domenica 21 gennaio 2007

Il terzo mondo? E' già qui

Sono accaduti negli ultimi giorni un paio di episodi che mi pare siano sintomatici del livello in cui naviga la nostra sanità. A Vibo Valentia c'è una ragazza di 16 in coma perché in sala operatoria si è veirficato un black out di energia elettrica che ha spento un ventilatore e un monitor, e a Cosenza una bimba è morta per un'insufficienza respiratoria durante il trasferimento d'urgenza in un ospedale più attrezzato (il primo non lo era).

Di fronte a questi episodi, che non sono i primi e purtroppo non saranno neanche gli ultimi, è facile cadere nella retorica con frasi tipo "Com'è possibile che nel 6° paese più industrializzato del mondo possano accadere queste cose?", ma sinceramente mi viene difficile porre la questione in termini diversi da questi. Se poi a questi due casi aggiungiamo la recente inchiesta de l'Espresso sullo stato in cui versa il più grande policlinico universitario d'Europa - il nostro Umberto I -, il dubbio che ci troviamo di fronte a un sistema sanitario da terzo mondo è più che lecito.

Nel frattempo il ministro della salute, Livia Turco, per rendersi utile è volata in visita ufficiale in Cina per avviare una sorta di "collaborazione sanitaria" tra noi e loro, quando l'unica visita ufficiale che avrebbe dovuto fare sarebbe stato un bel giro negli ospedali italiani, specialmente quelli del sud, per vedere di persona (senza scomodare i NAS) in che stato siamo ridotti.

A questo punto c'è solo da augurarsi di essere sempre in salute e di non avere mai bisogno di ricorrere a un ricovero ospedaliero per un'operazione urgente: così, giusto per evitare rischi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Carissimo Andrea,

sono d'accordo con te anche se alcune puntualizzazioni vanno fatte. Non tuuta la sanita' italiana fa schifo. Ci sono anche ottime strutture pubbliche. probabilmente se ti fai male a Bolzano e' meglio che se ti fai male a Linosa. Il punto sostanziale e' che in un paese civile ci sono degli standards MINIMI che OGNI struttura ospedaliera dovrebbe garantire. E qui entra in gioco il fatto che molti ospedali hanno standards ben al di sotto di quelli minimi. A questo punto ci vorrebbe quella che chiamo una "dittatura democratica" che molti chiamano "ditattura illuminata" (che purtroppo rimane un'utopia). Mi spiego subito. Se un ospedale fa schifo ci sono delle responsabilita' che e' FACILE individuare. Non ci vogliono inchieste di 100 anni, perizie di 10 secoli o altre fesserie. Si manda il dittatore democratico in borghese che si rendera' subito conto di tutti quelli che non hanno voglia di fare un c***o e che quindi sono i responsabili dello sfascio dell'ospedale sotto indagine. Si prende questa gente e la si licenzia subito, strafottendosene dei sindacati, dei diritti dei lavoratori e di altre cavolate (che sono diritti sacrosanti, intendiamoci, ma che in questo caso servirebbero solo per salvare la tasca a dei colpevoli). Si fa questo in tutti gli ospedali, nelle pubbliche amministrazioni, nelle universita', nelle ferrovie, nelle poste, etc.
E si sana un paese.

Lo so che adesso starai ridendo a crepapelle e penserai "Ma guarda un po' a questo str**zo! Ma in che mondo vive?"

L'ho detto che e' un'utopia. Ma se per assurdo si potesse fare, la soluzione sarebbe GARANTITA.


Ciao e scusami per la mia prolissita'.

Andrea Sacchini ha detto...

Non sia mai detto che io dia dello s*****o al maggior commentatore del mio blog ;-)

Per quanto riguarda la questione utopia, beh...

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