giovedì 26 giugno 2008

Inquietanti segnali

La benzina e il gasolio aumentano tutti i giorni, e questo è facilmente verificabile da chiunque abbia una macchina, uno scooter o anche solo un Ciao. E' opinione comune e diffusa che le compagnie petrolifere facciano il bello e il cattivo tempo (per quanto riguarda i prezzi) contando sul fatto che l'italiano medio rinuncia a tutto ma non alla macchina.

Tito Boeri, ad esempio, scriveva qualche giorno fa su Repubblica:
Il fatto è che la domanda di carburante è poco reattiva a variazioni del prezzo. Ci vuole del tempo per cambiare abitudini, rinunciare ad andare al lavoro in macchina, dotarsi di fonti di riscaldamento alternative, investire in tecnologie che riducano la nostra dipendenza dal petrolio. Quindi le compagnie petrolifere e i distributori possono tranquillamente aumentare i prezzi per compensare il maggiore prelievo senza temere forti contraccolpi sulle quantità vendute.
Probabilmente il giornalista quando ha scritto il pezzo non ha fatto i conti con alcune notizie che sono comparse qua e là sui giornali, e una proprio sulla stessa Repubblica di qualche giorno dopo:
I dati parlano chiaro: nelle grandi città il consumo di carburanti è crollato, con punte negative di -30%. A livello nazionale, nel mese di maggio 2008, la vendita di verde è calata del 9,1% rispetto a maggio 2007 e il gasolio del 3,5%. Non solo. Nei primi cinque mesi dell'anno le pompe hanno erogato 164mila tonnellate di combustibile in meno, rispetto all'anno precedente.
Alla luce di tutto questo, se la tendenza prende piede non so per quanto ancora "le compagnie petrolifere e i distributori possono tranquillamente aumentare i prezzi per compensare il maggiore prelievo senza temere forti contraccolpi sulle quantità vendute", come dice Boeri.

Ovviamente la cosa non va presa alla leggera, né tanto meno sottovalutata, anche perché è proprio di questi giorni la notizia che una forte contrazione del consumo l'ha subìta addirittura anche il pane. Proprio così, il bene non voluttuario per eccellenza ha toccato nei primi tre mesi del 2008 il minimo storico, segno inequivocabile che pure questo comincia a non essere alla portata di tutti.

Non mi sembrano segnali molto tranquillizzanti.

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