domenica 26 agosto 2007

Non è che...

Allora, prima abbiamo avuto l'invasione dei dentifrici contraffatti al cui interno c'era il solvente, poi è stata la volta dei giochi con la vernice al piombo e i piccoli magneti che potevano essere ingeriti dai bambini, quindi sono arrivati i bavaglini di Winnie the Pooh al vinile e piombo e la notizia del felice esito del crash test della Chery Amulet.

Per chiudere in bellezza oggi veniamo a sapere che un milione di kit per la diagnosi del diabete, ovviamente prodotti in Cina, sono contraffatti, inattendibili, e quindi "potenzialmente letali".

Scusate, non è che questi cinesi stanno cominciando un pò a rompere le balle?

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Il grosso problema è riuscire a comprare qualcosa che non sia prodotto laggiù.

Io cerco di controllare da dove vengono i prodotti,ma è quasi impossibile scegliere,perchè sulle etichette trovi sempre che è progettato(per esempio)in italia ma è costruito in cina,oppure in altri paesi di moda adesso,come disse il buon Beppe una volta,bisognerebbe mandargli la trimurti sindacale.

Per hobby (è stata la mia scuola)mi diletto a riparare un po di tutto,odio lo spreco,ma non conviene più.
L'elettronica ha un costo/valore talmente irrisorio che la gente preferisce buttare.

Uno di questi giorni voglio fare il censimento dell'elettronica che ho in casa.
Verrano fuori un sacco di aggeggi inutili.

ciao
Maury

Andrea Sacchini ha detto...

> L'elettronica ha un costo/valore talmente irrisorio che la gente preferisce buttare.

Già. E non solo nel campo dei pc. Parlavo ad esempio giusto qualche giorno fa con un mio caro amico, che è ingegnere elettronico e progetta componenti per l'industria in un'azienda di S. Marino, che addirittura mi diceva che su molti modelli di auto nuove pure l'acceleratore tradizionale a filo è stato sostituito dall'equivalente elettronico. Semplicemente perché costa meno.

Ciao Maurizio.

Anonimo ha detto...

bisogna comunque ricordare che in Cina e negli altri "paesi alla moda" riescono ad esportare solo perché hanno (per fortuna loro) un costo del lavoro molto più basso del nostro... ma che per i loro standard lo stipendio che ricevono non è necessariamente basso, anzi! Se un contadino o un pastore della Cina interna si fa centinaia di km per andare a lavorare in una città della costa, è perché per quanto dure sono le condizioni in quella fabbrica, sono comunque migliori (e forse molto migliori) di dove si trova... e se non compri la maglietta che ha fabbricato, nella migliore delle ipotesi lo risbatti dov'era prima...

Andrea Sacchini ha detto...

> bisogna comunque ricordare che in Cina e negli altri "paesi alla moda" riescono ad esportare solo perché hanno (per fortuna loro) un costo del lavoro molto più basso del nostro... ma che per i loro standard lo stipendio che ricevono non è necessariamente basso, anzi!

Non mi pare, Stefano, che il fatto che la Cina abbia un costo del lavoro basso possa essere considerato una fortuna per loro, visto che per la maggior parte è dovuto a vero e proprio sfruttamento dei lavoratori.

Le condizioni di lavoro in quel paese sono da terzo mondo: paga irrisoria (anche per il loro standard), totale assenza di attività sindacale e di qualunque tutela, giuridica ed economica, dei lavoratori.

Ti sei mai chiesto ad esempio per quale motivo una marea di cinesi sta migrando da noi per lavorare? Se si trovasse bene se ne starebbe a casa propria. Chi glielo farebbe fare di abbandonare paese, famiglia e affetti per venire qua?

Te lo dico un pò anche per esperienza. Anche nell'azienda dove lavoro io, infatti, da qualche tempo sono stati assunti in pianta stabile 5 o 6 cinesi. Vuoi sapere cosa mi hanno risposto quando ho chiesto a un paio di loro se stanno meglio qui o dov'erano prima? Non c'è bisogno che te lo dica, vero?

La Cina è oltretutto, tra le altre cose, anche uno dei paesi maggiormente attivi nello sfruttare il lavoro minorile e nella contraffazione dei prodotti.

Questi sono i reali motivi per cui il "made in China" ha questi prezzi.

Ciao.

Anonimo ha detto...

>Ti sei mai chiesto ad esempio per quale motivo una > marea di cinesi sta migrando da noi per lavorare? > Se si trovasse bene se ne starebbe a casa propria. > Chi glielo farebbe fare di abbandonare paese,
> famiglia e affetti per venire qua?

perché qui sono pagati di più, più tutelati etc. ma... è lo stesso motivo per cui una marea ancora più grande di cinesi si "limita" a spostarsi dall'entroterra a Shenzen, Shangai etc. perchè se nel villaggio guadagni 1 dollaro al giorno (e hai zero tutele) e in Italia ne guadagni chessò 50 (con tuttosommato abbastanza tutele, anche se sei nelle "fasce deboli"...) certo che vieni in Italia, ma se non puoi o non ci riesci poter andare a lavorare in una fabbrica che esporta in Europa o Stati Uniti, dove magari non hai molte più tutele ma almeno guadagni 5 o 6 Euro... non molto di più ma già di più... senza queste fabbriche per i cinesi ci sarebbe _solo_ la possibilità di emigrare... non mi sembra ci guadagnerebbero

Andrea Sacchini ha detto...

> senza queste fabbriche per i cinesi ci sarebbe _solo_ la possibilità di emigrare... non mi sembra ci guadagnerebbero

Evidentemente la migrazione all'estero è quindi l'"ultima spiaggia", potremmo dire.

20.000 euro

Mi fa un certo effetto questa immagine di Luciano Canfora mentre esce dal tribunale, un po' piegato sotto il peso dei suoi 8...