giovedì 30 luglio 2009

In Italia si possono ancora fare domande?

“Questo è un paese infarcito di una infinità di regole la cui violazione è abitualmente tollerata. Un paese serio è un paese dove ci sono poche regole fatte ferreamente rispettare. Questa è la differenza fra il suddito e il cittadino: il suddito è un soggetto cui sono imposti infiniti obblighi e infiniti divieti; normalmente gli si permette di farne strame ma se alza la testa gli si chiede conto e ragione di tutte le violazioni fino a quel momento perpetrate. Il cittadino è un uomo a cui sono imposti pochissimi obblighi, pochissimi divieti per la cui violazione non c’è perdono, non ci sono il condono edilizio, il condono fiscale, l’ amnistia, l’ indulto: c’è il rigore. Ma, rispettati quegli obblighi, è un uomo libero e più nessuno può infastidirlo”.

Piercamillo Davigo


La vicenda successa a Dario e Alessandro è quella che mi ha ispirato il titolo di questo post. Domanda a cui faccio fatica a trovare risposta. Ecco comunque la storia, raccontata direttamente da Alessandro.



Altri dettagli della vicenda li trovate qui.

2 commenti:

andynaz ha detto...

ovviamente si, basta che siano state prima approvate da loro...

Andrea Sacchini ha detto...

basta che siano state prima approvate da loro...

Già, altrimenti qualche giornalista è capace anche che si prenda del "testa di c***o" (vedi Tremonti) :-)

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