dell'appello. Bastavano invece due secondi su Google per scoprire che l'appello non solo era obsoleto (la versione originale risale al 2007), ma anche inutile in quanto il bimbo, fortunatamente, è stato nel frattempo dimesso e continuare a divulgare la cosa sarebbe servito solo a intasare inutilmente i centralini dell'ospedale fiorentino.

Quando ho fatto notare la cosa, le reazioni sono state un misto tra incredulità e varie forme di autogiustificazione (non avevo mai letto il messaggio, mi metto nei panni del genitore che cerca di salvare il proprio figlio, anch'io sono madre-padre-zio-nonno, ecc...). Tutte reazioni che sono il risultato dell'emozione che deriva dalla tragicità del messaggio e la conseguente convinzione che una cosa così grave non possa essere una bufala: elementi che scavalcano il naturale senso di diffidenza che dovrebbe essere la prima cosa a cui fare riferimento.

E poi c'è tutta la questione delle credenze, delle superstizioni. Penso ad esempio all'astrologia, ai miracoli, alla religione, ai sogni, agli extraterrestri, ai maghi, ai veggenti, a quelli che parlano coi morti, al culto delle medicine alternative, e anche qui si potrebbe continuare all'infinito. Prendete i maghi, ad esempio. Secondo un'inchiesta di Repubblica risalente all'anno scorso, ogni anno qualcosa come 12 milioni di italiani si rivolgono a maghi e cartomanti per una cifra che si aggira attorno ai 6 miliardi di euro. Qui, per la verità, non bisogna a mio avviso inoltrarsi in complicate analisi psicologiche, che oltretutto non mi competono, ma penso che il tutto si possa spiegare con la suggestionabilità favorita dall'ignoranza - non a caso, come risulta dall'inchiesta, il livello di istruzione di queste persone è mediamente piuttosto basso.

Credenze e superstizioni in cui inserisco tranquillamente anche la religione. Non vorrei essere tacciato di blasfemia, ma, pur coi dovuti distinguo, secondo voi che differenza c'è tra chi va da un mago per cercare di risolvere un problema e chi segue i dettami di un movimento religioso ad esempio per ottenere la vita eterna, o perché magari è convinto che se segue certe regole e si comporterà secondo certi precetti troverà dall'altra parte un certo numero di vergini ad attenderlo? Vedete differenze voi? Io no. Eppure la religione è questo, semplicemente una forma - se vogliamo più evoluta - di superstizione. Prendete il cattolicesimo - un esempio a caso, la cosa vale anche per gli altri: come si fa a prendere per buona una religione secondo cui se osservi certe regole e ti comporti bene sarai premiato altrimenti condannato? E sulla base di cosa poi? Chi ha stabilito questi parametri? Dio? Ma il sistema comportamento/conseguenze non ha niente di divino, è un ragionamento e un modo di pensare e di agire perfettamente umano. A mio avviso la religione è stata ormai totalmente "sconfitta" dalla scienza. Se ci pensate, una sua ragione d'essere e di esistere poteva essere plausibile qualche secolo fa, quando certe cose non si potevano spiegare e si addebitavano a qualche divinità: penso ad esempio ai fulmini, alle eclissi, al movimento del mare, dei pianeti. Tutte cose a cui, se ci fate caso, storicamente sono state abbinate delle divinità - pensate solo alla mitologia greca, per fare un esempio. Poi la scienza è progredita, dimostrando tutta l'infondatezza dell'origine religiosa delle cose man mano che ai vari fenomeni veniva data una spiegazione razionale e scientifica.

