domenica 19 agosto 2007

Sono destinato a rimanere disoccupato?

Ogni tanto qualcuno lancia l'allarme: i quotidiani cartacei, e più in generale la stampa che "si tiene in mano" e si compra in edicola, è destinata al dimenticatoio, soppiantata da internet. E' successo spesso, anche anni addietro, che qualcuno abbia più volte formulato questa previsione, puntualmente smentita ogni volta dai fatti.

Oggi leggo su Affari Italiani una nuova previsione di questo tipo, formulata da un nutrito gruppo di direttori e vice direttori di note testate italiane riuniti a simposio in quel di Cortina. La data enunciata da costoro - in cui appunto le edicole dovrebbero chiudere i battenti - viene collocata in un lasso di tempo che va dal 2010 al 2012. Le considerazioni che si potrebbero fare in merito a questa catastrofica previsione sono molte. Una su tutte: cosa faccio io dopo?

Questo perché, come è noto, lavoro nel ramo e nel 2012 sarei ancora troppo giovane per andare in pensione. :-)

Questa è la considerazione personale (e, se volete, un pò egoistica) della vicenda; considerazione che tra l'altro non trova conforto nei dati che circolano sulla diffusione della stampa. La diatriba tra chi vede quella tradizionale in coma profondo e chi la vede in ottima salute non è per la verità nuova, ma, come dicevo, si trascina da anni.

Se ci riferiamo ai puri dati oggettivi verrebbe da dire che la previsione dell'imminente morte della carta stampata sia un tantino azzardata. Secondo la World Association of Newspapers, infatti, l'organizzazione che raccoglie gli editori di 72 paesi e rappresenta circa 18.000 testate, negli ultimi 5 anni il volume di vendita e diffusione della stampa (cartacea) è aumentata a livello mondiale del 2,3%.

Le cose non vanno male neppure per quanto riguarda il panorama italiano, almeno per quel che concerne la diffusione dei quotidiani. In questa pagina del sito della FIEG si legge infatti:
"Accanto alle ombre, vi sono comunque luci che per i quotidiani sono rappresentate dal buon andamento della diffusione e della lettura. Nel 2006, le copie vendute sono tornate a crescere (+1,9%), dopo un quinquennio di continue flessioni. Il trend positivo sembra essere confermato anche dai dati relativi al primo trimestre del 2007. Sul piano della lettura, i miglioramenti sono ancor più significativi: il numero di lettori di quotidiani è salito nel 2006 del 5,1% e l’indice di penetrazione è passato dal 41,7% del 2005 al 44,3%. Tradotto in valori assoluti, tale indice sta a significare che i lettori di quotidiani sono oggi circa 22 milioni."
Sostanzialmente, quindi, direi che nonostante la progressiva digitalizzazione dell'informazione la gente apprezza ancora il giornale fresco di stampa acquistato in edicola al mattino.

E, sinceramente, non potrebbe essere diversamente, almeno secondo la mia opinione. E' vero che internet ha l'indubbio vantaggio di poter consultare le notizie in tempo reale, praticamente mentre accadono, ma penso che il "fascino" di acquistare in edicola il giornale ancora umido di inchiostro, sedersi con calma a un tavolino - magari mentre si sorseggia il caffé - per sfogliarlo con calma, sia una sensazione che difficilmente si prova davanti al freddo monitor del pc. Sarà forse perché io - pur essendo fondamentalmente un "tecnologico" - sono anche un nostalgico, oppure perché ho sempre avuto questa abitudine, non so, fatto sta che a me questa sorta di "rituale" piace. E, come dimostrano i dati, non solo a me.

Ovviamente internet non sta lì a guardare, ed è verosimile pensare che prima o poi un giorno la campana a morte per la stampa tradizionale suonerà per davvero. L'unica chance che in futuro avrà di sopravvivere all'egemonia delle informazioni in rete sarà la diversificazione dei contenuti. Non potrà ovviamente puntare a competere con internet sul piano della tempestività dell'informazione perché sarebbe fregata in partenza, ma dovrà piuttosto puntare sulla completezza dei dettagli e sull'approfondimento dei contenuti e delle opinioni.

Una sfida che permetterà a essa di sopravvivere e a me di riuscire ad arrivare alla pensione senza cambiare mestiere.

2 commenti:

BigFab ha detto...

Al di là che ti auguro di continuare a fare lo stesso lavoro fino alla pensione (se lo desideri, ovviamente!), ritengo sia difficile ipotizzare la morte dei giornali stampati causa internet, sia per la "sensazione" di sfogliare un giornale cartaceo, come hai detto tu, sia per l'analisi del volume di carta eliminato negli uffici dall'uso dei computer (nessuno: si consuma più carta oggi che vent'anni fa, segno che l'uomo vuole "toccare" il documento, la parola, quasi fosse una concretizzazione del fatto cui si riferisce). Quello che secondo me può essere un rischio per la sopravvivenza dei giornali sono i contributi statali, che vengono lautamente elargiti ai quotidiani più o meno diffusi: qualora qualcuno provvedesse ad eliminare queste sovvenzioni, credo che i quotidiani cesserebbero di esistere nell'arco di una settimana. Ma questo non accadrà, giornali come l'Unità e Libero, per non far nomi, non potrebbero permettere che vengano tolte loro le "risorse" (=soldini) fornite dalla politica.
Ciao!

Andrea Sacchini ha detto...

Beh, non è detto che non accadrà. Proposte di legge in tal senso sono già state fatte in passato.

Boh, vedremo. E' certo comunque che qualora venissero tolte le (laute) sovvenzioni statali sarebbero effettivamente ben poche le testate che riuscirebbero a campare con le sole inserzioni pubblicitarie e la vendita delle copie.

Ciao BigFab.

Anarchici in famiglia

A volte invidio la vita "anarchica" di Francesca, mia figlia minore, anche se spesso non concordo con le sue scelte. Anarchica nel...