lunedì 4 maggio 2009

Varie di cronaca giudiziaria

Come sapete, seguo con un certo interesse tutto quello che ruota attorno alla cosiddetta cronaca giudiziaria, è un mio piccolo pallino. Ed è in virtù di questa mia attenzione che in genere non mi sfugge il comportamento dei giornali quando trattano questi temi. Comportamento che in linea generale si può riassumere così: quando è ora di riportare notizie di avvii di procedimenti giudiziari contro personaggi più o meno noti, sparano titoloni a tutta pagina, poi, generalmente, cala il silenzio sugli sviluppi o gli eventuali esiti. Questo trend è particolarmente in voga quando i soggetti interessati sono per vari motivi "sgraditi" o "scomodi" al potere politico.

Questo, quindi, è una sorta di articolo "riparatore", per così dire, in modo che i miei 21 lettori - almeno loro - sappiano l'epilogo di un paio di vicende di cui anche io mi sono occupato in passato e che sono passate sostanzialmente sotto silenzio.

Prima, però, visto che siamo in tema, volevo segnalare che sono state depositate proprio oggi le motivazioni della condanna a Calisto Tanzi. Ricordate, no? Il patron della Parmalat condannato in primo grado a 10 anni di carcere per aggiotaggio, falso e compagnia bella, e ritenuto responsabile principale del crac dell'azienda di Collecchio. Alcuni brevissimi stralci sono stati pubblicati da La Stampa.

Nelle motivazioni della sentenza di 350 pagine, i giudici parlano di «spiccata capacità a delinquere di Tanzi», e spiegano che «il suo intento non è certo stato quello di risanare l’azienda, che, lo si ripete, versava già in gravissime condizioni finanziarie sin dalla quotazione in borsa della holding nel 1990».

L’intento di Tanzi, invece, secondo i giudici, era «quello di arricchirsi e fregiarsi del titolo di imprenditore modello ai danni dei terzi, sui cui ha scaricato tutti i rischi delle sue forsennate e alquanto sciagurate iniziative imprenditoriali». I giudici, Luisa Ponti, Giuseppe Gennari e Silvia Baldi, componenti il collegio, scrivono inoltre di come l’imputato «fosse animato da un vero e proprio delirio di onnipotenza, atteso che anche allorquando, nel corso del 2003, la crisi di liquidità era divenuta davvero insostenibile, egli contava di poter portare avanti in eterno il suo impero a mezzo dell’ emissione di ulteriori prestiti obbligazionari». Tanzi non ha mai pensato, scrivono ancora i giudici, «neppure per un secondo di portare i libri in tribunale».

Bel soggetto e bel curriculum, verrebbe da dire, roba da meritarsi un posto in Parlamento.

Ma veniamo ai due casi che volevo segnalare, casi tanto strombazzati all'inizio e rapidamente sgonfiatisi nell'indifferenza generale.

Ricordate Clementina Forleo, il giudice milanese che aveva osato chiedere al Parlamento il permesso di utilizzare le intercettazioni telefoniche che inchiodavano alle loro presunte responsabilità i vari furbetti D'Alema, La Torre e compagnia bella nella vicenda Unipol-Bnl? Alla Forleo gliene fecero per questo di cotte e di crude: provvedimenti disciplinari, richiami. Qualcuno arrivò pure a definirla squilibrata, accusa a cui lei rispose chiedendo provocatoriamente che le venisse tolta la scorta.

Bene, il Tar del Lazio ha deliberato proprio alcuni giorni fa che il trasferimento della Forleo da Milano a Cremona, ufficialmente per "incompatibilità ambientale", era illegittmo e che il magistrato aveva operato in piena correttezza (qui la sentenza in pdf). Ne ha parlato qualcuno? A parte qualche blog di campagna, no. Si sa com'è, dopo le invettive bipartisan dei vertici della politica all'indirizzo del magistrato, scoprire che questi aveva ragione potrebbe creare qualche malumore. Meglio soprassedere.

Altro proscioglimento da accuse totalmente campate per aria, riguarda Luigi De Magistris, l'ex magistrato entrato nel mirino della politica in seguito alle sue indagini sui rapporti tra politica e malaffare in Calabria e per questo anche lui fatto oggetto di denunce, trasferimenti, provvedimenti disciplinari, fino ad arrivare addirittura all'avocazione delle inchieste che stava conducendo. Volete sapere come è andata a finire?

L'ex pm Luigi de Magistris è stato prosciolto nell'ambito dell'inchiesta "toghe lucane". E' quanto rende noto l'ufficio stampa di Italia dei Valori, partito per il quale De Magistris sarà candidato alle prossime elezioni europee. "Con il provvedimento emesso del gip di Salerno - sottolinea la nota - è stata provata l'assoluta correttezza e gli ostacoli posti alle inchieste dell'ex pm Luigi de Magistris".

Accolte le richieste
Il gip di Salerno Maria Teresa Belmonte ha accolto le richieste di archiviazione presentate dalla procura di Salerno in riferimento alle accuse che erano state mosse a Luigi de Magistris, all' epoca sostituto procuratore di Catanzaro, nell'ambito del procedimento Toghe lucane.

Le indagini hanno anche dimostrato le gravi interferenze subite dal pm nel condurre le sue inchieste. La decisione del gup Maria Teresa Belmonte, che ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dalla procura di Salerno in riferimento alle accuse che erano state mosse a Luigi de Magistris, fa seguito alla decisione della Cassazione del 2 aprile scorso.(fonte)

Ecco qua. Si può trarre qualche insegnamento o tirare qalche conclusione da questi fatti? Sì:

  • la stampa e i media sono, tranne poche eccezioni, al servizio di chi è al potere.

  • chi tocca certi fili "muore".

Questo così, giusto per completezza di informazione.

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