E questo spiega come mai la Chiesa, ad esempio, in certi periodi storici - se avete letto Il nome della rosa di Eco capite a cosa mi riferisco - abbia con tutti i mezzi, anche i più crudeli e moralmente discutibili, cercato di impedire il divulgamento e la diffusione della conoscenza e del sapere, abbia reso la vita impossibile a gente come Galileo o come tutti quegli scienziati che all'epoca avevano già elaborato teorie e spiegazioni che avevano il solo difetto di andare contro i dogmi stupidi e sterili delle gerarchie ecclesiastiche. Ecco perché a mio parere, oggi, la religione è da considerare al pari di una qualunque forma di superstizione, superstizione che se analizzata attentamente in alcune sue forme e "varianti" è addirittura infantile. Mi rendo conto di aver divagato un po' troppo e di aver probabilmente mischiato un po' troppo concetti, date e periodi storici differenti tra loro, ma penso che il senso di ciò che volevo dire sia chiaro.

Tornando ai giorni nostri e sempre restando in tema di faciloneria, ingenuità, bufale e balle, vale la pena seguire - grazie maury per la segnalazione - un breve ma interessante servizio andato in onda giovedì scorso nella trasmissione Superquark di Piero Angela. Si parla di paranormale, astrologia, cartomanti e compagnia bella, visti però in un ottica particolare.

Buona visione.

12 commenti:

Tommy ha detto...

sono d'accordo con te, l'ingenuità è affascinante quando la riscontri negli altri per l'impressione di purezza che dà.

pensa che un sacco di gente è così ingenua da non credere in ciò che VEDE, tipo un velivolo impegnato in un'operazione di irrorazione aerea, solo perché pensa (o qualcuno gli ha detto) che "non può esistere"...

Andrea Sacchini ha detto...

pensa che un sacco di gente è così ingenua da non credere in ciò che VEDE

Certo. Il problema, però, non sta nel non credere in ciò che si vede (magari un aereo che rilascia i normali residui di combustione e vapore acqueo), ma nasce quando qualcuno cerca inutilmente e senza la minima prova di far credere che dietro a questi fenomeni assolutamente naturali si nasconda un complotto.

Tommy ha detto...

corretto, per carità.

e quando i fenomeni non sono naturali, sono facilmente verificabili ed il complotto c'è?

su Wikipedia, nell'ambito della voce "paranoia" è riportato un sintetico quanto lucidissimo aforisma attribuito al compianto Kurt Cobain:

« Il fatto che tu sia paranoico non significa che non ti stiano dando la caccia »

riflettere su questo ribaltandone magari l'ottica potrebbe servire in alcuni contesti per diradare qualche nebbia - magari artificiale... - che impedisce di apprezzare la realtà per quello che è! ;-)

Andrea Sacchini ha detto...

e quando i fenomeni non sono naturali, sono facilmente verificabili ed il complotto c'è?

Beh, allora - e solo allora - potremo riparlarne.

Unknown ha detto...

personalmente l'unificazione di religioni e superstizioni la vedo un po' azzardata... ma sono gusti personali :-P

più che altro distinguerei i truffatori (per guarire ti faccio il rito io, e costa tot) da i non-truffatori, poi ovvio che le religioni facciano il loro "mestiere"

Andrea Sacchini ha detto...

personalmente l'unificazione di religioni e superstizioni la vedo un po' azzardata

Prova a guardare il significato esatto del termine superstizione, vedrai che l'accostamento con la religione non è poi così azzardato.

più che altro distinguerei i truffatori (per guarire ti faccio il rito io, e costa tot)

Noti differenze tra questo e il mercato delle indulgenze, ad esempio?

poi ovvio che le religioni facciano il loro "mestiere"

Ecco, appunto.

andynaz ha detto...

Prova a guardare il significato esatto del termine superstizione

l'ho visto e continuo a credere che l'accostamento sia azzardato, poi ovviamente dipende da come uno vive la sua religione: se uno la vive come insieme di rituali per ingraziarsi Dio o chi per lui, allora in quel caso non è molto diverso da una semplice scaramanzia

Noti differenze tra questo e il mercato delle indulgenze, ad esempio?

anche questo accostamento mi pare un po' azzardato, visto che parliamo di svariati secoli fa... che poi casi "simili" si possano verificare anche oggi, ritorniamo alla distinzione di prima tra truffatori e non-truffatori, una cosa che nn c'entra nulla con la "religione" in sé

Andrea Sacchini ha detto...

