lunedì 20 luglio 2009

Ma il Partito Democratico è veramente... democratico?

Insomma, diciamocela tutta: perché Beppe Grillo non può candidarsi alle primarie del PD? Perché non lo vogliono? Cosa temono? All'inizio viene rifiutato perché non si trova un circolo disposto a tesserarlo, poi si fa avanti il "Martin Luther King", in provincia di Avellino, che lo iscrive con la tessera numero 40. I vertici nazionali, però, continuano a dire, appellandosi a una non meglio precisata norma dello statuto del partito, che l'iscrizione non è valida.

Le motivazioni addotte dall'apparato dirigente e da esponenti molto in vista sono le più variegate (e ridicole), la maggior parte delle quali sembrano voler evidenziare come il Pd non sia qualcosa che assomigli a un veicolo a motore. Poi ce ne sono alcune surreali, tipo quella di Enrico letta:

"Il Pd è un partito serio e nessuno si può permettere di passarci sopra e di sputarci addosso".

Io non so se Grillo abbia sputato addosso al Pd; semmai lo ha più volte pesantemente criticato, quello sì. Ma come fa Letta a dire che il Pd "è un partito serio"? Dove sarebbe questa presunta serietà? In Veltroni che riabilita Craxi definendolo un grande statista e migliore innovatore di Berlinguer? In Fassino che dice che è giusto respingere i barconi con gli immigrati? Nella Binetti che dice che l'omosessualità può sfociare facilmente nella pedofilia? O forse la serietà sta nel non aver avuto mai il coraggio, per connivenza e convenienza, di risolvere, negli anni in cui ha governato, quel maledetto conflitto di interessi che ha consentito a Berlusconi di continuare a fare il bello e cattivo tempo con tv e giornali al seguito? Gli elettori non sono stupidi. Quale credete che sia il motivo per cui alle ultime europee il Pd ha rischiato il tracollo?

Grillo, nonostante tutto, ha un seguito fortissimo, è popolare, è critico, ha carisma e, soprattutto, un programma. Non basato sulle chiacchiere, ma su punti concreti, fattibili. E' curioso, poi, che un partito che ha la parola "democratico" nel nome precluda a priori, appellandosi a fumosi e contorti regolamenti interni, il diritto di candidarsi di qualcuno. A meno che la spiegazione di tutto non stia nelle parole del presidente del circolo di Paternopoli che lo ha iscritto:

"Il caso Grillo costituisce un precedente molto grave - afferma Forgione - chi ha infatti la legittimazione a decidere chi tesserare e chi no? Beppe Grillo non è iscritto a nessun altro partito e ha una fedina penale pulita, quindi perché negargli la tessera? Non vogliamo che il Pd si trasformi in un partito burocratico. Se ci chiamiamo Partito democratico dobbiamo tenere porte e finestre aperte, altrimenti potevamo continuare a chiamarci Ds, Margherita, o Pci, o Pcus".

4 commenti:

Il cattivo Otto ha detto...

Riguardo a Craxi, ritengo che Veltroni abbia ragione. Craxi ha proprio trasformato il PSI in un covo di ladri.
Se non è innovazione questa :-)

Il PD ha tutto il diritto di scegliere chi tesserare. Non basta certo essere incensurati o non iscritti ad un altro partito. Grillo sta solo provocando, come fa di solito. Lui fa 3-4 proposte e poi dice di avere un programma. Come se chi è al governo possa scegliere di trattare solo i temi che gli piacciono.

Andrea Sacchini ha detto...

Il PD ha tutto il diritto di scegliere chi tesserare.

Certo, ma dev'essere un diritto esercitato rispettando le regole scritte nello statuto del partito stesso. Il Pd si appella a una non meglio precisata "norma" inserita in questo benedetto statuto. Se è vero, l'esclusione di Grillo è legittima, se non è così tale esclusione è arbitraria, e a questo punto, come scrivevo nel mio post, di "democratico" nel Pd c'è solo il nome.

Grillo sta solo provocando, come fa di solito.

Scusa sai, ma io mi sento molto più "provocato" (eufemisticamente) da un partito che dal '94 in poi non è riuscito (in realtà non ha voluto) a risolvere la benedetta questione del conflitto di interessi, questione con la quale, tra l'altro, si è sempre sciacquato la bocca in campagna elettorale. Un partito che ha "soccorso" Berlusconi, quando era in difficoltà, in tutte le maniere (chi ha mandato l'avvocatura di stato in Europa a prendere le difese di rete4 contro Europa7, solo per fare un esempio?).

