giovedì 5 febbraio 2009

Genchi va ad Annozero: bisogna fermarlo!

Ormai è praticamente cosa fatta. Come si legge anche sul sito ufficiale della trasmissione, questa sera Gioacchino Genchi sarà ospite di Santoro per dire la sua verità. Di Gioacchino Genchi, consulente informatico di molte procure italiane (da ieri indagato per abuso d'ufficio e violazione della privacy), ho già parlato e quindi non mi dilungo. E sono molti quelli che in questi ultimi giorni ne hanno parlato, compreso il premier, secondo cui sarebbe il responsabile del più grande e imminente scandalo dell'Italia repubblicana.

La notizia che il super perito andrà in tv a raccontare come stanno realmente le cose, ha ovviamente messo in fibrillazione il mondo politico, in particolare il centrodestra, che ovviamente non vede di buon occhio il rischio che alcuni milioni di spettatori vengano a sapere una cosa diversa rispetto a quello che i media tutti hanno dato da intendere in questo ultimo periodo. E, infatti, un paio di esponenti proprio della coalizione del cavaliere si sono già messi all'opera in tal senso, chiedendo, in una nota congiunta al neoeletto presidente della commissione vigilanza Rai, Sergio Zavoli, di intervenire.

A mio giudizio vale la pena dare un'occhiata a questa puntata di Annozero (e non certo per Santoro), in quanto - almeno da quanto sembra - l'argomento sarà il recente disegno di legge sulle intercettazioni, tema che come sapete sta molto a cuore al cavaliere. Anche sulle intercettazioni non mi dilungo, avendone parlato già quasi fino alla nausea. Ribadisco solo che probabilmente non c'è mai stato argomento rispetto al quale si sono raccontate una montagna altrettanto grande di balle, e proprio per indorare la pillola di una riforma che altrimenti sarebbe stata difficilmente digeribile dall'opinione pubblica.

E infatti il disegno di legge attualmente all'esame della Camera, nonostante gli ultimi emendamenti che apparentemente sembrano non voler sconquassare più di tanto le impostazioni e l'impianto originale, va proprio in un'unica direzione: togliere le intercettazioni e basta, come spiega bene il magistrato Bruno Tinti dal suo blog.

Intercettazioni che hanno ieri indotto Antonio Di Pietro a rivolgere una richiesta al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: quella di interrogarsi sulla costituzionalità o meno di questo provvedimento prima di firmarlo. A tal proposito è interessante notare come questa semplice richiesta abbia scatenato le ire di molti esponenti del Pdl, tra i quali spicca Capezzone, che hanno parlato di intimidazioni da parte di Di Pietro nei confronti del Capo dello Stato, come se a lui non si potesse rivolgere una semplice richiesta. Ma la politica ci ha abituato (e assuefatto) a questa ed altre cose.

Per quel che mi riguarda, mi sento di concordare con quanto dice Marco Travaglio nel breve filmato che trovate qui sotto, il quale spera che la bozza di legge non venga fatta più oggetto di nessun emendamento migliorativo. Per il semplice fatto che correrebbe il rischio di essere approvata. Così com'è adesso, invece, è talmente controversa, scritta male, ambigua, criminogena addirittura, che anche se dovesse essere approvata da Napolitano verrebbe probabilmente bloccata dalla Consulta.

Speriamo bene.


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