venerdì 29 maggio 2009

La democrazia dell'esercito

Ieri, all'assemblea annuale della Confesercenti, il nostro pimpante premier, quello - dice - democraticamente eletto, ha dato l'ennesima dimostrazione di cosa intende lui con democrazia. Passate e digerite le precedenti dichiarazioni che si richiamavano allo stesso tema, tipo la Polizia nelle scuole ai tempi delle proteste contro i tagli della Gelmini (il giorno dopo non l'aveva mai detto), l'esercito mandato a contenere le proteste dei napoletani contro le discariche e quello che dovrebbe garantire la tranquilla prosecuzione del lavori della TAV, ecco l'ipotesi del prossimo utilizzo delle forze armate: difendere e proteggere i siti nucleari.

Voi sapete - ne ho parlato spesso in queste pagine - che è intenzione del governo far partire nel nostro paese un piano energetico nucleare su vasta scala, che per essere realizzato passa necessariamente attraverso la localizzazione di alcune aree su cui costruire queste benedette centrali (e qui ne vedremo delle belle). La cosa, ovviamente, non sarà indolore, tanto è vero che il premier - e veniamo al dunque - ha dichiarato appunto ieri che è pronto a ricorrere all'esercito per presidiare le zone che saranno individuate come futuri siti nucleari. Ma presidiare da cosa? Forse da qualche cittadino incavolato perché non vuole ritrovarsi una centrale atomica sotto casa? Mah...

Certo, messa così, non sembra neanche male. Il governo democraticamente eletto prende una decisione nell'interesse collettivo e per applicarla è disposto a ricorrere all'uso dell'esercito. Peccato che lo stesso capo di governo non metta la stessa enfasi nel menzionare che le centrali che vuole costruire sono quelle cosiddette di terza generazione. Nei paesi come l'Inghilterra, dove il giornalismo non è asservito al potere, viene chiaramente detto all'opinione pubblica che si tratta in assoluto di quelle più pericolose in caso di incidente, più pericolose addirittura di quella che provocò il disastro di Chernobyl. Ma in fondo sono dettagli.

Altre cose che evita di dire è che questo tipo di centrali sono altamente antieconomiche e che, cosa più importante, non si è ancora trovata una soluzione definitiva al problema dello smaltimento delle scorie. Ma queste, in fondo, sono questioni di secondo piano, l'importante è che queste centrali si faranno e se a qualcuno non starà bene ci penserà l'esercito. Naturalmente neanche prendere in considerazione il fatto che gli italiani, 20 anni fa, hanno già mandato a quel paese il nucleare con un referendum dagli esiti plebiscitari e che attualmente più del 60% della popolazione non lo vuole tra i piedi. Si tratta solamente di altri dettagli inutili da aggiungere ai primi.

E poi, scusate, l'esercito che ci sta a fare altrimenti?

2 commenti:

Unknown ha detto...

Già per gestire "semplici" rifiuti ci son stati e ci sono tutt'oggi grossi problemi... Non oso immaginare che tipo di soluzione vuole adoperare questo governo, ogni volta che provo a pensarci mi assale una strana senzazione di terrore...

Andrea Sacchini ha detto...

>Non oso immaginare che tipo di soluzione vuole adoperare questo governo

Beh, per ora possiamo solo affidarci all'immaginazione, visto che la questione scorie non mi pare sia stata minimamente affrontata.

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