lunedì 26 marzo 2007

Sono pronto per l'Inferno






Papa Ratzinger torna a rammentarci (in caso ce ne fossimo dimenticati) che l'"Inferno esiste ed è eterno"

Lo so, mi attirerò - come è già successo - le ire di chi non la pensa come me, ma qui sono a casa mia, e quando sento queste cose non posso fare a meno dire quello che penso. E il mio pensiero è molto semplice: possibile che nel terzo millennio si debbano ancora sentire queste cose?

Le storielle dell'inferno, del diavolo e delle eresie sono state utilizzate per più di 1500 anni dalla Chiesa come arma per il suo lavaggio del cervello di massa. Il pontefice lamenta, nell'omelia da cui sono tratte queste sue parole, come l'attuale società non dia più il giusto peso alla questione inferno, declassandolo ad argomento di serie b.

Questo, se non fosse ancora sufficientemente chiaro, è a mio parere la dimostrazione che la gente ha altre cose (più serie) a cui pensare. Una purtroppo sempre più larga fetta della popolazione, infatti, prima di preoccuparsi di una eventuale dannazione eterna, si preoccupa della dannazione di cui è già vittima qui sulla terra adesso: la dannazione di un lavoro precario che ti mette nell'impossibilità di pianificare qualsiasi progetto futuro, la dannazione di chi vive nell'indigenza, nella sofferenza, nella malattia, di chi è vittima di ingiustizie, di oppressioni e di sfruttamento, di chi non sa come fare ad arrivare alla fine del mese. Queste sono le dannazioni e l'inferno, altrochè il pistolotto di Ratzinger (che ovviamente non ha di questi problemi).

Sarà sicuramente un'impressione mia, ma le ultime prese di posizione dell'entourage papale su molti aspetti della vita sociale del nostro paese e non solo, mi danno l'idea di uno fuori dalla storia, da quello che succede tutti i giorni, totalmente privo di contatti con la vita reale. A chi si rivolge con tutti i suoi bei discorsi quando la maggior parte di questi sono ascoltati e messi in pratica solo da una piccola minoranza del suo stesso gregge?

Come è possibile che io mi debba sentire dire che mi devo pentire (qualcuno mi dovrebbe anche spiegare di cosa) altrimenti andrò incontro alla pena eterna? Non ho mai ammazzato nessuno, non delinquo, non mi drogo, non bevo, sono regolarmente sposato in Chiesa, amo profondamente mia moglie e le mie figlie, credo nell'uguaglianza e nella fratellanza universale. Dovrei pentirmi perché non vado a messa la domenica?

Beh, in tal caso sì, sono pronto per l'Inferno.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Se ti comporti rispettando i pirncìpi di un buon cristiano non penso che andrai all'inferno. Così come non ci andrà mai anche un buddista che si comporta meglio di tanti altri cristiani praticanti.
Il punto è: sei credente? Se si allora devi avere fede (=fiducia) di un qualcosa che esiste ma non vedi o tocchi. Se no allora non dovresti nemmeno scandalizzarti se qualcuno ci crede (=ha fede =ha fiducia).
Questo perchè penso, nel leggere il tuo pensiero, che ti fidi solo delle cose di cui hai assoluta certezza. Sembri, sempre leggendo le tue parole, uno scettico leale controfobico, ovvero colui che cerca (lealmente) la verità assoluta ma non la trova.

Andrea Sacchini ha detto...

> Se ti comporti rispettando i pirncìpi di un buon cristiano non penso che andrai all'inferno.

Infatti non penso neanche io. Ma non come conseguenza dell'aver rispettato o meno i principi del buon cristiano, ma in conseguenza del fatto che - a mio opinabilissimo e personale parere - la storiella dell'inferno e del paradiso è una balla bella e buona, che la chiesa ha utilizzato per secoli per i motivi che sappiamo.

> Se no allora non dovresti nemmeno scandalizzarti se qualcuno ci crede (=ha fede =ha fiducia).