se uno la vive come insieme di rituali per ingraziarsi Dio o chi per lui

Andy, è proprio questo il punto. Non ci credi? Fa una prova: mettiti una domenica all'uscita da una chiesa e prova a chiedere a 10 persone perché sono andate a messa. Tutte ti risponderanno che l'hanno fatto perché la dottrina cattolica impone, tra gli altri, l'obbligo di santificare le feste, una delle condizioni indispensabili (lo dice la catechesi ufficiale) per essere in grazia di Dio.

anche questo accostamento mi pare un po' azzardato, visto che parliamo di svariati secoli fa...

Svariati secoli fa? Se hai qualche amico che si è sposato di recente in Chiesa, prova a chiedre quanto ha dovuto lasciare al parroco. Stesso discorso se ti è capitato di assistere a un funerale (mi auguro di no, ovviamente). Oppure, senza bisogno di scomodare eventi di questo tipo, prova ad andare in una parrocchia qualsiasi per far dire una messa per qualche tuo defunto.

Certo, cambierà il nome (non si chiameranno più indulgenze), ma il concetto è identico. Ed è in voga oggi, non secoli fa. ;)

andynaz ha detto...

personalmente, quando ancora frequentavo la parrocchia (oramai sono passati un po' di anni) non mi è mai capitato che mi venisse chiesto nulla, in termini monetari... ora non so se la mia ex-parrocchia era "virtuosa" da questo punto di vista o era una regola generale... cmq appena riesco a vedere dei miei vecchi amici che si dovrebbero sposare in Chiesa glielo chiederò, più che altro sull'obbligatorietà dell'offerta :-)

cmq, probabilmente anche per mia formazione personale, non riesco proprio ad accostare le religioni dalle superstizioni/tarocchi/cartomanti...

Andrea Sacchini ha detto...

più che altro sull'obbligatorietà dell'offerta

Ok, fammi sapere se la parrocchia dei tuoi amici è tra quelle virtuose oppure no. Nel frattempo ti segnalo un paio di episodi in merito piuttosto curiosi. Qui trovi una controversia tra parroco e fedeli risolta dal giudice di pace, e qui un sacerdote ortodosso che risponde ad alcuni fedeli che gli chiedono come mai ci sia addirittura un "tariffario" per le funzioni. :-)

probabilmente anche per mia formazione personale, non riesco proprio ad accostare le religioni dalle superstizioni/tarocchi/cartomanti...

Beh, mi pare naturale. Quella che ho espresso nel mio post è solo un'opinione puramente personale. Ci mancherebbe.

gianfri ha detto...

Egr Prof Sacchini,
leggo con diletto i Suoi commenti relativi alle clamorose, palesi e variegate dimostrazioni di ingenuità degli ignoranti di ogni tempo. Mi chiedo, scopertomi improvvisamente stupido, abbagliato da cotanta suprema saccenza, in cosa sia ormai obbiettivamente lecito e dignitoso credere ed in base a quali criteri. Le preannuncio che reputerò insufficiente un Suo rifugiarsi sotto la sottana della verità scientifica in quanto, le faccio notare, tale verità è, per esperienza personale e per definizione, sempre incompleta e soggetta a modifica. Vorrei infine notare, anche a nome degli ignoranti di questo mondo (compresi i credenti in un Dio, gli ufologi, i teorici della dietrologia politica più sfrenata ed improbabile) che, talvolta, anche le fantasticherie a Suo avviso più strampalate possono resistere sia alla prova del tempo che dei fatti. Pensi che possono persino aiutare a vivere. Qualche povero stupido, si intende.

Andrea Sacchini ha detto...

anche le fantasticherie a Suo avviso più strampalate possono resistere sia alla prova del tempo che dei fatti. Pensi che possono persino aiutare a vivere.

Me ne rallegro, ovviamente. Per quel che mi riguarda, vivo altrettanto bene, anzi benissimo, anche senza rifugiarmi nel"le fantasticherie a Suo avviso più strampalate".

Un caro saluto.

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