mercoledì 21 gennaio 2009

Passerà alla storia (la social card)

Non so per che cosa passerà alla storia questo esecutivo: se per la questione Alitalia, il lodo Alfano, la definitiva soluzione dell'annoso problema dell'immigrazione clandestina o della mondezza a Napoli, o magari per tutte queste cose insieme. Quella comunque che tra tutte queste cose non mancherà, sarà sicuramente l'introduzione della social card, la geniale pensata con la quale è stata ufficializzata quella molti hanno da subito battezzato "elemosina di stato". In pratica una sorta di tesserina magica, destinata ai meno abbienti (nella stragrande maggioranza pensionati), ricaricata dallo stato in misura di 40 € mensili che nelle intenzioni degli ideatori doveva rappresentare la soluzione ai problemi economici delle fasce più deboli della popolazione.

Tutta l'operazione ha però tardato ben poco a mostrarsi per quel che realmente è: sostanzialmente una beffa. Ci si è accorti ben presto, infatti (anzi, se ne sono accorti i diretti interessati a loro spese), che circa un terzo di quelle già assegnate e distribuite è irrimediabilmente vuoto, privo cioè dei 120 euro che nelle intenzioni del governo dovevano coprire i tre mesi residui del 2008. La cosa, ovviamente, ha dato il via a una sorta di protesta collettiva di quelli che - come dare loro torto? - si sono sentiti sostanzialmente presi in giro. Proteste che hanno portato dopo poco lo stesso Tremonti (foto), ideatore della pensata, a scusarsi pubblicamente per i disagi adducendo il pretesto che si tratta di uno strumento nuovo ancora in fase di rodaggio (che se magari l'avesse detto prima...).

A parte la questione della mancata ricarica, la social card ha fin da subito mostrato i suoi limiti nelle modalità e difficoltà per l'acquisizione: domande da fare, moduli da richiedere, certificazioni varie da presentare, insomma un autentico tour de force che ha convinto molti, alla fine, che il gioco non valesse la candela. Tanto che a metà dicembre su 1.300.000 carte previste quelle consegnate sono state appena 330.000 (attualmente giunte a oltre 500.000).

Come se non bastasse tutto questo, è di ieri la notizia che anche la Lega Nord si è aggiunta al lungo elenco di detrattori dell'iniziativa. Motivo? Molto semplice: la stragrande maggioranza delle carte sono state attivate al sud. Scriveva ieri Repubblica:

La "Padania", Emilia Romagna compresa, ospita il 45,5% della popolazione italiana, ma riceve solo il 16,8% delle carte ricaricate. Nel centro-Sud, dove vive il 54,5% della popolazione, è andato il restante 83,2%. Ora: è vero che la povertà è più concentrata da Roma in giù, ma anche guardando alle famiglie che secondo i dati Istat arrivano a fine mese con grande difficoltà, il quadro è comunque squilibrato. Nel Nord vivono il 37,3% delle famiglie in questa condizione disagiata, mentre la percentuale di carte è di molto inferiore (il 16,8%, appunto).

I commenti di qualche esponente leghista non si sono certo fatti attendere:

Qualche malumore, in realtà, inizia a circolare anche in casa Lega, e cioè tra coloro che aspettano il federalismo come una manna dal cielo. "Con queste tesserine c'è qualcuno che ha fatto dei pasticci - ragiona un autorevole esponente del Carroccio - va bene che il Nord deve aiutare il Sud, ma così è un po' troppo. Non è stato un bel inizio".

Un po' c'è da capirli: prima lo smacco di Malpensa, poi l'emendamento al ddl anticrisi che consentiva a Roma di poter sforare i parametri di spesa a dispetto dei più virtuosi comuni del nord, poi il raddoppio degli sbarchi dei clandestini nel 2008 rispetto al 2007, adesso la social card. Insomma, l'elenco dei bocconi amari ingoiati dai leghisti e i sacrifici fatti in nome di un federalismo ancora tutto sulla carta si allunga ogni giorno di più.

E la legislatura è ancora lunga.

4 commenti:

  1. Un branco di buffoni.

    Ieri sera guardavo ballarò e mi giravano i "maroni" come le pale di un elicottero.

    Possibile che ancora non abbiamo capito che parlano di aria fritta?

    Mentre il resto del mondo prende grossi provvedimenti per la crisi,governo e opposizione si rimbalzano le responsabilità.

    Per la social card,qualcuno ha detto,a ragione,che bastava aumentare la pensione dei più bisognosi.
    Ma siccome questo è un GOVTV,sorretto dagli SPOT,anche un microscopico aiuto viene fatto passare per la soluzione del problema.E non voglio parlare dello sponsor mastercard.

    Sono veramente stanco,quei pochi programmi alla tele mi fanno infuriare ancora di più.

    Sono sempre più convinto che ci vuole una bella
    rivoluzione.....

    Ciao
    Maurizio

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  2. Ho visto anche io un pezzo di Ballarò, ma solamente per una quindicina di minuti, poi sono tornato al pc.

    Sulla social card il discorso è molto semplice. Dato per assodato che la stragrande maggioranza degli aventi diritto sono pensionati al minimo, non sarebbe stato più semplice e meno brigoso accreditare direttamente questi benedetti 40 € sulla pensione?

    Ma, come la vicenda Alitalia insegna, le cose semplici non sono di questo governo.

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  3. Sono arrivata al tuo blog cercando maggiori dettagli sulla questione "social card scariche" perché incuriosita da un racconto, non tanto perché la cosa mi tocchi: allora è vero che è andata un po' "così così".

    Complimenti per la lucida analisi, che condivido pienamente.

    Ciao, Daniela

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  4. > allora è vero che è andata un po' "così così".

    Beh, un momento, occorre qualche precisazione. Un elevato numero di utenti ha avuto problemi, sia in fase di richiesta che di attivazione del suddetto documento: questo è innegabile.

    Per amor del vero, e numeri alla mano, va comunque ricordato che la maggioranza delle carte finora consegnate (attualmente 500.000 sulle preventivate 1.300.000) sono operative e funzionanti.

    Questo comunque non toglie, come scrivevo nel mio commento precedente, che tutta l'operazione abbia un che di burocratico e farraginoso che a mio avviso poteva essere tranquillamente evitato.

    Ciao.

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