giovedì 6 settembre 2007

Una generazione di asini

Secondo il ministro della Pubblica Istruzione, Fioroni, nel nostro paese ci sarebbe una "emergenza educativa", un modo elegante per dire che tra i giovani e gli studenti l'ignoranza regna sovrana. Questo il motivo principale che ha spinto il ministro a varare una riforma scolastica che in qualche modo restituisca un ruolo centrale a materie "classiche", tipo matematica, scienze, italiano, storia e geografia.

Diciamo che questo è forse uno dei pochi casi in cui un ministro la dice giusta. Ovviamente non si può generalizzare, ma la media dei risultati che ottengono i nostri studenti rispetto ai loro coetanei europei e il livello di disaffezione (se non di vera e propria insofferenza) verso la scuola sono sotto gli occhi di tutti.

E - non posso negarlo - anche per me è stato così. Anche io, infatti (ragioniere mancato), ho sempre vissuto la dimensione scuola come una costrizione, se non una vera e propria rottura di balle. Nel mio caso la scuola ha avuto la "colpa" (se così si può dire) di non essere riuscita a farmi appassionare allo studio, innamorare del sapere. Forse perché la cultura e la conoscenza erano viste come una costrizione. Un'imposizione addirittura ("studia altrimenti ti bocciano!"). La passione per la cultura, il sapere le cose che succedono nel mondo, sono scoperte che ho fatto in seguito, una volta terminata la scuola (sarà un caso?).

Ecco perché, pur ovviamente non giustificandoli, un pò mi immedesimo negli studenti di oggi, quelli dell'eufemistica "emergenza educativa". Una generazione che oltre a dover combattere contro una - a mio parere - naturale avversione per la scuola, deve anche scontrarsi con un modello di società che non fa niente per tentare di invertire questa tendenza: dove domina la cultura dell'isola dei famosi, della televisione idiota e invadente, del pecoreccio, dei soldi, del vuoto. Dove chi studia viene visto come il secchione imbecille e dove una velina guadagna 20 volte di più di un ricercatore universitario.

Una generazione di asini. Potrebbe essere diversamente?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

>Dove chi studia viene visto come il
>secchione imbecille e dove una
>velina guadagna 20 volte di più di
>un ricercatore universitario.

Vedo che hai individuato il nocciolo del problema.... e poi ci si stupisce se i cervelli se ne vanno all'estero?

Andrea Sacchini ha detto...

> poi ci si stupisce se i cervelli se ne vanno all'estero?

Una volta ci si stupiva, adesso ci si rassegna.

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