mercoledì 22 luglio 2009

Influenza suina, una psicosi esagerata?

Sbattere nelle prime pagine notizie come i "filtri" (umani) attivati dalle compagnie aeree inglesi, o come le previsioni di Fazio di un contagio che da qui al prossimo anno potrebbe coinvolgere 4 milioni di italiani, o come ipotizzare addirittura un rinvio dell'apertura del prossimo anno scolastico, non è forse il modo migliore per affrontare un'emergenza di questo tipo, sempre ammesso che di emergenza si tratti. E infatti, dal governo, dopo l'allarme iniziale si cerca un po' di ridimensionare la cosa.

Ora, intendiamoci, nessuno dice che si può stare tranquilli e abbassare la guardia, ma forse un po' di razionalità e attenzione ai dati reali può evitare inutili allarmismi. E' vero, in alcune parti del mondo, vedi ad esempio il Messico, paese da cui è partita la pandemia, ci sono state alcune centinaia di casi di decessi, principalmente dovuti alle precarie situazioni igieniche e sanitarie di quelle zone, ma qua da noi non mi pare che esistano rischi di questo tipo. E i dati lo confermano, tanto è vero che finora in Italia ci sono stati 258 casi di contagio tutti risoltisi con la guarigione dei soggetti interessati dopo il ricovero in strutture sanitarie. E negli altri paesi europei la musica non cambia, tanto che finora su 14.000 casi accertati si sono avuti solo 14 decessi; la percentuale la potete calcolare da voi, percentuale che è analoga, tanto per fare un paragone, al tasso annuo di mortalità della normale influenza stagionale. Se poi si vanno a vedere le pandemie più famose balzate agli onori della cronaca in passato, si vede chiaramente che esiste una sproporzione tutt'altro che trascurabile tra l'allarme e gli effetti reali di queste pandemie.

Vi ricordate ad esempio l'encefalopatia spongiforme bovina, più nota come la famosa "sindrome della mucca pazza"? Quanto casino è stato fatto, quanti animali abbattuti, che livello di psicosi si è raggiunto a livello globale? Eppure i dati dicono che i contagi, in tutto il mondo, sono stati appena 183. Discorso analogo per la Sars, la malattia dei polli, o l'influenza aviaria, che nonostante tutto il panico provocato ha fatto registrare pochissimi casi in tutto il mondo (in compenso la Roche, produttrice del Tamiflu, fece affari d'oro, nonostante il farmaco si sia rivelato poi essere sostanziamente inutile).

Insomma, restare sul chi va là va bene, allarmarsi preventivamente in maniera esagerata, contribuendo a diffondere una psicosi a livello mondiale che si rivelerà come le altre volte sostanzialmente inutile, no.

3 commenti:

Michele de Cerbo ha detto...

....Quanto potere, influenza politica, capacità di piltorare l'informazione e l'opinione pubblica hanno le tre grandi case farmaceutiche che si sono 'assunte' l'onere di produrre fiumi e mari di vaccini? Quanti soldi faranno vendendoli? Sentendo distrattamente radiogiornali qua e la ho sentito parlare di prenotazioni per migliardi di dosi (ammettendo un guadagno 'simbolico' e poco credibile di 1€ a dose......)

Ciao da Michele

Latina

Andrea Sacchini ha detto...

Quanti soldi faranno vendendoli?

Beh, abbastanza.

Michele de Cerbo ha detto...

ecco avevo sbagliato anche i tempi dei verbi... parlavo al futuro... Invece sti mafiosi (mi sembra più mafia questa che quella di Riina... anzi forse lo è....) li stanno gia facendo... i soldi... Questo mondo è sempre più 'puzzolente'....

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