Come se chi è al governo possa scegliere di trattare solo i temi che gli piacciono.

Che discorso è, scusa? Chi si candida a governare propone un programma, e se agli elettori piace viene votato e il governo si impegna (o almeno dovrebbe) a rispettarlo, ovviamente se viene legittimato. Grillo il programma ce l'ha, e pare piaccia anche a parecchia gente.

Il cattivo Otto ha detto...

Riguardo al tesseramento, il PD ha diritto di rifiutarlo, e con tante e giuste motivazioni (sempre secondo il loro punto di vista). Se non sanno spiegarlo, questo solo dice che sono un branco di incapaci, o codardi. La decisione ti può sembrare arbitraria, ma questo non vuol dire che sia sbagliate.
Una decisione arbitraria può essere giusta, così come una decisione democratica può essere sbagliata.
E' il merito che conta.

Io non sono un simpatizzante del PD, ma mi sembra sacrosanto che alle primarie partecipino militanti del PD, e non Di Pietro o Grillo, che sono avversari. Perché effettivamente Di Pietro e Grillo sono avversari del PD.

Riguardo alla questione del conflitto di interessi, non so perché ti stupisca tanto. Da un partito italiano e di sinistra ti aspettavi una decisione rapida ?
15 anni sono pochi, per loro. Aspettano la morte naturale del loro nemico.

Il "programma" che hai linkato sarebbe un programma per un sindaco, non certo un governo. Se aggiungeva anche un punto sulla f... gratis per tutti, avrebbe ancora più successo.

Grillo e Di Pietro parlano dalla comoda posizione per fare critiche, quando uno non ha responsabilità.
Parla lui di rifiuti zero, ad esempio, e poi?
Dice la raccolta differenziata. La raccolta differenziata non diminuisce di un grammo la quantità di rifiuti. E' solo separazione, per altro abbastanza incompleta dei rifiuti. E poi cosa si fa dei rifiuti differenziati ? Ovvia risposta di Grillo & C, si riciclano al 100%. Come se fosse possibile dal punto di vista pratico. E' questo tipo di atteggiamento demagogico che mi da fastidio.

Andrea Sacchini ha detto...

La decisione ti può sembrare arbitraria, ma questo non vuol dire che sia sbagliate.

Otto, la decisione non mi sembra arbitraria: è arbitraria. E l'arbitrarietà non ha niente a che fare né con la democrazia né con il rispetto delle regole.

Io non sono un simpatizzante del PD, ma mi sembra sacrosanto che alle primarie partecipino militanti del PD, e non Di Pietro o Grillo, che sono avversari.

Neppure io sono simpatizzante del Pd, perlomeno finché versa in queste condizioni. Di Pietro e Grillo, poi, non sono "avversari" (come fai poi a dirlo di Di Pietro, visto che sono alleati in tutte le circoscrizioni regionali...), ma semmai sono critici verso molti componenti e comportamenti del partito stesso.

Il "programma" che hai linkato sarebbe un programma per un sindaco, non certo un governo.

Davvero? Beh, vatti a leggere il punto n. 5 del programma del Pd presentato alle ultime politiche del 2008, quelle della debacle, e poi dimmi in cosa si differenzia da quello di Grillo.

La raccolta differenziata non diminuisce di un grammo la quantità di rifiuti.

No, ma forse permette di smaltire correttamente i rifiuti in base alla loro tipologia, evitando così che tutti, indistintamente, finiscano in una discarica o in un inceneritore.

Come se fosse possibile dal punto di vista pratico.

"Nel 2006 il recupero complessivo dei rifiuti d'imballaggio è arrivato al 66%, per complessive oltre otto milioni di tonnellate (erano 3,6 milioni nel 1998), l'attività di riciclo al 55,5%, per 6,8 milioni di tonnellate (contro le poco più di tre di dieci anni fa). Risultati che, come ha confermato De Santis, "hanno permesso di raggiungere e superare gli obiettivi del 45% stabiliti dai legislatori europei e nazionali per il 2008". (fonte)

A questo, tra le altre cose, si può aggiungere ad esempio che l'Italia è al secondo posto in Europa, dopo la Germania, per la raccolta e il riciclo della carta.

Come vedi, "dal punto di vista pratico", come dici tu, la cosa è fattibilissima, basta la volontà di farlo e un governo che si impegni seriamente per legiferare in tal senso.

Ah, dimenticavo: statuto alla mano, Beppe Grillo non poteva essere escluso da Pd.

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