Infatti io non mi scandalizzo di niente. Se qualcuno ci crede, benissimo, non sarò certo io a rimproverargli qualcosa, anzi mi fa piacere: ognuno è e deve essere libero di credere in quello che vuole. Quello che mi scandalizza è la pretesa del generale Ratzy di imporre a tutto l'universo mondo l'obbligo di pentirsi pena l'Inferno. Posso, nel mio piccolo, gentilmente fargli capire di non preoccuparsi per me, che al limite so sbagliare da solo? Grazie.

> Sembri [...] [...]colui che cerca (lealmente) la verità assoluta ma non la trova.

Sinceramente non mi sento a corto di verità assolute. A 36 anni suonati penso di non aver bisogno di cercare niente che non abbia già trovato e che non mi gratifichi più che abbondantemente. In caso ne riparleremo più avanti.

schrodcat ha detto...

Haha, che ridere. Hai ragione a dire che il papa sembra non avere contatto con la realtà: cosa ci dobbiamo aspettare da uno che già non ha famiglia e figli e che per di più per tutta la vita non ha fatto altro che studiare teologia entro quattro mura? Ora et non labora il suo motto.

Aggiungo che se esistesse l'inferno sarebbe pieno anche di papi, vescovi e cardinali che nel corso della storia e dei secoli scorsi ne hanno combinate di tutti i colori. In questi casi è davvero un peccato sapere che l'inferno non esiste (ma quei papi vescovi e cardinali eccome se lo sapevano che non esiste).

Anonimo ha detto...

Scusa eh!? ma a te (ed a me) chi ce la dà tutta questa sicurezza sul fatto che certi luoghi non esistono? Per caso ci sei stato e non hai visto nulla? Oppure te l'ha detto un tuo amico che c'è il nulla dopo la morte?
Cardinali Vescovi e Papa sono uomini che possono sbagliare e se lo fanno ... subiscono anche loro un triste percorso dopo la morte.

schrodcat ha detto...

Anonimo, mi sembra chee ti stai rivolgendo a me, e allora rispondo.

Ovviamente non ho nessuna certezza, ma sono molto convinto (e non ne ho né prove né assoluta certezza matematica) che se un Dio c'è, penso che non si diverta a mettere buoni e cattivi da una parte e dall'altra. Questo è uno schema mentale tipicamente umano, e se Dio esiste sono altrettanto convinto che non ha messo in piedi l'Universo solo per noi uomini. Se esiste, non abbiamo nemmeno lontanamente idea di come possa presentarsi e quale sia la sua dimensione, quindi mi appare infantile da parte nostra pretendere che metta veramente buoni e cattivi da una parte e dall'altra come facciamo noi.

Quindi io no, non ho nessuna certezza matematica al 100%. Allo stesso tempo non me la sento proprio di basare tutta la mia esistenza terrena sul "vago sospetto" che un inferno e un paradiso come sono stati spesso descritti possano esistere. Cerco di vivere in modo giusto, e tutt'al più nel modo in cui credo che ricambierei questo Dio se esistesse, e che potrebbe anche semplicemente avermi dato questa vita e basta, e di cui anche solo di questo ringrazierei.

Visto che mi chiedi di certezze o non certezze, chiederei invece a te come fai ad avere tutta la certezza che, tanto per dirne una, i martiri kamigaze non trovano delle vergini in cielo ad accoglierle. Molti ne sono certi, e a te chi la dà la certezza che non sia vero?

Unknown ha detto...

E' un'opinione e come tale non entro nel merito (non sono credente e su molti aspetti sarei d'accordo) ma nella logica dell'articolo sottolineare 'sono sposato in chiesa'è un controsenso ;)

Andrea Sacchini ha detto...

> ma nella logica dell'articolo sottolineare 'sono sposato in chiesa'è un controsenso ;)

Può darsi. Dimentichi però che in genere quando ci si sposa si è in 2. :)

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