venerdì 23 novembre 2007

Fanno come i bambini

I bambini, si sa, litigano e si beccano spesso - me ne accorgo tutti i giorni in casa -, e i pretesti possono essere i più banali: una penna, un quaderno, una partita in più ai giochi sul pc, "io sono più bravo di te", "no, io", ecc... Allo stesso modo i bambini cambiano idea: un giorno dicono una cosa e quello dopo hanno già cambiato. Perché questo preambolo? Mi è sorto spontaneamente seguendo un pò le vicende politiche di questi giorni e trovandoci una qualche affinità (anzi, forse pure qualcosa in più di "qualche") coll'esempio che ho riportato sopra.

La vita politica del nostro paese, converrete con me, è sempre stata piuttosto turbolenta. Una turbolenza che spesso si è manifestata all'interno di una stessa coalizione (l'attuale maggioranza ne è forse l'esempio più lampante) oltre che tra gli opposti schieramenti di governo (come in prima analisi potrebbe sembrare più naturale). Eppure, a mio parere, raramente queste diatribe più o meno accentuate e/o evidenti sono state utili a qualcosa o a qualcuno. Certo, di discussioni in merito a provvedimenti da prendere (all'apparenza) per il bene della comunità ce ne sono state e ce ne saranno, ma mi pare che la maggior parte dei battibecchi tra politici, di cui i media ci riferiscono a mò di fiume in piena, siano privi di significato e di utilità.

Prendiamo ad esempio quello che è accaduto in questi giorni. Abbiamo una lista di personaggi che quotidianamente monopolizzano la scena e le cronache: Berlusconi, Fini, Casini, Veltroni, Prodi i principali. Così, per sommi capi, mi pare di ricordare che una volta (una volta, insomma) il Cavaliere, Fini e Casini fossero gli esponenti di punta della coalizione di centrodestra. Ricordate quando nel 2001 saltavano sul palco dopo aver vinto le politiche? Poi, col tempo, Casini si è defilato e la corazzata ha cominciato a mostrare le prime crepe. Oggi anche Fini è in rotta col Cavaliere (anche se sembra che stia tentando di ridimensionare la cosa) a causa dell'iniziativa di quest'ultimo di fondare un movimento in cui il leader di An non si riconosce (scusate, banalizzo molto per comodità).

Dalla sua elezione a segretario del neonato Partito Democratico, ha cominciato a tenere banco anche la figura di Veltroni, l'attuale sindaco di Roma, che pare stia adesso flirtando col Cavaliere (anche se ancora non è ben chiaro chi sia dei due a fare le avance a quell'altro). Ma come? Fino a poco fa i due manco si potevano vedere e adesso amoreggiano? E il Cavaliere? Prima strenuo sostenitore del maggioritario e ora non più? "Mi sono rotto", dice. Insomma, un giorno uno dice una cosa il giorno dopo un'altra, un giorno uno flirta con uno per poi mandarlo a quel paese il giorno dopo, e così via in una lunga teoria di tira e molla e cambiamenti di rotta.

E in mezzo ci siamo noi, che seguiamo con sempre più distacco le vicende di lorsignori. Un pò io mi interesso di politica (senza esagerare, si intende), ma per certi versi provo una sorta di ammirazione e di invidia per quelli a cui non gliene frega niente. Perchè forse si incazzano anche di meno. L'altra sera ho seguito due minuti di un'intervista fatta da un giornalista del tg2 a Marini, presidente del Senato. Quattro domande (preparate prima) a lui, seduto sulla sua poltrona d'oro coi ghirigori. Quattro domande banali e quattro risposte intrise di altrettanta banalità: sconcertante, disarmante, avvilente perfino. Sempre le stesse cose, le stesse frasi che ci sentiamo ripetere da decenni ormai: "bisogna fare questo", "bisogna fare quest'altro", "occorre pensare al paese prima di tutto", "i giovani...". Risposte ormai trite e ritrite ripetute meccanicamente senza neanche più un minimo di convinzione.

Ma chi vogliono prendere in giro tutti quanti? Ma veramente questi pensano che siamo una massa di beoti ancora disposti a credere a quelle 4 fregnacce che ci raccontano? Come possono meravigliarsi se un milione e mezzo di persone che si organizzano su internet decidono di mandarli affanculo? Come è possibile credere a uno che cerca di riciclarsi sfasciando un partito e creandone un altro come se stesse giocando coi Lego? E che credibilità può avere un partito che chiede soldi per andare a votare alle primarie?

Ah, come mi piacerebbe interessarmi solo di informatica, musica, libri e gatti.

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