lunedì 24 agosto 2009

A chi serve la scorta

Le scorte armate sono utili: servono a proteggere uomini politici, uomini di stato, magistrati in prima linea, collaboratori di giustizia che cantano. Il problema è che a volte si rimane perplessi di fronte al criterio con cui vengono gestite, al metodo di assegnazione. Ci sono stati tristi casi che hanno fatto storia, purtroppo in negativo, anche nel recente passato. Penso ad esempio all'omicidio del consulente del lavoro Marco Biagi (foto), assassinato nel 2002 a Bologna dalle brigate rosse. Nonostante le ripetute minacce di cui da tempo era oggetto, pubblicamente denunciate dallo stesso Biagi e portate a conoscenza anche dei più alti vertici istituzionali e politici, il ministero dell'Interno dell'epoca, diretto da Claudio Scajola, Forza Italia, pensò bene di revocargli la scorta. Gli effetti di questa sciagurata decisione sono diventati poi tristemente noti e oggetto di varie inchieste, che fanno passare in secondo piano anche l'epiteto con cui all'epoca venne apostrofato il giuslavorista da Scajola in un suo celebre sfogo con alcuni giornalisti (vedi qui e qui). Ma queste sono inezie.

Ma perché tutto questo pistolotto sulle scorte? Beh, perché il Corriere alcuni giorni fa ci ha deliziato con una notizia che sicuramente avrà fatto tirare un sospiro di sollievo a molti: a Vittorio Sgarbi il ministero dell'Interno ha infatti deciso di assegnare una scorta, una forma di tutela in seguito ad alcune telefonate minacciose che l'illustre personaggio ha dichiarato di aver ricevuto, e che lo stesso ipotizza provenire da alcuni pericolosi elementi eversivi riconducibili al noto terrorista Beppe Grillo.

Ora, intendiamoci, fin qui niente di male. Se Sgarbi teme per la sua incolumità e il ministero competente ritiene che ci siano gli estremi per assegnargliela, è giusto che lo faccia, specie dopo l'esperienza Biagi. Quello che stona in tutta questa vicenda è che mentre a Sgarbi viene assegnata, a un personaggio sicuramente meno noto ma probabilmente molto più a rischio, è stata tolta già dal settembre 2008. La storia di Pino Masciari l'avevo già raccontata in un mio vecchio articolo risalente all'anno scorso; se volete, potete dare un'occhiata anche alla sua pagina su Wikipedia: magari potreste condividere i miei stessi interrogativi sulla questione scorte.

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